Storie

Sergio Marchionne, in tv la storia del visionario abruzzese che ha rivoluzionato l’industria automobilistica

A poco più di 3 anni dalla sua scomparsa e nel giorno del suo Docu-film ufficiale, Sergio Marchionne merita un ulteriore ricordo. Questa sera il documentario su Rai3.

A poco più di tre anni dalla sua prematura scomparsa e nel giorno del suo Docufilm ufficiale, Sergio Marchionne merita un ulteriore ricordo, non scontato e rituale. Andrà in onda in prima serata oggi, 17 dicembre alle 21.25, su Rai Tre il documentario “Sergio Marchionne”.

Sergio Marchionne, nato in Abruzzo, a Chieti, da una modesta famiglia, con il padre Concezio, maresciallo dei carabinieri, con una vita segnata anche da lutti, come quello dell’amata sorella Luciana, a soli 32 anni, in Canada, scomparsa anch’essa per un tumore. L’emigrazione della famiglia nel Paese nordamericano, tra la grande comunità abruzzese dell’Ontario, dove con grandi sacrifici il giovane Sergio Marchionne si laureerà prima in filosofia e poi in giurisprudenza, con un master in “business administration” nell’Università di York. In particolare quest’ultima lo lancerà come acuto avvocato d’affari, poi come dirigente di più aziende, fino ai primi anni del nuovo secolo.

Da queste esperienze arriverà la svolta nella sua brillante carriera, arrivando in Svizzera, a Ginevra, come a.d. di un’importante multinazionale, leader nel campo della verifica e certificazione. Questi ambienti finanziari segnalano il manager al mondo industriale, entrando così nel 2003 nel cda della Fiat, scalandone rapidamente il vertice. Questo il trampolino di lancio, che porterà a rivoluzionare il modello organizzativo dello storico marchio torinese, in declino, restituendogli vitalità e quote di mercato. Certamente però la sua figura assume rilievo internazionale con la grande crisi finanziaria del 2008, che mette in ginocchio l’economia mondiale ed anche quella dell’industria automobilistica Usa.

Sergio Marchionne

Il Presidente Barak Obama diede a Marchionne la sua formidabile occasione, finanziando il salvataggio della storica Chrysler, fondendola con la Fiat nella FCA, avviando l’internazionalizzazione del gruppo, che aiutò a crescere così anche il marchio italiano. Una strategia rischiosa, ma innovativa, che ha pagato, pur se criticata da più parti per i suoi elevati costi come “una nazionalizzazione mascherata, seguita da una privatizzazione agevolata”, ma sostenuta anche da parte del sindacato metalmeccanico Usa. Da lì, pur se in un settore segnato dalla stessa transizione ecologica e dalle alleanze strategiche, vitali per sopravvivere nella competizione globale, che resta serratissima. Ma nell’estate del 2018 il manager teatino ha perso però la sua battaglia più importante, ovvero la vita, lasciando incompiuto il sogno di internazionalizzare il suo stesso gruppo.

Oggi, proprio la sua figura, forse va integrata da altri tratti di grande umanità e lungimiranza, del mito di Sergio Marchionne.

Un abruzzese nel profondo, ma anche un canadese di formazione, prima ribelle e poi visionario capitano d’industria, sempre anticonformista, con il suo stile casual e diretto: “Io non sono nato in una casta privilegiata, mi ricordo da dove vengo”. Ed ancora: “Dobbiamo evitare di essere arroganti. Il successo non è permanente, ma deve essere guadagnato giorno per giorno”, anche se siamo dei “redivivi”. “Noi saremo sempre come la musica, improvviseremo, saremo agili, aperti al dibattito, umili, ma impavidi e non ci sarà mai posto per la mediocrità”.

In un’intervista al quotidiano Il Centro, aveva ricordato le sue stesse origini abruzzesi: “Mi avete insegnato la tenacia, il senso del lavoro e l’orgoglio di fare le cose bene. Qui ci sono la mia casa, la gente, i miei ricordi.” Questi i messaggi lasciati ai giovani del futuro, anche della terra d’origine, dove in Val di Sangro, il gruppo FCA-STELLANTIS mantiene un fondamentale presidio produttivo, con la Sevel, che con i suoi tre miliardi di fatturato e quasi 10 mila addetti complessivi, pesa ben il 10 per cento del Pil della Regione. La memoria va sempre custodita gelosamente, a partire dai valori essenziali della famiglia, che anche per Marchionne sono sempre vivi, ora che riposa nella cappella di famiglia, in Canada, proprio nella grande città di Vaughan, che ha come sindaco l’oriundo Maurizio Bevilacqua. La famiglia abruzzese lo ha riunito, grazie alla prima moglie Orlandina e ai suoi 2 figli, accanto ai suoi cari.

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