Le nuove stanze della poesia

Le nuove stanze della poesia, Tina Caramanico

Il ritratto di Tina Caramanico, la poetessa "nomade", che semina parole e pianta alberi appena può, per l'appuntamento con la rubrica Le nuove stanze della poesia, a cura di Valter Marcone.

Dice di sé Tina Caramanico in una breve biografia pubblicata sul suo sito personale : “Sono nata a Taranto nel 1962. Da allora ho traslocato moltissimo. Nel 2011 ho iniziato a rendere pubblici i miei testi”.

“Ho assecondato e assecondo la mia inclinazione (vagamente suicida, nel panorama editoriale italiano) per poesia e narrativa breve, ma non mi precludo nessuna strada e nessun esperimento. Il mio primo romanzo, “Un cattivo esempio”, ha vinto il premio “Romanzi in cerca d’autore” 2017 a cura di Mondadori-Kobo ed è stato pubblicato da Rakuten Kobo; il secondo, “Il prete nuovo”, è in libreria dal 1 novembre 2019; il terzo, “Come sovvertire l’ordine costituito, trovare l’amore e vivere felici”, dopo alcuni mesi su Wattpad (dove ha vinto i “Wattys Awards 2019” e traumatizzato una quantità di lettori increduli) è diventato un libro nel luglio 2020″.

“Mi sono sempre piaciute le storie: ascoltarle e raccontarle. Ho sempre letto moltissimo e sono patologicamente curiosa. Credo che scrivere sia una conseguenza di questo amore per la narrazione e per le parole”.

E’ questo il credo di Tina Caramanico che si esprime in narrativa e in poesia.

Tanto che in una intervista alla domanda: “Poesia e narrativa breve sono le tue specialità. Non penso tu sia una persona di poche parole, anzi. Come spieghi queste preferenze?”. Risponde compiutamente: “Un romanzo è come un amore che si sviluppa negli anni, che magari comincia quando si è bambini, e cresce poco a poco.

“Un racconto breve o una lirica sono come un colpo di fulmine: in un attimo devono illuminare, rivelare, colpire il lettore, fargli fare una nuova esperienza del mondo o di se stesso. La mia comunque non è una scelta esclusiva, mi piace sperimentare e contaminare i diversi generi. Attualmente, pur continuando a scrivere racconti e poesie, sto lavorando a storie più lunghe e complesse“.

“Mi piace sperimentare e contaminare”, dice Tina Caramanico e nelle sue opere questa sperimentazione contaminazione trova la sua essenza proprio in una raccolta di racconti “Oltre l’incerto limite” che non erano nati come lei stessa dice, per stare insieme: “Questi racconti non erano nati per stare insieme: sono diversi per genere ed estensione”.

“Un giorno però mi sono resa conto, quasi per caso, che tra loro c’è un legame forte: tutti i protagonisti di queste storie si trovano alle prese con la necessità o la possibilità di superare un limite per loro importante. Limite fisico, mentale, culturale, morale: comunque superarlo significa per questi personaggi cambiare nel profondo, rinunciare alla propria identità abituale e diventare coraggiosamente altro da sé”.

“Non tutti riescono a compiere il passo, tutti però ci provano e già il tentativo è sconvolgente. Per molti aspetti si tratta di un libro strano, difficilmente classificabile: fa parte della sua fortuna aver incontrato un editore come Fabio Pinton di Runa Editrice che l’ha scelto e ha deciso di condividere con me questa avventura”. (https://kobowritinglife.it/2017/07/18/intervista-di-tina-caramanico-finalista-del-concorso-romanzi-in-cerca-dautore/)

Tina Caramanico sa anche che è possibile superare i propri limiti ma ad una condizione, che è poi in sostanza proprio il Dna della sua scrittura e del suo modo di interpretare quella voglia di raccontare anche “a costo di suicidarsi”.

Ma è solo un modo di dire perché Tina Carmanico sa bene qual è l’apporodo della sua narrazione che è sostanzialmente vita e voglia di vita. Infatti dice: “Solo accettando di cambiare, di superare i nostri limiti e i nostri confini, possiamo crescere e continuare a vivere. A volte è esaltante, a volte può essere doloroso, ma è comunque inevitabile”.

Alla città di Milano, a cui è molto legata, dedica una raccolta di poesie, “Milano invisibile”, nasce da una poetica ibrida di nostalgia, di senso della solitudine e di ironia milanese; la città è avvertita come estranea, inadeguata a far esplodere i sentimenti e, tuttavia, capace di dare riparo alle malinconie e di entrare pudicamente nel cuore, rendendolo più introverso e riservato. Alla fine, a leggerla con attenzione, questa “Guida a Milano invisibile” assume ibridazioni iridescenti, fragilità d’acqua, gocce che, se tenute con delicatezza nel palmo della mano, sanno restituire il riflesso della luce del sole e bucare le pallide atmosfere della città, illuminandole di nostalgie e solitudini, di esistenze che scorrono senza incontrarsi e di opportunità sprecate di felicità possibili. In fondo a tutto si può scoprire un sorriso, un’emotività non facile agli abbandoni e sogni tenuti sotto stretta sorveglianza, ma pur sempre sogni.

Una sensibilità da milanese del sud insomma, con le sue contraddizioni ed il suo piccolo tesoro, ben dissimulato, ma proprio per questo più prezioso, di emozioni e tenerezze.(https://www.labellapoesia.info/2011/05/tina-caramanico.html)

Milano invisibile

Oggi Milano è blu.
I ragionieri svolazzano
tra cespugli di rose.
L’uomo che fugge si è fermato,
tutto intero,
tra le mie braccia.

Signora Tina

Signora Tina non andare via
da queste strade d’aria,
dalle piene del mondo.
Non cadere nella solita frittata
(plaf)
di roteanti equivoci, carezze e fumo.
Quale fascino stupido avrà un solo
punto interrogativo, oscuro, che ripete
se stesso, divora il tempo
e non si svela?

In mare aperto

Durante un lungo viaggio,
c’è un’ora in cui la terra può soltanto
essere sogno o ricordo.
Occorre avere fede nella rotta,
e nelle carte usate per tracciarla.
A ogni tempesta, quando la solitudine è più oscena,
ciò che abbiamo imparato
affidiamo a una bottiglia, e al caso:
perchè la sorte ci conceda infine
la grazia immeritata di un compagno,
che con noi incroci saluti, da lontano.

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