Romanzo quirinale

Quirinale, miracolo tra Salvini, Conte e Renzi: ma si attende Berlusconi

Il miracolo del Quirinale, i nemici sono nemici. Aspettando Berlusconi, Salvini prova a dare le carte: per convincere i franchi tiratori la sola strada è garantire che non ci saranno elezioni anticipate.

Il miracolo del Quirinale, i nemici sono nemici. Aspettando Berlusconi, Salvini prova a dare le carte. Per convincere i franchi tiratori la sola strada è garantire che non ci saranno elezioni anticipate.

Torna Romanzo Quirinale, firmato dall’editorialista del Capoluogo e già direttore de Il Tempo, Giuseppe Sanzotta. Sua la rubrica che ci accompagnerà verso l’elezione del prossimo presidente della Repubblica.

QUIRINALE – Chi non ricorda quell’agosto del 2019? C’era stato il Papeete, i proclami del leader della Lega, ‘annuncio della crisi… Poi ci fu la resa dei conti in Parlamento con Conte all’attacco di Salvini. Tra i due fu una polemica senza fine. O meglio è finita in quell’incontro di due giorni fa con la decisione di trovare una candidatura comune per il Quirinale. Un po’ la scoperta dell’acqua calda, perché nessuno, stavolta, ha i voti sufficienti per fare da solo. Il fatto politicamente rilevante è che i due siano tornati a parlarsi.

Ma non è il solo miracolo di questo periodo. Ricordate quell’Enrico stai sereno? Letta ebbe poco da stare sereno, in pochi giorni si trovò fuori da Palazzo Chigi  scalzato da Renzi che, evidentemente, non aveva affatto l’intenzione di dare serenità al suo compagno di partito. Adesso Renzi e Letta sono tornati a incontrarsi  per assumere un comune impegno di portare a termine la legislatura. Poi nel 2023, cioè alla scadenza naturale delle camere “torneremo a litigare” ha aggiunto Renzi. E almeno su questo è sincero.

Ad agitarsi più di tutti è un altro Matteo, cioè Salvini. Lui voleva essere il regista dell’operazione Quirinale, invece la scena è stata presa da Berlusconi, che prima ha chiesto agli alleati un giuramento di fedeltà sulla sua candidatura e ora non scioglie la riserva pur sapendo di non avere i numeri per essere eletto. Però vuole essere lui a godersi il successo fino in fondo: ritardando lo scioglimento della riserva, tenendo tutti, soprattutto gli alleati, sulla corda e facendo sapere che sarà lui a indicare un nome. Così a Salvini non resta che parlare alla radio del suo partito, che ora non si chiama più Radio Padania, ma Radio Libertà per assicurare che il centrodestra presenterà uno o due candidati di alto profilo per ottenere anche i voti del centrosinistra. Già, ma chi?  Restano segreti per non bruciarli in partenza, ha assicurato il leader della Lega. Ma il nodo è ad Arcore.

L’attenzione è tutta rivolta all’annuncio di Berlusconi. Così si fanno ipotesi. C’è l’ipotesi di chiedere a Mattarella di accettare un bis. Ma è sempre meno probabile. Così sono in molti a pensare che potrebbe arrivare da Forza Italia il via libera a Draghi. Ci sono però dei problemi. Quel nome non piace a Salvini, non piace alla Meloni se non comporterà l’automatico scioglimento delle camere. Ma è proprio questo il principale ostacolo che deve affrontare chi vuole il premier alla Presidenza della Repubblica, cioè Letta. Una parte dei 5Stelle non vuole Draghi, quel nome potrebbe essere accettato soltanto con la garanzia che non si andrà al voto tra due mesi. Conte e Salvini avrebbero parlato anche di questo. Salvini non vorrebbe Draghi,  rivendica una indicazione politicamente più caratterizzata. Se fosse Berlusconi a proporre Draghi però sarebbe difficile prendere le distanze. Così si torna ad Arcore. Agli altri non resta che lavorare per cercare comunque una soluzione che eviti il voto anticipato. Voto che alla fine non vuole nessuno, forse con la sola eccezione di Giorgia Meloni. Così Salvini ha ipotizzato  un esecutivo con i leader politici dentro. Renzi e Letta convergono su un patto di legislatura. Conte vuole  evitare spaccature interne e la via maestra è quella di scongiurare le elezioni in questa primavera. Il pattuglione del gruppo misto non vuole certamente andare a casa. In gran parte sono fuoriusciti da altri partiti, soprattutto 5Stelle, non troveranno nessuno disposto a candidarli. Comunque il voto dei parlamentari del gruppo misto potrebbe essere determinante, per averlo ci vuole la garanzia di una continuità di governo. Non potendo discutere di nomi, i partiti si confrontano  sul futuro della legislatura. Aspettando la fumata da Arcore.

E ormai è chiaro, comunque vada, un vincitore c’è già: è Silvio Berlusconi. Non andrà al Quirinale, ma se vuole può indicare un nome condiviso. Sembrava ormai fuori gioco e invece è tornato protagonista. Tanto che ha riunito i suoi fedelissimi in vista dell’incontro di sabato a Roma con gli alleati scalpitanti. Sarà il vertice decisivo? Probabilmente sì. Un nuovo rinvio irriterebbe ancor di più Salvini e Meloni. Ma sarà una trattativa o Berlusconi si presenterà con una ipotesi già confezionata?

Voteranno anche i delegati positivi al Covid19

Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il decreto che consente ai grandi elettori positivi di prendere parte al voto per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. La misura arriva anche alla luce della lettera del presidente della Camera, Roberto Fico, in cui veniva chiesto, considerato quanto emerso dalla riunione dei capigruppo, un intervento normativo finalizzato proprio per consentire il voto.

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