L'iniziativa

Eutanasia, la raccolta firme per il Referendum anche a L’Aquila: liberi fino alla fine

Raccolta firme per l'indizione di un Referendum per l'Eutanasia legale. 9 e 10 luglio l'appuntamento a L'Aquila. Il punto con l'associazione Luca Coscioni

Anni di battaglie, di storie, controversie e leggi mancate. Ora gli italiani potranno essere finalmente chiamati a decidere se dare una possibilità all’Eutanasia legale: ma solo se ci arriverà a un Referendum. Parte la raccolta firme a L’Aquila.

L‘eutanasia c’è e c’è da tanto tempo. Anche in Italia, nonostante lo Stato non la riconosca. Per questo viene considerata e giudicata illegale. Se le cose cambieranno, lo dirà il tempo e lo dirà soprattutto il risultato dell’iniziativa messa in campo dall’associazione Luca Coscioni. Fino al 30 settembre in Italia, infatti, si raccoglieranno firme per richiedere di indire un Referendum per rendere l’Eutanasia Legale.

“L’obiettivo è raccogliere 500mila firme affinché venga indetto il Referendum. Questo weekend i volontari dell’associazione Luca Coscioni saranno presenti sia al Piazzale dell’Emiciclo sia ai Quattro Cantoni, in Corso Federico II. Domani e sabato, 9 e 10 luglio, a partire dalle 18″, ci spiegano dallassociazione Luca Coscioni.

eutanasia legale referendum

L’associazione – che ha promosso il Referendum – depositò già anni fa una proposta di legge di iniziativa popolare, dopo apposita raccolta firme, con il medesimo fine: rendere legale l’Eutanasia. La proposta di iniziativa popolare, che andrebbe discussa entro due legislature, tuttavia non venne mai discussa.

“Questo fu il primo tentativo, da parte dell’associazione, di portare il tema in Parlamento. Poi c’è stato il caso DJ Fabo, con Marco Cappato che si è autodenunciato. La Corte Costituzionale, chiamata a giudicare il caso, aveva sospeso il giudizio su Cappato, chiedendo al Parlamento di fare una legge per colmare questo vuoto normativo. Vuoto legato al fatto che ci sia soltanto l’articolo 579 del Codice Penale – omicidio del consenziente – che impedisce la cosiddetta eutanasia attiva: stabilendo la reclusione come pena per l’omicidio. Non viene contemplato, tuttavia, il diritto all’autodeterminazione degli individui: diritto che poteva, a detta della Corte Costituzionale, cozzare con l’articolo 579. Da qui la necessità di un pronunciamento del Parlamento, per colmare questo vuoto normativo. Il pronunciamento, però, non c’è mai stato. Marco Cappato poi è stato assolto, ma dal punto di vista legislativo non è stato fatto nulla. Oggi è tempo di agire: inutile continuare a far finta che l’eutanasia non esista, perché basta recarsi in Svizzera per esercitarla”. 

“Rendendo l’eutanasia possibile anche in Italia – continuano dall’associazione Coscioni – si permetterebbe alle persone di spegnersi più serenamente, con l’affetto dei propri familiari intorno, senza che ci sia il pericolo che si configuri l’ipotesi di reato per gli stessi familiari. Mettiamo fine a questo limbo tra legalità e illegalità: rendendo possibili atti che avvengono a prescindere da quanto stabilisce la legge”. 

Obiettivo 500mila firme, quindi, per far sì che siano gli italiani a decidere sulla legalità dell’Eutanasia.

Una legalità che non costituirebbe, ovviamente, obbligo alcuno, ma solo una possibilità di scelta in più per tante persone e per le loro famiglie. “Solo chi vorrà potrà ricorrere all’eutanasia che, va precisato, viene preceduta da un lungo percorso – anche psicologico – in cui si accerta che la volontà sia stata espressa in modo sicuro, chiaro e consapevole”.

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