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Storicampus, a Scoppito si chiude il sipario sul Festival che rilancia l’Alta Valle dell’Aterno

A Scoppito la giornata conclusiva di Storicampus: nella seconda edizione del Festival il cammino in 8 piccoli comuni dell'Alto Aterno. Ripartenza, cultura e dibattiti: perché un nuovo sviluppo è possibile. 

A Scoppito la giornata conclusiva di Storicampus: nella seconda edizione del Festival il cammino in 8 piccoli comuni dell’Alto Aterno. Ripartenza, cultura e dibattiti: perché un nuovo sviluppo è possibile.

Sarà “Fontamara” di Ignazio Silone, nell’interpretazione del Teatro Lanciavicchio, a chiudere stasera, 31 luglio, sulla piazza del Municipio di Scoppito (ore 21.00) la seconda edizione di Storicampus: il festival finanziato con il programma Restart per la rinascita delle zone colpite dal sisma che ha attraversato durante la settimana Barete, Cagnano Amiterno, Campotosto, Capitignano, Montereale, Pizzoli e Tornimparte.

Otto giornate di eventi in altrettanti borghi della provincia dell’Aquila, spesso ignorati dai grandi circuiti culturali. Fra racconti in piazza, spettacoli nelle frazioni, musica, cinema e letture nei cortili. Una grande esperienza di ascolto e riconoscimento umano che ha portato molte case ad aprirsi e le persone di tante età diverse, dalle nonne ai bambini, a dialogare sul futuro di queste zone. «Abbiamo fortemente voluto realizzare Storicampus quest’anno nonostante la pandemia – spiega Marco Giusti, sindaco di Scoppito, il comune capofila del progettoEravamo convinti infatti che fosse necessario trasmettere un segnale di ripartenza dopo una fase difficile che si aggiungeva a un periodo già segnato da molti problemi, durante il quale questo territorio cercava di risollevarsi dopo le scosse degli anni scorsi. La risposta è stata positiva, abbiamo colto il desiderio di essere ancora comunità, di sentirsi in relazione con gli altri. Ecco, il messaggio che arriva dal festival sta proprio in questo tentativo di riconoscerci ancora nella nostra identità collettiva e di cercare le ragioni, soprattutto a favore dei giovani, per pensare se stessi in futuro su questi territori che sono oggetto di un grande impegno economico da parte dello Stato. Ma oltre alla ricostruzione materiale c’è bisogno di una strategia perché l’Alta valle dell’Aterno svolga ancora un ruolo, nel quadro della riflessione più ampia sul rilancio delle aree interne nel nostro paese. Altrimenti ci ritroveremo soltanto delle scatole vuote».

 

marco giusti sindaco scoppito

In foto il sindaco Marco Giusti

La giornata conclusiva di Storicampus prevede nel Parcobaleno di Scoppito giochi, i laboratori creativi e di cucina insieme ai bambini, fra i protagonisti di questo cammino con l’energia creativa, le idee e i messaggi di rigenerazione che hanno espresso.

Alle 18.00 invece nella piazza del Municipio si inaugurerà la mostra in 24 pannelli, tre per comune, che racconta il patrimonio che l’Alta valle dell’Aterno mette a disposizione della modernità, fra imprese agricole che puntano sul valore aggiunto della tipicità, panorami e cammini di elevato valore naturalistico, beni artistici e archeologici che testimoniano la stratificazione storica delle popolazioni. Un lavoro ancora più significativo visto che deriva dallo sguardo di venti giovani creativi tornati a Storicampus dopo l’edizione 2019, che hanno percorso l’area interessata dal festival e restituito, attraverso il proprio sguardo, il respiro più profondo di questa terra storica.

Ma come valorizzare tutto questo, come immetterlo nei processi di rilancio economico che seguono alla pandemia? Sarà il tema intorno al quale ruoterà “Le opportunità del Pnrr per il territorio”, vale a dire il dibattito (ore 19.00) sul piano che il Governo ha presentato a Bruxelles per utilizzare i fondi europei stanziati in occasione della crisi sanitaria. «La chiave di volta per le aree interne, in questa transizione verso la sostenibilità, sta nel passare dal consumo alla produzione – spiega Paolo Pigliacelli, fra i maggiori esperti di progettazione per lo sviluppo locale che parteciperà all’incontro – Fino ad ora infatti, perché questi territori tornino a vivere si è pensato di investire appunto nel consumo di beni e servizi per l’accoglienza turistica. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per come è stato concepito dall’Italia, rappresenta un’importante opportunità per affiancare a questa offerta, che resta importante, un modello che permetta in particolare ai giovani di tornare a produrre in questi territori. Pensiamo alle attività di trasformazione dei prodotti agroalimentari, all’utilizzo delle foreste dando valore aggiunto al legno nell’industria dell’arredo o nell’edilizia e così via. Un processo che richiede innovazione tecnologica e che permette, attraverso la logica dell’economia circolare, di trasformare e commercializzare sul posto, riaprendo la rivendita sotto casa».

Con lui si confronterà Giovanni D’Amico, della Destination Management Company (Dmc) Marsica, una delle 13 agenzie costituite in Abruzzo per innovare la logistica collegata ai flussi turistici: «Per vincere questa sfida occorre un contesto di relazioni coeso, attori sociali attivi, giovani innovatori e un sistema istituzionale coerente con una prospettiva di crescita dell’Alto Aterno. È un progetto ambizioso, che deve trovare conferma in un forte dialogo interistituzionale dal basso verso l’alto e viceversa, fuori dalla prospettiva salvifica che il flusso di risorse in arrivo possa costituire di per sé un elemento di progresso del sistema sociale di questi territori». E l’appuntamento con Storicampus, per sostenere i processi di rigenerazione dell’Alta valle dell’Aterno, è al prossimo anno.

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