Storie di donne

Sabrina Prioli, la rinascita dopo le lacrime e il dolore della violenza

Sabrina Prioli: il viaggio, proprio come l'araba fenice, per rinascere dalle proprie ceneri. "Combatto e vado avanti per tutte le donne come me vittime di violenze e soprusi". L'intervista rilasciata al Capoluogo.

Sabrina Prioli dietro i suoi occhi nasconde un mondo di emozioni. La rinascita dopo le lacrime, dopo la violenza e i soprusi, la voglia di giustizia, nell’intervista rilasciata al Capoluogo.

Sabrina Prioli è la cooperante e sociologa aquilana che nel 2016 fu vittima di violenze in Sud Sudan. Occasione per l’intervista, la cerimonia per la consegna del riconoscimento ricevuto dalla Onlus Antonio Padovani, che l’ha scelta come “Donna 2021”.

Sabrina Prioli è davvero una donna molto coraggiosa, esempio e pilastro per tante altre. È nata a L’Aquila, dove ha studiato e vissuto, prima di decidere di entrare nel campo della cooperazione internazionale e di andare in missione in Sudan.

Le donne sono il pilastro della società, il premio della Onlus Padovani

“Ricevo questo premio con tanto onore e con il cuore gonfio di emozioni. Porto avanti dal 2016 una lunga battaglia per avere giustizia, non solo per me, per tutte le donne che non hanno voce e che non possono o non hanno potuto denunciare violenze e soprusi di ogni genere. Vado avanti, con sete di giustizia, per tutte le donne sono state costrette in qualche modo a tenere la testa bassa”. dice Sabrina Prioli al microfono del Capoluogo.

Sabrina Prioli

Oggi è abbastanza serena, la vita è tornata a scorrere quieta nella sua L’Aquila nonostante la pandemia e il lockdown. Dentro il cuore però un’angoscia costante, un buco nero difficile da colmare.

La sua è davvero una storia di rinascita, dopo tante lacrime, proprio come l’araba fenice, che risorse dalle sue ceneri. E “Il viaggio della fenice” è anche il titolo del suo libro d’esordio, con cui ripercorre le tappe di oltre dieci anni di vita, dall’incubo del terremoto del 6 aprile 2009 al viaggio in Sud America dove coordinerà progetti di sviluppo umanitario, fino a giungere nel Sudan del Sud sconvolto dalla guerra civile.

sabrina prioli

Qui, Sabrina Prioli è stata vittima di una brutale aggressione all’interno del compound in cui alloggiava. “Nonostante le profonde cicatrici interiori, ho trovato la forza e il coraggio di farmi carico della voce di milioni di vittime di abusi, avviando un lungo percorso di ricerca della giustizia, tuttora in corso”.

Anche nel suo libro, così come nella vita, Sabrina ha esplorato la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità, “coltivando le risorse che si trovano dentro ognuno di noi e rinascendo, ogni volta, come la fenice dalle ceneri”.

I suoi aguzzini erano soldati, persone che dovrebbero essere  dalla parte “dei giusti”, con la divisa delle truppe del presidente del Sud Sudan, Salva Kiir.

Non gliela voglio dare vinta. Continuo la mia battaglia logorante e continuerò a combattere, perchè ancora non ricevo una giusta riparazione. Sono riuscita a portare i soldati in carcere e verranno puniti, ma noi vittime di violenza siamo state uccise dentro. Ho dovuto, abbiamo dovuto anche fare i conti con la solitudine e l’abbandono da parte di tutte le istituzioni che si sarebbero dovute occupare di me A cominciare da quelle italiane”.

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“Se non portiamo avanti questa battaglia resta tutto uguale. Noi donne abbiamo fatto progressi incredibili, ma i nostri diritti devono essere rispettati: sempre! Ci sono delle leggi e delle convenzioni che ci proteggono non siamo sole: basta informarsi e non rimanere in silenzio”.

“Ho tutto il diritto di essere ascoltata e di essere ricevuta, più che altro di ricevere una risposta dalle istituzioni”.

Il video integrale dell’intervista a Sabrina Prioli

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