L'editoriale

L’Aquila, cercasi centro sinistra disperatamente

Cosa succede alla sinistra aquilana? C'è aria di fermento tra le correnti del centro sinistra. Alla ricerca di visibilità, tra conferenze ed iniziative dal basso, si accende lo scontro tra i nomi di spicco.

L’AQUILA – Cosa succede alla sinistra aquilana?

Il rinnovamento generazionale, si sa, porta con se continuità e fratture, schieramenti e correnti. Il Pd, per sua nascita, ha imparato a convivere con le correnti interne che, da sempre, rappresentano la vivacità democratica, ma anche i fardelli, gli sgambetti ed il fuoco amico. Le pagine della sua storia ne sono piene: l’ultimo eclatante sgambetto nella storia del capoluogo è stato senza dubbio al candidato sindaco di L’Aquila Americo di Benedetto, il quale aveva affrontato di petto lo scontro generazionale interno nel duello feroce delle primarie contro il delfino di Lolli, all’epoca vice presidente della Regione Abruzzo, Pierpaolo Pietrucci, a sua volta all’epoca consigliere Regionale (nell’amministrazione a trazione Pd di Luciano D’Alfonso, ndr).

Sono trascorsi quasi 5 anni e L’Aquila si appresta a rinnovare la sua amministrazione.

C’è grande fermento nel centro sinistra, dove, all’esperienza di una vita di Stefania Pezzopane, Giovanni Lolli e Massimo Cialente, si affianca la voglia di crescere, almeno in politica, di tanti: Stefano Palumbo, Pierpaolo Pietrucci, Paola Inverardi, Rinaldo Tordera.

La scena politica regionale ci racconta di due grandi correnti interne al Pd regionale ed afferenti a Luciano D’Alfonso, da una parte, e Giovanni Legnini, dall’altra. Il testimone del segretario regionale del Pd, intanto, è passato da Silvio Paolucci a Michele Fina.

Americo Di Benedetto ha sbattuto la porta al Partito Democratico e, pronto ad affrontare di nuovo Pierluigi Biondi, rifiuta di farlo sotto l’investitura del Pd. Giovanni Lolli, dal canto suo, vorrebbe recuperare dalla inossidabile ‘società civile’ l’ex rettore Paola Inverardi.

Difficile che Pierpaolo Pietrucci, divenuto consigliere regionale a seguito delle tanto agognate dimissioni di Giovanni Legnini, abbandoni lo scranno dell’Emiciclo per abbracciare la croce di sindaco del capoluogo. Non foss’altro che per un mero conto economico: il ruolo di consigliere, infatti, prevede un onorario di 11mila euro al mese; quello di sindaco VINCENTE 3mila, perdente pochi spicci.

Gli scranni dell’opposizione sono calcati da un centro sinistra litigioso, che cerca di attrarre l’attenzione delle telecamere e della popolazione con deboli argomenti.

Conferenze stampa indette frettolosamente, dove forse hanno fatto più scalpore le assenze, e le prese di distanza, che non le presenze. D’altronde è difficile smontare quello che appare palese agli occhi di tutti: L’Aquila è tornata veramente a volare!

Per la prima volta in dodici anni sono tornato in centro volentieri, apprezzando le vie piene di tavoli e di turisti sorridenti; di dehors curati e di venditori ambulanti di rose… ho stentato a riconoscere la mia città. In questi lunghi dodici anni il centro storico mi ha messo profonda tristezza, perché evocava disastro e sofferenza, mentre l’estate che sta per finire mi ha presentato una città nuova, bella, positiva!

L’agone politico mette a confronto visioni e soluzioni differenti, ma l’obiettivo dovrebbe essere unico e solo: il bene della città e dei suoi cittadini.

Vera è l’esigenza di dover dimostrare di esistere, ma senza esagerare. Scatenare polemiche e sospetto non fa bene alla città e ai cittadini, ai ‘big’ e a quanti si sono messi a disposizione per un comune obiettivo: aiutare L’Aquila a tornare a volare.

Negli ultimi tempi la nostra città ha smesso di piangersi addosso e si è tirata su le maniche, cercando di ricostruirsi e dimostrare, con tenacia e determinazione, di avere tanto ancora da dare e da mostrare.

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