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Elezioni ANCE, Cirillo si ritira e gli animi si scaldano: lo spirito unitario resta un miraggio

L'AQUILA - Elezioni ANCE, corsa a tre dopo il ritiro di Gianni Cirillo. Falliscono comunque i propositi di "unità" e gli animi si scaldano. Inutile il sacrificio di Serpetti e Iannini.

L’AQUILA – Elezioni ANCE, corsa a tre dopo il ritiro di Gianni Cirillo. Falliscono comunque i propositi di “unità”.

È risultato sostanzialmente inutile il “sacrificio” di Marino Serpetti ed Eliseo Iannini che – candidati inizialmente alla presidenza dell’ANCE L’Aquila – hanno fatto “un passo di lato” per permettere quel percorso unitario auspicato dal presidente uscente Adolfo Cicchetti dopo le note vicende relative all’intervento dei probiviri nazionali che avevano chiesto “approfondimenti” sulle candidature. Dopo un lungo tira e molla, la decisione “non richiesta” dei due contendenti, che avevano lasciato il campo a quella che sarebbe dovuta essere una proposta unitaria che avrebbe ricompattato l’associazione costruttori.

Elezioni Ance L’Aquila, Serpetti e Iannini si ritirano

Quello che è invece successo, è cronaca delle ultime settimane. Non solo il percorso unitario si è infranto su ben quattro candidature (Gianni Frattale, Francesco Laurini, Maria Serena Pacione e Gianni Cirillo), rispetto alle due precedenti, ma il clima in ANCE si è tutt’altro che rasserenato, anzi – a poche ore dal voto previsto per sabato – gli animi si sono accesi, anche nell’ultima “conviviale territoriale” di Sulmona, in cui il “padrone di casa”, Gianni Cirillo, ha fatto chiaramente intendere che non avrebbe portato fino in fondo la sua candidatura, come poi effettivamente è stato.

Il ritiro di Cirillo, però, invece di agevolare la ricomposizione di un quadro piuttosto complesso, ha contribuito ad accendere gli animi, in vista del voto di sabato, per cui rimangono in corsa Maria Serena Pacione, Francesco Laurini e Gianni Frattale, che nella precedente tornata era stato nel Collegio di designazione e fino a poche settimane fa nel Collegio di Presidenza, ruoli che certamente gli hanno dato modo di tessere maggiori relazioni con gli associati, rispetto agli altri contendenti. Al momento le tre proposte sembrano destinate ad arrivare al voto, nonostante il tentativo di ricompattare le varie proposte sia andato avanti, anche con proposte abbastanza singolari, come la “divisione” del ruolo tra Laurini e Frattale, che avrebbero dovuto ricoprire la carica di presidente “a tempo determinato”, dividendosi in base al “peso” delle influenze sugli iscritti i quattro anni di presidenza. Una proposta che però è andata a cozzare contro lo Statuto, che prevede nuove elezioni in caso di dimissioni del presidente, e soprattutto contro l’intenzione manifesta dei due contendenti di giocarsi la partita fino in fondo. E fino in fondo vuole giocarsela anche Maria Serena Pacione, che a questo punto fa del rinnovamento il suo obiettivo principale.

Come detto quindi, nell’ultima conviviale di Sulmona gli animi si sono accesi sulla decisione di Cirillo di ritirarsi, e tra i più “vivaci” proprio Gianni Frattale, che però del ritiro di Cirillo potrebbe giovarsi, seppure i voti della territoriale di Sulmona potrebbero non bastare alla vittoria finale. Occorrono infatti 91 voti per l’elezione al primo turno, altrimenti si passa al ballottaggio, previsto nella stessa giornata. E proprio nel turno di ballottaggio Maria Serena Pacione potrebbe rappresentare l’ago della bilancia determinante per le sorti delle elezioni.

Non resta quindi che attendere l’esito della territoriale aquilana per verificare a che punto è il confronto per il rush finale di sabato. Qualunque sarà il risultato, però, un elemento appare ormai chiaro. Se è vero che Serpetti e Iannini si sono ritirati dalla corsa a due nel nome dell’unità, l’obiettivo è fallito, nonostante ripetute “pressioni” e proposte volte a ridurre al minimo gli attriti che però la territoriale sulmonese ha rappresentato con forza. Risultato, ANCE ancora divisa e primi candidati fuori dai giochi, per meccanismi che evidentemente non hanno funzionato, rispetto agli obiettivi prefissati.

E mentre in ANCE si fatica a trovare la quadra, la sfida del PNRR non aspetta, col rischio che strategie e indirizzi non univoci danneggino l’intero comparto.

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