Per la morte di Collinzio D’Orazio cade l’accusa di omicidio volontario e resta in piedi quella di abbandono di incapace.
Fabrizio Sante Mostacci e Mirko Caniglia sono i due giovani che dovranno comparire davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Avezzano il 28 febbraio prossimo, 3 anni dopo la morte di Collinzio D’Orazio, il 51 anni, trovato senza vita nel fiume Giovenco dopo un mese di ricerche.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Franco Colucci, Mario Flammini e Antonio Milo, sono stati gli ultimi a vedere in vita D’Orazio la sera della scomparsa, l’1 febbraio 2019 e secondo la loro versione, lo avrebbero solo riaccompagnato a casa.
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Invece secondo l’accusa, dopo aver trovato D’Orazio nella piazza del paese, barcollante a causa dell’eccessivo consumo di alcol, lo hanno fatto salire in macchina. A quel punto, sempre per l’accusa, anziché riaccompagnarlo a casa, o comunque in un luogo sicuro, lo hanno abbandonato in evidente stato confusionale, anche a causa dei problemi psichici e dell’evidente stato di ebbrezza di D’Orazio, sotto la pioggia e sottoposto alle basse temperature notturne, in una situazione di oggettivo pericolo.
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Del caso, che ha avuto un grosso clamore mediatico, se ne è occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto”. La famiglia della vittima è difesa dagli avvocati Berardino Terra e Stefano Guanciale.