Diario del quirinale

Quirinale: Berlusconi tesse la tela, i partiti stanno a guardare

Il Quirinale dopo sette anni avrà un nuovo inquilino. Chi sarà il prossimo presidente della Repubblica? L'analisi di Giuseppe Sanzotta.

Diario del Quirinale – Una corsa tra furbetti, mosse diversive e nuove alleanze. Berlusconi tesse la tela e i partiti stanno a guardare. L’analisi di Giuseppe Sanzotta.

DIARIO DEL QUIRINALE – Capita spesso ai frequentatori dei palazzi della politica romana sentirsi chiedere: chi sarà il nuovo Capo dello Stato?  Se si vuole bluffare si indica un nome secco con la speranza che l’interlocutore dimentichi tutto tra qualche giorno, quando inevitabilmente l’eletto sarà un altro. Oppure si  inizia una lunga  e tortuosa analisi politica che potrebbe essere più semplicemente sintetizzata con un umile: non lo so. Ci vorrebbe il mago Otelma o qualche suo collega. Ma siccome c’è chi non crede nei maghi, allora non resta che la semplice cronaca, condita con qualche indiscrezione sulle strategie e alla fine se proprio si vuole ci si può avventurare nell’indicazione di un nome avvertendo però che è una semplice scommessa, un po’ come provare a indovinare chi vincerà i prossimi campionati del mondo.

Mattarella Quirinale
Mattarella, Quirinale

Allora in veste di mago Otelma, o chi preferite, chi scrive non crede affatto che sarà Berlusconi il successore di Mattarella. Non solo, ma lo stesso Cavaliere ne è convinto. Ha provato a sondare, a muovere la situazione e un risultato lo ha ottenuto, dopo mesi di silenzio è tornato al centro della scena politica con buona pace di Salvini e Meloni che pensavano di giocarsi la leadership del centrodestra in una partita a due . Ma non avevano fatto i conti con Berlusconi, che, non può accettare di essere relegato in un ruolo marginale. Così ha spinto i due giovani rampanti a giurargli fedeltà. Costringendo soprattutto Salvini a mettere da parte il proposito di essere il regista dell’operazione Quirinale. Lui vuole candidarsi, o almeno lascia credere questo riservandosi, una volta fatti bene i conti, la possibilità di evitare una sconfitta in aula facendo marcia indietro. Salvini può limitarsi a contatti riservati con gli altri leader, ma il pallino del gioco,  è in mano al Cavaliere che ha due strade: o provarci fino alla fine pur sapendo che una sua vittoria sarebbe quasi sicuramente la fine del governo Draghi, oppure fare marcia indietro indicando un’altra personalità.

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Nell’ attesa gli altri stanno a guardare, o quasi. Nel centrodestra c’è chi dice che  bisognerà vedere bene i numeri (La Russa), ma in tutti c’è il timore di una sconfitta. A sparigliare le carte ci prova Renzi che si dice disposto a votare un candidato proposto dal centrodestra che abbia alcune caratteristiche, la principale è che non sia Berlusconi. E fa sponda con quella pattuglia di centristi, il gruppo di Toti, Quagliarello ecc, che considerano Berlusconi un ottimo presidente, ma troppo divisivo e dunque non adatto. Così c’è già chi vede  la nascita di uno schieramento centrista che potrebbe pesare i fino a diventare fondamentale nella contesa tra i due schieramenti. Forse si va anche troppo avanti, perché, centristi e renziani, sono stati eletti o nel Pd o Forza Italia. In futuro i voti se li dovranno conquistare e non sarà semplice. Come non sarà semplice per la nuova santa alleanza tra  più Europa di Emma Bonino e il gruppo di Calenda. Ma questo gruppo al momento è solo virtuale o quasi, ne parlano (e nemmeno tanto, i media) in Parlamento ha solo presenze simboliche che, nella prossima legislatura ,senza intese con qualche fratello politico più grande, rischiano perfino di sparire.

Ingessati i partiti del centrodestra, appesi alla decisione finale del Cavaliere, sono bloccati anche Pd e 5Stelle che parlano di personalità di alto profilo, che bocciano il tentativo del leader di Forza Italia, ma al momento, si guardano bene dall’indicare un nome gradito; sarebbe il modo migliore per farsi dire dagli altri : questo no e così bruciargli subito ogni possibilità di riuscita.

Tutto nasce dal fatto che  il centrodestra e il centrosinistra non hanno i numeri per eleggere il Presidente. Cercare una intesa non è solo una scelta è una necessità. Fare affidamento sui franchi tiratori o su possibili “tradimenti” nel segreto dell’urna è un rischio grave. Lo sa bene anche Silvio Berlusconi che ha affidato ad alcuni amici il compito di sondare singoli esponenti dello schieramento opposto. Il bilancio, stando a quello che dice Vittorio Sgarbi, uno dei “telefonisti” non è esaltante, ci sarebbero 10-15  disponibilità. Troppo poche, non sufficienti nemmeno a pareggiare il fisiologico fenomeno dei franchi tiratori (cioè dei parlamentari che con il voto segreto votano diversamente alle indicazioni del proprio partito). Ora si dice che in settimana Berlusconi scioglierà la riserva, i conti li sa sicuramente fare ed è difficile che accetti di correre  per una missione impossibile.

Dal 24 gennaio non conta partecipare, serve vincere. Gli sconfitti, non hanno l’onore delle armi, escono umiliati se le aspettative sono  superiori al risultato reale. E’ la sorte che è toccata a Marini e a Prodi nel 2013, traditi dal fuoco amico, cioè dai parlamentari del proprio gruppo. Così  sono tutti convinti che Berlusconi a un certo punto lascerà la partita. Ma non da sconfitto, sarà capace di ritirarsi prima , essendo lui comunque al centro dell’attenzione potrebbe, nel tirarsi indietro, indicare la personalità da sottoporre al voto. Se gli riuscisse sarebbe comunque un colpo da maestro. E adesso , rientrando nel terreno proprio dell’astrologia, si possono fare dei nomi, oltre a  un Mattarella bis (improbabile)  e un trasferimento di Draghi (difficile)  ci sono quelli che circolano da mesi come Casini, Amato Moratti, Pera, Casellati ecc. Uno dei nomi sussurrati  spesso negli ultimi giorni è quello di Franco Frattini, ex ministro, presidente del Consiglio di Stato, uomo che non ha mai preso parte ad accese polemiche, comunque legato a Forza Italia e non sgradito a sinistra. Altro nome è quello dell’ex ministro Tremonti che nelle ultime ore è apparso nei taccuini dei cronisti, non si sa  se suggerito effettivamente da qualcuno oppure scelto a caso tra i politici in panchina. Per  indicare un candidato probabile servono capacità divinatorie. Oppure entrare in una ipotetica sala scommesse. In questo caso, se fosse per chi scrive, la puntata sarebbe su Frattini. Ma sempre di scommessa si tratta, con un’alta percentuale di fallimento. Quindi, a parte i nomi, ciò che possiamo vedere è la partita che si sta giocando, con uno dei protagonisti che si è accampato nel campo di gioco, che ha portato tutti, amici e avversari, a fare i conti con lui. Lui che alla vigilia non appariva come uno dei possibili protagonisti, adesso è centrale. Sarà lui a decidere quando lasciare il campo agli altri giocatori.  Insomma il Cavaliere è tornato in sella e ci vuole restare.

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