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Piccoli comuni montani, contributi per natalità e residenti: segnale politico da incentivare

Contributi ai nuovi nati, ai nuovi residenti e regole cambiate per far fronte alla carenza dei pediatri nei piccoli comuni montani. Le novità e le reazioni politiche al progetto di legge approvato in Regione.

L’AQUILA – Contributi ai nuovi nati, ai nuovi residenti e regole cambiate per far fronte alla carenza dei pediatri. Le novità e le reazioni politiche al progetto di legge approvato in Regione.

“Questo provvedimento è frutto di un’analisi impietosa che vede l’Abruzzo, come tutta l’Italia nei territori caratterizzati da tanti piccoli comuni, scendere relativamente alla qualità della vita“. Così a IlCapoluogo.it il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, commenta l’approvazione del progetto di legge che stanzia 1 milione e mezzo di euro per il 2022 e 1 milione per il 2023 come contributo figli per i residenti dei piccoli comuni montani. L’assegno viene corrisposto per dodici mensilità fino a un massimo di 2.500 euro annui, in favore dei nuclei familiari al momento della nascita di un figlio e fino al compimento del terzo anno di vita, o dell’ingresso in famiglia di un minore in adozione o in affido fino tre anni di età. Inoltre è previsto un contributo pari a 2.500 euro annui, in favore dei nuclei familiari che, entro novanta giorni dall’accoglimento della domanda, si impegnano a trasferire la propria residenza in un piccolo comune montano della Regione Abruzzo e a mantenerla per almeno tre anni, pena la decadenza dal contributo e la restituzione delle somme percepite.

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“Quello che possiamo fare noi – sottolinea il presidente Sospiri – è cercare di non far venir meno i servizi regionali come sanità e farmacie e lanciare messaggi efficaci, anche dal punto di vista mediatico, come quello del sostegno a chi decide di rimanere in un piccolo centro. Si tratta di un primo stanziamento che segna un inizio per incentivare sia la natalità nelle zone svantaggiate che le attività. Si tratta di un provvedimento che segna la linea di una volontà politica che dovremo essere bravi a incentivare per la rimanente legislatura”.

Soddisfazione anche dalla Lega, che – con il capogruppo Vincenzo D’Incecco – sottolinea: “Grazie ai nostri emendamenti anziché 90 saranno 166 i comuni interessati dall’intervento per contrastare il declino demografico nelle zone montane. Questa legge approvata oggi in Consiglio Regionale persegue la finalità attraverso la quale si vuole restituire una nuova vita ai bellissimi borghi della nostra regione che sono interessati dallo spopolamento”.

Critiche invece dal PD, per cui la legge approvata “non raggiungerà il suo scopo”. “La legge – sottolineano i consiglieri Antonio Blasioli, Silvio Paolucci, Dino Pepe e Pierpaolo Pietrucci – non interviene sulle reali esigenze dei Comuni montani, tanto è vero che non contiene nemmeno misure per i trasporti nelle aree interne”.

C’è però una nota positiva, anche da parte dell’opposizione: “Siamo però orgogliosi che, sempre su nostra proposta, sono stati approvati due emendamenti che riguardano l’emergenza relativa alla carenza di pediatri di base sul territorio soprattutto delle aree interne – aggiunge il consigliere Antonio Blasioli – Sono meno forti nel tenore rispetto a come le avevo presentate, ma è stato un sacrificio necessario per permetterne l’approvazione in Consiglio. Nello specifico, uno dà indirizzo alle Asl affinché modifichino, per i Comuni montani, i parametri, in particolar modo quelli legati al numero di bambini e ragazzi residenti in essi, che determinano la carenza o meno di un ambito distrettuale costituito per l’erogazione delle prestazioni della pediatria. L’altro, invece, dà la possibilità ai Comuni montani di promuovere intese con le Asl per mettere a disposizione locali in cui erogare le prestazioni specialistiche e ambulatoriali dei pediatri, attualmente forniti solo nelle sedi distrettuali”.

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