Emergenza coronavirus

Covid 19 L’Aquila, in terapia intensiva anziani che hanno preferito non vaccinarsi

L'AQUILA - Calano i contagi e i ricoveri in Terapia intensiva, attenzione però ai colpi di coda del Covid 19: ricoverati anziani che non hanno voluto vaccinarsi.

L’AQUILA – Calano i contagi e i ricoveri in Terapia intensiva, attenzione però ai colpi di coda: ricoverati anziani che non hanno voluto vaccinarsi.

Dopo un progressivo abbassamento dell’età media per quanto riguarda i ricoveri per Covid 19, anche in terapia intensiva, proprio nel momento del calo dei contagi e l’avvicinarsi della zona bianca, il “colpo di coda” che preoccupa è rappresentato da nuovi ricoveri di anziani. Come in diverse parti d’Italia, infatti, anche a L’Aquila ci sono stati ricoveri di persone anziane che avrebbero potuto vaccinarsi, ma non lo hanno fatto. Risultato; ricoveri e problemi. Lo conferma a IlCapoluogo.it il professor Franco Marinangeli, primario di Terapia intensiva all’ospedale San Salvatore: “Il vaccino funziona, dei 147 ricoveri in Terapia intensiva della seconda ondata che ha avuto un impatto nel nostro reparto di 5 volte superiore (6 se consideriamo tutta la Asl) rispetto alla prima ondata, nessun paziente era vaccinato; i vaccinati non sono arrivati in rianimazione, tranne 3 pazienti che avevano avuto solo la prima dose e che comunque hanno avuto una forma più attenuata e quindi ne sono usciti bene. Considerati i pazienti che abbiamo ancora oggi, tra cui anziani che hanno deciso deliberatamente di non vaccinarsi, mi sento di raccomandare a tutti quelli che possono di sottoporsi al vaccino, perché si tratta di una protezione oggettiva“.

Una protezione oggettiva che sta contribuendo alla diminuzione dei contagi e dei ricoveri, tanto che comunque la situazione è nettamente migliorata: “Abbiamo 4 pazienti in Terapia intensiva ancora in condizioni serie, rispetto a due mesi fa sicuramente la situazione è decisamente migliorata, abbiamo una coda dei contagi precedenti che però si annuncia piuttosto lunga, perché i contagi ancora ci sono, quindi dobbiamo aspettarci che una piccola percentuale dia problemi seri”.

Ad ogni modo, l’attenzione deve rimanere alta, anche in vista delle riaperture: “Il punto è che i vaccinati possono stare abbastanza tranquilli, perché comunque sono protetti. I non vaccinati no. Anche perché i vaccinati se non si ammalano possono comunque essere fonti di contagio, quindi vanno benissimo le riaperture ma con la consapevolezza del rischio che ciascuno può correre, per cui il discorso delle mascherine, della distanza e dell’igiene deve rimanere immutato, per il rispetto che i vaccinati devono avere nei confronti dei non vaccinati. Anche perché se le persone iniziano ad abbassare la guardia, si avrà un effetto domino che andrà a gravare sulle persone che non si sono ancora vaccinate”.

Insomma, la situazione migliora ma non bisogna abbassare la guardia, anche perché il Covid 19 si è mostrato essere aggressivo anche dopo la negativizzazione dei pazienti: “Stiamo vedendo tante complicanze post Covid 19, il che significa che la malattia non finisce uscendo dalla Terapia intensiva, ma bisogna vedere gli esiti a distanza di mesi, soprattutto a livello polmonare, ma anche vascolare, neurologico e di altra natura”.

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