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Il Volo dell’Aquila, l’epopea di Napoleone in 50 istantanee di Salvatore Santangelo e Piero Visani

Un libro a quattro mani che racconta i 17 anni dell'epopea di Napoleone Bonaparte. L'intervista con l'autore Salvatore Santangelo e il ricordo di Piero Visani

Il Volo dell’Aquila(Castelvecchi) – un libro scritto a quattro mani – da Salvatore Santangelo e Piero Visani.

Dagli studi e da una grande passione comune è nato questo progetto editoriale di Salvatore Santangelo e Piero Visani. A quest’ultimo – scomparso nell’aprile scorso – il libro vuole anche offrire un tributo. Il Volo dell’Aquila è un volume di poco meno di 80 pagine, che ripercorre l’epopea di Napoleone Bonaparte, personaggio che ha segnato un’epoca e che è stato, nel tempo, oggetto di considerazioni e interpretazioni anche contraddittorie. Abbiamo intervistato lo scrittore e docente universitario Salvatore Santangelo, che ha voluto dedicare il suo primo pensiero proprio a Piero Visani, con cui ha condiviso questa ultima fatica editoriale.

il volo dell'aquila

«Piero è stato uno dei massimi esperti italiani di polemologia, lo studio analitico dei fenomeni bellici. A lui si deve l’elaborazione di concetti fondamentali, quali – tra gli altri – quello di Stratega mediatico. Insieme abbiamo animato – alternandoci, sulle pagine del Secolo d’Italia – la rubrica denominata “Strategika”: unica in Italia nella sua peculiarità di aprire “finestre” riguardanti questi concetti che nel nostro Paese, purtroppo, quando non vengono guardati con una certa diffidenza, sono comunque considerati marginali. In questo senso Napoleone Bonaparte non definisce solo una traiettoria storica, ma esemplifica una dimensione archetipica. Con Piero avevamo immaginato di sistematizzare i nostri vari articoli e interventi sull’Imperatore dei Francesi, per farne – in occasione del Bicentenario della sua morte – un piccolo volume: quello che i lettori possono oggi trovare in libreria».

Piero Visani è venuto a mancare quando Il Volo dell’Aquila non era ancora stato ultimato, ma «il nostro vincolo di amicizia andava onorato. Per questo ho deciso di portarlo a termine».

Il Volo dell’Aquila, che cosa troverà il lettore nel volume?

«Il libro è composto da tre parti. La prima è un’introduzione, in cui si fa il punto sull’attualità della figura di Napoleone, dell’esperienza del Bonapartismo e, in qualche modo, anche di una costante geopolitica che ha accompagnato gli ultimi due secoli e mezzo della storia del nostro Continente. L’ultima è dedicata a un argomento che può apparire di nicchia, come quello dei giochi di simulazione. Questa sezione è sicuramente un tributo a Piero Visani, che di questi temi è stato un appassionato cultore, ma è allo stesso tempo un ricordo di un altro ragazzo aquilano che non c’è più, Lorenzo Mancinotti. Lui, in qualche modo, mi ha iniziato alla figura di Napoleone. Al centro del libro, invece, ci sono i 50 episodi che cercano di ricostruire uno dei periodi centrali della modernità e, al contempo, un’atmosfera carica di passione, ambizione e smisurato coraggio fisico. Volevamo restituirla al lettore contemporaneo: perché i 17 anni dell’epopea di Napoleone Bonaparte sono stati tutto questo. Un momento storico fondamentale, una vera e propria accelerazione della storia, unitamente a un processo di modernizzazione militare e politico-amministrativo. Napoleone è stato un guerriero, ma anche un grande amministratore. È stato il baricentro di un’epoca di passaggio».

L’attualizzazione della figura

Il libro, inoltre, vuole aiutare il lettore a dare un’interpretazione della figura di Napoleone filtrata da quei riferimenti che si userebbero al giorno d’oggi. «È assurdo pensare di giudicare determinate esperienze storiche con i parametri o le matrici valoriali contemporanee: standard moderni, post-identitari e immersi in un’atmosfera relativista. Questo è, sicuramente, il punto di partenza e il primo tema de Il Volo dell’Aquila. Poi, ovviamente, Napoleone ci rimanda all’utopia di unificare il Continente. Non è un caso se un grande storico militare tedesco come Hans Delbrück – nel proprio testamento politico – rivolgendosi ai propri compatrioti li scongiurava di non seguire l’esempio di Napoleone, perché l’Europa non si sarebbe mai fatta unificare sotto il giogo militare di un’unica potenza. È partito anche da qui il tentativo che i nostri Padri hanno cercato di mettere in atto – dopo la Seconda Guerra Mondiale – di costruire questo spazio di coesistenza pacifica che oggi chiamiamo Unione europea».

Il rapporto tra il Capo e la masse

«Altro aspetto fondamentale è il rapporto tra il Capo e le masse. Napoleone ha inaugurato un vero e propria sistema molto simile al Cesarismo (che trae origine, a sua volta, da un altro grande leader come Giulio Cesare) ma proiettandolo nella sfera della modernità. Napoleone ha potuto contare sui primi mezzi di comunicazione di massa, i primi quotidiani e i primissimi strumenti di sondaggio e controllo dell’Opinione pubblica, che hanno amplificato questa dinamica, cioè il rapporto disintermediato tra il Capo e le masse, rendendo questo modello di un’incredibile attualità. Si consideri, infatti, che la politica contemporanea è basata tutta sulla disintermediazione; quindi studiare Napoleone significa anche esplorare angoli oscuri e problematici della nostra contemporaneità».

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