Cultura e folklore

San Martino: festa di vino, castagne… e corna

San Martino: si festeggia oggi il santo protettore delle corna e del vino novello con le castagne! La ricorrenza tanto antica che apre le porte all'inverno.

Castagne, vino possibilmente novello e castagne arrosto: questo il menù di San Martino a cui volendo si possono aggiungere anche i rigatoni al ragù o con la salsiccia.

San Martino, il santo originario di Tours si festeggia l’11 novembre, ricordato non solo perchè donò metà del suo mantello ad un povero infreddolito, ma anche perchè è considerato il protettore “delle corna”.

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Celeberrima anche l’omonima poesia di Giosuè Carducci: “Gira su’ ceppi accesi lo spiedo scoppiettando: sta il cacciator fischiando sull’uscio a rimirar”, che profuma e fa pensare proprio al vino, alle castagne, al calore del fuoco.

Nella nostra regione, la festa ha un significato strettamente legato alle tradizioni agricole: una sorta di capodanno rurale celebrativo, a suon di vino novello e castagnate, dei contratti agricoli, da sottoscrivere a vendemmia conclusa, con le olive in frantoio e con la messa a riposo dei campi.

Passiamo adesso alle “corna dolenti” che rendono comunque a festa di San Martino decisamente più folkloristica.

San Martino sarebbe infatti il protettore dei mariti traditi in base ad una leggenda che vuole la sorella di San Martino sottrarsi allo sguardo del proprio marito e del fratello religioso e commettere adulterio.

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Sembra che già prima dell’ ‘800, in questo giorno, si svolgessero feste in cui si faceva sfilare il bestiame con le corna per propiziare la fertilità. Ancora oggi la tradizione si rinnova, a San Valentino in Abruzzo Citeriore (Pescara) con una processione in cui tutti indossano delle corna. In questo paesino, si porta in processione anche la “Reliquia”, una sorta di simbolo fallico coperto da un velo, accompagnato per le vie del paese dall’ultimo degli sposati dell’anno precedente. Durante il corteo, poi, la “reliquia” viene scoperta e passata in consegna allo sposo più recente.

A Scanno, il giorno di San Martino, i giovani danno fuoco alle “Glorie”. Si tingono il volto con il carbone e improvvisano canti e balli, inneggiando alla propria contrada intorno ai “palanconi”, alte cataste di legna e sterpaglie costruite nelle alture a cui viene dato fuoco. Una volta bruciato, il palancone viene offerto alla sposa novella che offre vino e dolci a tutti. I falò sono così luminosi e così alti (anche 20 metri) che si vedono anche a distanza.

Sempre a Scanno si possono mangiare, a San Martino, le pizze con i quattrini: proprio perché San Martino è il santo dell’abbondanza, si mangia questa tipica focaccia a base di farina gialla, miele, noci e fichi secchi e che nasconde una monetina al suo interno.

L’abbondanza, la fertilità, la dispensa piena, in poche parole, tornando indietro di generazioni: e il detto “Ci sta lu sante Martino” sta proprio a significare che in una casa, ringraziando il cielo, non mancano le provviste.

Buon San Martino a tutti!

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