Dillo al capoluogo

Odissea al Pronto soccorso, 5 ore per ricoverare un bimbo con la febbre alta

AVEZZANO - A #dilloalcapoluogo la segnalazione di una mamma: "Cinque ore in Pronto soccorso per ricoverare mio figlio con la febbre alta".

AVEZZANO – A #dilloalcapoluogo la segnalazione di una mamma: “Cinque ore in Pronto soccorso per ricoverare mio figlio con la febbre alta”.

A #dilloalcapoluogo la lettera aperta al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, di una mamma che lamenta lungaggini e disagi al Pronto soccorso di Avezzano: “La notte fra mercoledì e giovedì scorsi (14/15 Luglio 2021), – racconta la mamma – ho deciso di portare mio figlio di 8 anni in ospedale: era la terza notte di febbre alta, quella precedente ha avuto anche le allucinazioni, io a casa non riuscivo più a gestire il suo quadro clinico. Convinta di poterlo affidare presto ad ottime mani di professionisti, sveglio mio marito, indossiamo i vestiti rimasti sulla sedia la sera precedente, abbraccio mio figlio (bollente e tremante), lo carico in auto (quella notte faceva freddo…), e ci avviamo verso il pronto soccorso di Avezzano, distante poco più di 20 minuti da casa a San Benedetto dei Marsi”.

A parte l’attesa iniziale fuori dal Pronto soccorso, comunque disagevole – è dentro che iniziano i problemi più seri: “Prendo mio figlio dall’auto ed entriamo, facciamo l’accettazione e ci chiudono in uno stanzino, sporco, piccolo… una schifezza (mi lasci passare il termine). Dopo diversi minuti (sempre troppi ed interminabili per essere un pronto soccorso), ritorna l’infermiera che fa il tampone a mio figlio (solo a lui). Mio figlio vomita, stimolato dal bastoncino del tampone e dalla febbre. Restiamo chiusi lì, nello sporco e con il vomito per terra…. per oltre un’ora: i miei tentativi di uscire sono stati respinti con un: ‘Signora, torni dentro, voi da lì non potete uscire fino all’esito del tampone!’ Arriva il risultato: negativo! Un pediatra può visitarlo… nel frattempo sono passate oltre due ore!”

Ma i problemi non sono finiti: “Non possiamo ancora salire al 5° piano (Pediatria), perchè mio figlio non ha energie per camminare e, con due infermiere allungate sulle poltrone, dobbiamo aspettare l’OSS (unico disponibile), che torna e ci accompagna. Sono le 6 e siamo al reparto di pediatria in attesa davanti la sala consulenza. Il pediatra visita il mio bambino e stabilisce che deve essere ricoverato per via della forte disidratazione! Ok, Ci siamo. E invece No! Senza di me non può entrare in reparto ed io non posso entrare senza avere il tampone negativo! L’incubo continua. Aspettiamo l’OSS che ci riporta all’inferno del Pronto Soccorso per fare il tampone. Riesco a farlo, dopo tanta attesa, siamo arrivati che sono le 7 del mattino. Ancora altra attesa per la risposta. Arriva! Negativo! Riaspettiamo l’OSS per salire ed essere ricoverati. Sono le 8! 5 ore di inferno per ricoverare un bambino! 5 eterne ore”.

A quel punto, però, “mio figlio è sfinito, è talmente disidratato che per trovare una vena buona per la flebo ci vuole un’ora: viene bucato dappertutto e, siamo al limite, è tutta colpa di questa mamma sciagurata che ha ridotto il proprio figlio fino a quasi rimetterci la pelle!”

Da qui le domande: “Presidente, mi chiedo e Le chiedo: Come è possibile che in un pronto soccorso non ci sia un medico disposto a visitare un bambino che ha la febbre da 3 giorni!? Come è possibile che il personale presente in pronto soccorso, ad un bambino con febbre alta da 3 giorni, dia priorità al tampone invece che alla cannula! Come è possibile che in un pronto soccorso ci siano stanze ridotte a condizioni di squallore, con personale presente, ma a riposo? Come si può ‘abbandonare’ un bambino in una stanza in attesa del risultato di un tampone!? Come si può non pensare che il tampone debba essere fatto anche alla mamma (avremmo anticipato almeno di 2 ore la disidratazione in corso)!? Come è possibile che per ricoverare un bambino disidratato ci vogliono 5 ore, sapendo che in reparto i posti ci sono. 5 ore Presidente! 5 ore, un inferno! Mi creda, un inferno! Presidente, per tutti i prossimi bambini, per tutti i prossimi anziani, per tutte le prossime persone che avranno bisogno di un aiuto, di cure immediate, Le chiedo di intervenire, di trovare una soluzione, di prendere seriamente questa mia lettera come una denuncia propositiva, affinché le cose migliorino e tornino ad essere quanto meno decenti. L’Ospedale di Avezzano è un punto di riferimento per una grande popolazione, il reparto di Pediatria è fantastico (con i piccoli difetti che anche nel migliore dei posti si possono trovare), è indecente che il Pronto Soccorso sia ridotto a condizioni davvero squallide, disumane”.