Tribunali

Riforma Giustizia, Giuseppe Cioffi: in Italia una legge non si nega a nessuno

Riforma del sistema giudiziario, intervista a Giuseppe Cioffi: "Non ci vuole l’Europa per intimare all’Italia una riforma del sistema giudiziario!"

“Se hai i tubi rotti a casa e l’acqua fino alle caviglie, non aspetti che sia il vicino a dirti di chiamare l’idraulico!” Una riflessione strabiliante nella sua semplicità quella che il magistrato Giuseppe Cioffi ha affidato al Capoluogo per commentare la “richiesta dell’Europa di riformare il sistema Giudiziario Italiano per poter erogare il Recovery Fund”.

Il magistrato Giuseppe Cioffi dopo tanti fiumi di parole chiede alla Politica che “il cittadino venga posto di nuovo al centro delle riflessioni e delle valutazioni necessarie ad imbastire la riforma del sistema giudiziario. Da 40 anni mi occupo di giustizia e sin dai primi anni ho sentito parlare della necessità di una riforma. Certezza dei tempi e certezza della pena, ma soprattutto dovremmo assicurare ai cittadini di Ivrea, così come a quelli di Caltanissetta, la stessa sentenza per lo stesso crimine, emessa con gli stessi tempi e con le stesse garanzie.
Ho pubblicato un articolo con queste stesse riflessioni ben 14 anni fa, che sarebbe attualissimo anche oggi, perché nulla è cambiato – aggiunge il giudice Cioffi -. Ci sono stati tanti tentativi di riforme, in questi lunghi anni, che non hanno sortito effetti, o che spesso hanno avuto effetto contrario. Non sono assuefatto agli eventi, ma abbiamo accumulato stratificazioni di errori e negligenze. In Italia una legge non si nega a nessuno, così in questo modello di rapporti, i Giudici si sono sostituiti alla politica.

Giuseppe Cioffi, riforma del sistema giudiziario

L’Italia ha necessità di una visione sistemica preliminare agli interventi economici; di un ripensamento del sistema giuridico, organico e finanziato (attraverso il Recovery Fund, ndr), ben meditato e ben studiato.
Considerata la composizione dell’attuale governo, i tempi ristretti imposti dall’Europa; viste le carenze strutturali ed organiche; viste le urgenze declamate dalle vicende della cronaca, non so se ci sarà un risultato e se questo potrà assicurare il risultato auspicato e necessario.
Del Sistema giudiziario se ne sono occupati tutti, così come della mafia e della camorra, che intanto persistono sotto altre vesti. Affidiamo alle cure del giudice, che interviene a cose fatte, invece di mettere in atto interventi di prevenzione, che ci mettano al riparo dai danni della criminalità.”

“Oggi affronto processi con persone che ho trattato 20 anni fa, che oggi rientrano in aula tirati dentro da pentiti e gole profonde che li ricollegano a fatti di 15-16 anni fa, commessi da quelli che delinquevano, appunto, già 20 anni fa” riflette Cioffi.

Riforma della giustizia, Giuseppe Cioffi: processi aumentati, ma giudici e spazi sono gli stessi

“Sono stato Presidente del nuovo tribunale di Napoli Nord sei anni fa, appena aperto. Un tribunale pensato e nato nel 2013, che avrebbe dovuto essere il più innovativo e all’avanguardia d’Italia, ma si è persa una grande opportunità!

Mi sono occupato dello sviluppo e dell’espansione, ma venivamo da zero pratiche. Oggi nel tribunale più giovane d’Italia siamo arrivati a gestire migliaia di pratiche, ad essere talmente ingolfati da dover cercare ogni mattina, io stesso, un’aula libera in cui lavorare”.

Tribunale napoli nord cioffi

Il tribunale di Napoli Nord

“La responsabilità della situazione ingestibile, che dobbiamo affrontare a distanza di pochi anni, è di chi ha immaginato di alloggiare un tribunale in un maniero del ‘500, che sarebbe stato più adeguato per un polo museale, più che giudiziale!
I processi sono aumentati, ma giudici e spazi sono gli stessi.
Non ci sono rimedi alla situazione del Tribunale d’Italia che avrebbe dovuto essere il più all’avanguardia, quando è stato pensato nel 2013. Oggi, non si è nella condizione di immaginare impianti di video conferenza, poiché non è adeguato; nemmeno di inserire una nuova unità, amministrativa o giudiziaria, poiché non ci sarebbe spazio.
Se iniziassimo a progettare una nuova soluzione oggi, tra bandi e procedure, sarebbe pronto tra due anni almeno e sarebbe già vecchio ed insufficiente.

Abbiamo accumulato anni di ritardo pesante, ora di quanti soldi avremmo bisogno per recuperare tutti questi anni di incuria?
A Bari si va in aula dentro delle tende; a Marano di Napoli la struttura nuova è pericolante ed i colleghi sono stati trasferiti in delle palazzine indegne”

“Non ci vuole l’Europa per intimare all’Italia una riforma del sistema giudiziario!” conclude Cioffi

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