Politica

Sondaggio misterioso, lo strano caso che imbarazza il PD

L'AQUILA - Giovanni Lolli commissiona un sondaggio sulle elezioni comunali. Trapelano solo dati "assoluti", i risultati specifici restano blindati. I protagonisti non commentano.

L’AQUILA – Giovanni Lolli commissiona un sondaggio sulle elezioni comunali. Trapelano solo dati “assoluti”, i risultati specifici restano blindati. I protagonisti non commentano.

Il PD, con Massimo Cialente, Stefania Pezzopane e Americo Di Benedetto, può strappare la guida della città a Pierluigi Biondi alle prossime elezioni amministrative. Lo direbbe – ma il condizionale è d’obbligo – un sondaggio commissionato da Giovanni Lolli su un campione di circa mille persone. Difficile, però, capirne granché. Contattato dal Capoluogo.it, Giovanni Lolli ha spiegato che non intende pubblicare i risultati del sondaggio.

Come detto, con il sondaggio non pubblicato, è impossibile saperne di più, se non che “per sentito dire” il centrosinistra, con i tre papabili candidati, prevarrebbe sull’attuale sindaco, Pierluigi Biondi. Un risultato, per quanto piuttosto vago, che dovrebbe comunque far piacere al PD, che però, fatica a commentare.

Non commenta, infatti, il segretario regionale del PD, Michele Fina, che – interpellato a riguardo – ha spiegato di non poter rilasciare dichiarazioni su un sondaggio non pubblicato e di cui non conosce l’esistenza. Per il momento nessun commento nemmeno dalla deputata Stefania Pezzopane, nonostante risulterebbe premiata dallo stesso sondaggio. Non risponde nemmeno Americo Di Benedetto, per lo stesso motivo del segretario regionale: il sondaggio sembra quindi particolarmente misterioso.

Considerate le reazioni ispirate alla massima prudenza dei protagonisti dell’intricata vicenda, risulta evidente che il sondaggio in questione non sia un’iniziativa ufficiale di partito, ma commissionato a livello personale da Giovanni Lolli, probabilmente per sondare gli umori anche rispetto alle voci che lo avrebbero voluto come proposta di “sintesi” tra quelle già in campo.

Altre considerazioni sono difficili da fare, in virtù del livello di “segretezza” dei dati specifici. È possibile immaginare che non li si vogliano pubblicare per evitare “malumori” tra gli altri esponenti del partito, ma diffondere la tesi generale (i candidati del PD possono battere Biondi) senza i dati specifici appare un’operazione poco trasparente. Commissionare sondaggi a livello privato e tali farli rimanere è certamente legittimo. Commissionare un sondaggio a livello “personale” e far trapelare solo ciò che fa più comodo forse lo è un po’ meno, ma sicuramente non giova alla trasparenza e nemmeno allo stesso confronto interno al PD. Tant’è che più che ringalluzzire il Partito Democratico, lo stesso sondaggio è servito più che altro a imbarazzare tutti.

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