L'aquila centro storico

“L’Aquila di notte come il Far West”: rabbia e proteste di giovani e residenti

Far west notturno in centro storico all'Aquila: residenti e giovanissimi che vorrebbero solo tranquillità protestano. "Così rischiamo di perdere la libertà, ora che la stiamo riacquistando".

“L’Aquila di notte si trasforma in una sorta di Far West moderno: schiamazzi, strepiti, risse e tanta, troppa maleducazione”.

Questa la segnalazione, esasperata, riportata al Capoluogo, da un residente del centro storico dell’Aquila, la cui quiete viene messa quasi quotidianamente a repentaglio dalla movida “fuori controllo” dei giovanissimi.

Una protesta che fa il paio con quella di alcune giovani ragazze, sentite dal Capoluogo, che si dissociano dalla situazione che sta venendo alla luce in questi giorni.

Una situazione delicata, una movida fuori controllo e caratterizzata da inciviltà e maleducazione, già segnalata dal Capoluogo nei giorni scorsi dopo le dichiarazioni del gestore di un locale di Piazza Palazzo.

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“La notte scorsa L’Aquila, in centro, è successo il finimondo: non riusciamo a capire il perchè e quale sia la causa di questa generazione. Forse le scuole chiuse da poco, il fatto che questi ragazzi siano stati chiusi in casa per tanto tempo, questo però non è modo di divertirsi, a discapito di chi la mattina deve alzarsi per andare a lavorare”, spiega un residente.

Nessuno sta dicendo a questi ragazzi di non divertirsi: le scuole sono chiuse e i mesi scorsi sono stati pesanti per tutti. I residenti del centro sottolineano, “La degenerazione di tanti comportamenti. Parliamo di giovanissimi ubriachi dal pomeriggio che terrorizzano i passanti, disturbano altri giovani che stanno tranquilli senza dare fastidio, vomitano e urinano davanti i portoni delle abitazioni e se ripresi, invece di scusarsi, compiono atti vandalici di ogni genere”.

Una movida fuori controllo quindi e alla quale il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, sta cercando di porre rimedio applicando il pugno duro con sanzioni ad hoc e con l’ordinanza che vieta il consumo degli alcolici negli spazi pubblici del centro.

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“Nei vicoli – racconta al Capoluogo un altro residente del centro storico – abbiamo quasi paura a girare, anche in orari pomeridiani, quando magari si esce per portare a passeggio il cane. Questi ragazzi, non tutti ovviamente, sono violenti, aggressivi e spesso già ubriachi. Si ammazzano di botte, divisi in piccole bande”.

“Volevamo fare delle foto, in un caso qualcuno è intervenuto per separali ed è stato coperto di insulti. Se qualcuno di loro si accorge di essere ripreso, abbiamo rischiato anche di essere aggrediti. Bisogna fare qualcosa e a una cert’ora i locali devono essere chiusi, in modo da consentire anche a chi il centro lo vive, di poter stare tranquillo”.

“Non parliamo poi della mattina: uno schifo totale tra urina, avanzi di cibo e bottiglie sparse. Deiezioni e vomito sui portoni dei palazzi. Cominciano a pulire da prestissimo e devono fare un lavoraccio che diventa anche inutile, visto che il giorno dopo è anche peggio”.

Non tutti i ragazzini e i giovani sono uguali ovviamente e c’è anche chi si dissocia da certi atteggiamenti. La testimonianza di alcune ragazze giovanissime, che vorrebbero solo divertirsi, ma serenamente, vivere il centro dell’Aquila con gli amici in estate, senza paura di essere aggredite.

“Non è divertente nemmeno per noi – dicono al Capoluogo – e per i comportamenti di qualcuno rischiamo di rimetterci tutti. Quello che succede in questi giorni e che viene raccontato, purtroppo è vero. Arrivano a piedi, con i motorini e anche in bici, si portano birre e alcolici da casa o comprati al supermercato con la complicità di qualche amico maggiorenne. Danno fastidio alle ragazze, con avances che spesso diventano anche pesanti”.

Non c’è una distinzione di nazionalità o di ceto sociale: tanti sono degli insospettabili ragazzi che vanno anche molto bene a scuola. Non capiscono che questa non è libertà, ma l’anticamera di qualcosa di brutto, soprattutto perchè c’è il rischio che qualcuno si faccia male seriamente prima o poi”.

“Bullizzano i più deboli, fanno i video e poi se li passano sui social o su Whatsapp. È vero, siamo stati chiusi tanto tempo in casa, ma in questo modo rischiamo di perdere la libertà, proprio adesso che la stavamo acquistando“.

Difatti, non sono mancate nemmeno le risse; l’ultima in ordine di tempo, a san Bernardino, dove sono spuntati anche i coltelli.

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La foto allegata all’articolo è di repertorio

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