L'editoriale

Quirinale, superMario Draghi aspetta: spunta anche il nome Cartabia

Il teatro Quirinale: i bene informati assicurano che a Draghi interesserebbe molto lasciare Palazzo Chigi per spostarsi al Colle. Ma il premier fa la conta dei rischi. Che aria tira tra i partiti?

Il teatro Quirinale… Ci sono i bene informati che assicurano come a Draghi interesserebbe molto poter lasciare Palazzo Chigi per spostarsi al Quirinale.

Quirinale, fino a che non è parsa chiara e irrevocabile la rinuncia di Mattarella a una ricandidatura, SuperMario si era rifiutato di affrontare la questione per rispetto al Capo dello Stato. Riserbo che ufficialmente continua ancora, a poco più di in mese dalla convocazione dei grandi elettori (il presidente della Camera, Fico, comunicherà la data il 4 gennaio). Forse le ragioni sono diverse.

Ammesso che le indiscrezioni sulle intenzioni siano veritiere, Draghi ha presenti alcuni rischi. Il più clamoroso e anche quello meno probabile, è una bocciatura in aula, ma, pur escludendo questa ipotesi, anche un’elezione contesa potrebbe danneggiare la sua immagine e il suo prestigio. Draghi è l’italiano più autorevole e apprezzato nel mondo, non può permettersi che sul suo nome emerga un consistente fronte interno contrario. E, al momento, nessuno si è speso apertamente per lui.

Quirinale, le giravolte di Berlusconi: apre ai 5Stelle

C’è chi, come Berlusconi, si è detto contrario (anche per interessi personali) perché lo ritiene indispensabile alla guida del governo. C’è chi aspetta dal possibile candidato un segnale, pur sapendo che non può essere Draghi ad uscire allo scoperto. Ci sono poi tutti quei deputati, con o senza partito, che sanno bene come per loro l’avventura in Parlamento finirà con questa legislatura. L’unica quasi certezza che la legislatura possa arrivare al termine naturale è la presenza di Draghi al governo. Giorgetti, qualche tempo fa, aveva ipotizzato Draghi al Quirinale e un suo uomo a palazzo Chigi. Potrebbe essere il ministro Franco, un tecnico. Nelle ultime ore, non si sa con quale attendibilità, si ipotizza un altro nome, quello della ministra Cartabia (uno dei nomi papabili anche per il Colle). Sarebbe lei a succedere a Draghi, magari investita direttamente con la nomina a vicepremier.

Nel campo delle ipotesi ci sta pure, ma sarebbe anomala una nomina così a freddo e sarebbe un evidente segnale di candidatura. Troppo palese per essere credibile. E il fuoco preventivo potrebbe spostarsi proprio sulla ministra, rischiando così di mettere fuori gioco non solo Draghi, ma la stessa Cartabia che, invece, ha qualche probabilità per essere la prima donna presidente della Repubblica.

quirinale

Quirinale, che aria tira in casa centrodestra

Comunque, i conti vanno fatti soprattutto con il centrodestra che rivendica il diritto di dover indicare un nome, pur ammettendo che la scelta andrà condivisa con lo schieramento opposto. Uno dei problemi è l’attivismo dei tre leader, Berlusconi, Salvini e Meloni. Il cavaliere coltiva quel sogno. Ha mobilitato tutti i vecchi amici, poi ha chiesto a Meloni e Salvini di sostenerlo. Avrebbe voluto però che sul suo nome si facesse quadrato, cercando altri consensi, evitando altri giochi. Sia Salvini che Meloni sapevano bene, da subito, che la strada sarebbe stata in salita. E non a caso è arrivato il secco no del Pd, e i 5Stelle, pur blanditi da Berlusconi, non possono completare il processo di revisione politica garantendo i voti al fondatore di Forza Italia.

Di più difficile interpretazione l’eventuale scelta della pattuglia di Renzi. Ma può bastare? Del resto se Renzi rompesse definitivamente con l’area di centrosinistra, finirebbe anche per lasciare la strada libera al rivale Calenda, che vorrebbe occupare la stessa area moderata dell’ex rottamatore. Così, l’impressione è che sia Meloni che Salvini stiano pensando seriamente a soluzioni alternative. E ognuno con lo scopo di contare di più. Giorgia Meloni ha voluto invitare alla festa di Atreju gli esponenti politici da lei più lontani. Apertamente non si è parlato di candidati, ma lo scopo era quello di conquistarsi una centralità politica e la capacità di essere più di un interlocutore, ma l’interlocutore di tutte le forze. Poi ci sono state alcune presenze significative. L’ex presidente del Senato Pera, che qualcuno ha individuato come possibile candidato e Luciano Violante, ex presidente della Camera, che ora sembra fuori dal Pd e che, a suo tempo, spese parole di riconciliazione parlando dei giovani di Salò. Forse troppo poco per essere un nome di mediazione. Il fatto è che per una settimana Giorgia Meloni è stata al centro della scena politica.

Così Salvini per recuperare il terreno perduto ha avviato una personale consultazione con tutte le altre forze politiche, dando appuntamento a tutti dopo l’approvazione della legge di bilancio, cioè a gennaio. Mosse che forse non sono così gradite a Berlusconi, perché sembrano dare per scontato il superamento della sua candidatura. Sicuramente non la rendono più facile. Difficile per il centrodestra eleggere Berlusconi contro lo schieramento avverso. Berlusconi la partita vuole giocarla sul serio, ma in prima persona o attraverso i suoi amici. Contava molto sulla sua presenza in due presentazioni di libri. Occasioni per lanciare messaggi politici ai partiti dello schieramento avverso. Ma è stato costretto a rinunciare per una leggera indisposizione.

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A sinistra stanno a guardare, o almeno fanno finta. Letta preferisce giocare di rimessa. Rinvia a gennaio ogni discussione, mette solo in guardia da eventuali prove di forza e aspetta. Conte al momento ha altri problemi. Il suo partito rischia di sfaldarsi e più che pensare al Quirinale, del resto un accordo di massima sul metodo l’ha già raggiunto con il segretario del Pd, pensa a tenere unito il suo partito e spera nel sostegno di Di Maio.

Così non resta che aspettare. E aspettano tutti i candidati possibili: Casini, Pera, Amato, Casellati, Cartabia, Berlusconi e lo stesso Draghi. Una lista lunga, ma non esaustiva. La carta vincente potrebbe essere ancora coperta. Lo spettacolo al teatro della politica continua, con possibile finale a sorpresa.

 

 

 

Foto di: Ansa

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