Eventi culturali e storia

Premio Internazionale Ignazio Silone, “Tempo Presente”: la rivista senza età dal Dopoguerra a oggi

Entra nel vivo la seconda giornata di eventi del Premio Internazionale Ignazio Silone, a Pescina: questa mattina il focus sulla storica rivista Tempo Presente, da ieri a oggi. Com'è cambiato il mondo e la realtà agricola che circondava Silone, rispetto al lavoro di oggi?

Entra nel vivo la seconda giornata di eventi del Premio Internazionale Ignazio Silone, a Pescina: questa mattina il focus sulla storica rivista Tempo Presente, da ieri a oggi. Com’è cambiato il mondo e la realtà agricola che circondava Silone, rispetto al lavoro di oggi?

Un ricco excursus, tra il passato e il presente, testimoniato dal lavoro e dall’esempio della rivista Tempo Presente, al centro del convegno che caratterizzerà la seconda giornata del Premio Internazionale Ignazio Silone, all’interno della Sala Convegni del Teatro San Francesco di Pescina. Il convegno inizierà a margine della presentazione del nuovo sito “Silone.it”, illustrata da Luigi Todisco.

Nel programma di oggi, alle 21, andrà in scena lo spettacolo “Fontamara”, a cura della Compagnia Teatrale “Officine Solidali Teatro” di Pescara e de “La Carovana” di Torre de’ Passeri.

“La testimonianza della Rivista Tempo Presente dal Dopoguerra ad oggi, nell’Italia Democratica, Popolare ed Europea” è il titolo del convegno in cartellone, con gli interventi: di Alberto Aghemo, attuale Direttore della rivista “Tempo Presente”, del senatore Gaetano Quagliariello, in collegamento, di Franco Salvatori, Professore ordinario di Geografia, già Presidente Emerito della Società Geografica Italiana e di Antonio Di Matteo, Presidente Nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori. A moderare il convegno sarà il giornalista Sergio Venditti.

Antonio Di Matteo, MCL in campo per globalizzare la solidarietà: ripartire dal lavoro

 

Da Fontamara e lo sfruttamento feudatario, alla riforma agraria degli anni ’50 che ha restituito la terra ai contadini, fino all’attuale organizzazione del lavoro della terra e alla realtà del mondo agricolo oggi. Un approfondimento storico culturale che spiegherà come e perché Ignazio Silone, insieme a Nicola Chiaromonte, fondò la rivista Tempo Presente nel 1956. Si era in piena Guerra Fredda e in uhm contesto, quale quello nazionale, frammentato e diviso. L’evoluzione storica e tutto ciò che è passato attraverso di essa. La crescita sociale, l’emancipazione e la riforma agraria che poirtò ad un nuovo benessere e alla rinascita di territori appena usciti dalla Guerra.

A parlarne, in un’analisi che riallaccerà al giorno di oggi i legami con un passato mai perso, sarà Antonio Di Matteo, che abbiamo ascoltato in anteprima.

“Partiamo dal contesto storico. La rivista nasce nel ’56, il mondo era diviso in due per la Guerra Fredda. Anche in Italia la situazione vedeva da un lato la Democrazia Cristiana e dall’altro il Partito Comunista. Una rivista, qual era Tempo Presente, che aveva una dimensione culturale liberale e socialista trovava senz’altro delle resistenze. Se da una parte c’era il PC che voleva egemonizzare la cultura, dall’altra parte c’era la critica che Silone muoveva alla Democrazia Cristiana, poiché la considerava in parte dipendente dalla gerarchia ecclesiastica. Ma sono anche gli anni dei fatti di Ungheria e della relativa repressione delle libertà”. Capitoli di storia che ripercorre Di Matteo, Presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori.

C’era, però, soprattutto l’opera dello stesso Ignazio Silone “che aveva cantato le storie degli umili, la ricerca e il lavoro della terra. Il sogno della terra, che si avvererà veramente solo con la terra ai contadini, vera conquista della riforma agraria e, quindi, l’evoluzione storico-sociale che ha portato alla nascita dell’impresa e dell’azienda agricola, quella che conosciamo oggi. Quando nasce la rivista si stava configurando la scelta europea dell’Italia: si dialogava su ciò che poi si configurerà nei Trattati di Roma, quindi la nascita della Comunità Economica Europea e sulla nascita della Comunità Economica dell’Energia Atomica. Entrambi passi significativi nel percorso e nel cammino verso l’Europa Unita. Un percorso che non possiamo non attualizzare ad oggi”.

“Io sono figlio di questa terra e ne conosco l’evoluzione. Ho visto da giovane la comunità rurale e vedo, oggi, i cambiamenti in atto in quello che continuerà ad essere il traino dell’economia del territorio marsicano, cioè proprio l’agricoltura. Al centro della nostra terra deve esserci il lavoro, secondo le nuove tecnologie in atto e seguendo un’apertura sempre più a carattere internazionale. Apertura intrapresa già da tempo e che ha consentito alla Marsica di uscire fuori dall’isolamento orografico che la caratterizza. Oggi – e ciò va avanti dagli anni ’70 – i prodotti raccolti dai terreni fucensi finiscono sui mercati generali del Nord Italia. Un sistema reso possibile soprattutto grazie alle infrastrutture viarie: a dimostrazione della necessità di opere come queste per lo sviluppo del lavoro, unita alla necessità del sostegno al credito, importante per orientarsi ad un’agricoltura sempre più moderna”. 

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