Primo appuntamento con la rubrica “Tutti i Santi giorni”: il 1° gennaio si festeggia la solennità di Maria Santissima Madre di Dio.
Il 1° gennaio, nell’ottava del Natale del Signore e giorno della sua Circoncisione, si festeggia la solennità di Maria Santissima Madre di Dio. La festa fu istituita dal Papa Pio XI nel 1931 in occasione del XV Centenario del Concilio di Efeso, con l’Enciclica Lux Veritatis.
L’immagine di Maria è una delle prime a comparire nel repertorio dell’arte paleocristiana. Legata in modo inscindibile a Cristo, al mistero dell’incarnazione e alla sua natura di Dio-Uomo, l’iconografia della Vergine muta con l’evoluzione stessa del pensiero cristiano sulla sua figura e solamente a partire dal IV-V secolo conoscerà uno sviluppo autonomo. La prima immagine di Maria nota è un affresco di poco anteriore alla metà III secolo, nella zona dell’arenario delle catacombe romane di Priscilla, lungo la via Salaria. Fu con il Concilio di Nicea, prima, e con quello di Efeso dopo che si sancì definitivamente il ruolo di Maria nella storia della Salvezza: la Vergine è Theotókos, genitrice di Dio, perché ha dato alla luce non un uomo, ma il Dio vero fatto uomo.
L’arte delle origini si sviluppa attraverso due principali modelli compositivi: la Madonna con il Bambino, in un gruppo a sé stante, oppure inserita nella narrazione per immagini di un episodio. Sarà in modo particolare il primo tipo ad assumere connotazioni più articolate a partire dall’arte orientale e bizantina, poi accolta e sintetizzata in quella occidentale. Sono quattro gli archetipi riscontrabili nelle icone : l’odegìtria o colei che indica la strada: la Vergine regge il Bambino con un braccio e con l’altra mano lo indica ai fedeli come la via da seguire; l’eleùsa o colei che ha misericordia: la Madonna abbraccia il Figlio in un gesto di tenerezza; la platìtera o colei che è più ampia dei cieli: la Madre ha il Bambino, a volte inserito in un medaglione, al centro del proprio corpo, sul seno; la kyriotissa o colei che domina, l’imperatrice o la regina: Maria è seduta con il Bambino Gesù poggiato sulle gambe all’altezza del grembo, quasi in una allusione all’origine della sua presenza nel mondo, il suo ventre immacolato. Nelle numerose e splendide Madonne quattrocentesche aquilane l’iconografia consueta del gruppo scultoreo vede la variante con il Bambino in grembo disteso sulle ginocchia della Vergine anziché posto in piedi o seduto.
Alla diffusione del modello iconografico contribuì la tradizione della prima immagine della Vergine dipinta da San Luca, il ritratto del cui volto però era di origine acheropita, cioè non dipinto da mano d’uomo, ma per mezzo di un intervento miracoloso. Per quanto riguarda la fisionomia di Maria, lungo tutta la tradizione figurativa ciò che viene messo in evidenza è il carattere simbolico che racchiude la sua figura, esempio della bellezza assoluta, in cui la grazia interiore si riflette nell’aspetto esteriore.