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Gran Sasso, le due facce della stessa montagna: cabinovia ferma e novità in quota

Gran Sasso - Situazioni di stallo che rimandano il turismo a tempi migliori e belle novità in quota per gli amanti della montagna.

Gran Sasso – La cabinovia è chiusa da un anno, ma intanto nasce una palestra a cielo aperto e il Franchetti riapre ai pernottamenti.

Gran Sasso – CABINOVIA PRATI – Ne abbiamo parlato per una estate intera, ma senza arrivare a un lieto fine. Il 24 settembre è la data che segnerà un anno esatto la chiusura della cabinovia Prati di Tivo – Madonnina.
E’ stata un’estate nera per i Prati e per tutto il comprensorio del Gran Sasso teramano fatto di attività ricettive che vivono di turismo, o almeno vorrebbero. Si è passati dalle restrizioni Covid  che hanno chiuso la montagna, al braccio di ferro infinito tra la provincia di Teramo, l’Asbuc di Pietracamela e il Parco Gran Sasso-Laga.

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Nessuna istituzione in questi lunghi mesi ha battuto i pugni sul tavolo per fare un passo decisivo verso la riapertura, ma in questi giorni in molti hanno parlato dell’impegno verso lo stallo dell’impianto viste le prossime elezioni che coinvolgono il comune di Pietracamela. Questo conferma purtroppo, a discapito di molti, la non volontà di gestire il turismo in un’area fortunata dal punto di vista naturalistico.

GRAN SASSO

A una chiusura così prolungata non si era mai arrivati, se non nel 2009 per motivi assai differenti legati alla sostituzione della cabinovia.

VERSO IL FRANCHETTI – Raggiungere il rifugio Carlo Franchetti, che intanto ha ricominciato con i pernottamenti, diventa un poco più difficoltoso.

GRAN SASSO

Si parte da Pian del Laghetto, detto anche Cima Alta o Balcone. Si costeggia  un dosso erboso soprastante una valletta, che si aggira poco dopo con un’ampia curva, e a sinistra impossibile non notare  la maestosa croce che si affaccia su Val Vomano.

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Si attraversa una strada sterrata e per tracce di sentiero sul prato si raggiunge  il crestone erboso dell’Arapietra. Il sentiero si fa via via più ripido e segue fedelmente il crestone, dopo un tratto più erto la pendenza diminuisce e si raggiunge l’albergo diruto,un’altra incompiuta di nome e di fatto, situato sulla cresta dell’Arapietra .

Il sentiero continua pianeggiante e poi in leggera salita. Dopo un tratto con massi qua e là, si raggiunge la stazione della seggiovia. Aggiungendo quaranta minuti di cammino in più alla salita che conduce al Franchetti.

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“Riapritemi” c’è scritto con un pennarello su un cartello all’ingresso della Madonnina.
E’ il messaggio di un passante condiviso da molti, anzi moltissimi, visti i numeri della raccolta firme, sia cartacea che on-line, con cui si chiede una riapertura imminente.

GRAN SASSO

Dalla stazione superiore della seggiovia si prende la mulattiera in direzione del Corno Piccolo. Raggiunta la base di un ghiaioncino si sale per la mulattiera che fa un’ampia curva; dalla seconda curva si stacca sulla destra il sentiero attrezzato Ventricini. Si prosegue verso sinistra e dopo alcune ripide svolte si raggiunge il Passo delle Scalette entrando così nel Vallone delle Cornacchie. Si costeggia per un tratto la parete Est del Corno Piccolo, da cui piano piano ci si stacca, per attraversare una selva di massi fino a due pietroni che formano un arco sul sentiero. Raggiunto così lo sperone che divide in due il Vallone delle Cornacchie, un breve tratto sommariamente attrezzato e leggermente esposto porta sul filo. Si prosegue dapprima per questo, poi sul fianco destro con numerose svolte. Giunti ai margini di un pianoro erboso si vede il rifugio che sorge sopra un salto roccioso e lo si raggiunge compiendo un largo giro sulla destra, attraverso una foresta di massi, e salendo infine un comodo pendio ghiaioso (ore 1,10 dalla Madonnina – ore 2,30 dalla Piana del Laghetto –  come indicato sulla Guida del Gran Sasso CAI/TCI dei Monti d’Italia di L. Grazzini e P. Abbate).

L’escursione resta comunque una delle più suggestive dell’Appennino centrale che regala un panorama impagabile e una sosta immancabile e doverosa al rifugio Carlo Franchetti per una polenta o una zuppa, oltre al caro saluto a Luca Mazzoleni che da anni gestisce la struttura di proprietà del CAI di Roma a quota 2433 metri.

Franchetti

PALESTRA – Da qualche settimana si lavora anche sullo sperone che anticipa l’arrivo al Franchetti: a breve l’inaugurazione di una palestra a cielo aperto con itinerari di arrampicata a più tiri e mono-tiro.

franchetti

Il progetto che ha fatto molto parlare di se è stato realizzato grazie alla testardaggine di Antonio Scipioni, presidente dell’Associazione Respira Il Gran Sasso che ha sposato l’idea dalla guida alpina Riccardo Quaranta e collaborato con Guido Morini per la realizzazione del progetto che ha ottenuto il via libera del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga e il patrocinio del comune di Pietracamela.

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