Cronaca

Omicidio Barisciano, nuove analisi sulle scarpe e poi l’udienza in Cassazione

Nuovi esami sulle scarpe e il ricorso in Cassazione per la modifica della misura cautelare in carcere. Il punto sulle indagini sull'omicidio di Barisciano.

La settimana prossima verranno effettuati nuovi rilievi sulle scarpe sequestrate di Gianmarco Paolucci, il giovane accusato dell’omicidio di Paolo D’Amico. A giugno la Cassazione si esprimerà sulla misura cautelare.

In attesa dell’udienza preliminare che stabilirà se Gianmarco Paolucci andrà a processo per l’omicidio di Paolo D’Amico, avvenuto a Barisciano, proseguono i procedimenti avviati per le indagini che hanno portato all’arresto il 25enne aquilano. Due gli appuntamenti importanti in scadenza.

Omicidio di Barisciano, nuove analisi sulle scarpe.

Giovedì prossimo i RIS di Roma torneranno ad analizzare le scarpe sequestrate al giovane e ritenute compatibili con le impronte trovate sulla scena del crimine. Si tratta di un paio di Vans su cui è già stata cercata, senza esito, presenza di sangue. Giovedì, invece, si analizzeranno le suole per stabilire l’eventuale esatta corrispondenza con l’impronta. Alla presenza della difesa del giovane, rappresentata dall’avvocato Mauro Ceci, i Ris “bagneranno” la scarpa in uno speciale inchiostro per riprodurne l’impronta e confrontarla, millimetro per millimetro, con quella trovata nella casa di Barisciano.

Misura cautelare in carcere, udienza in Cassazione.

Dall’altra parte, invece, dopo che il Tribunale del Riesame ha confermato la misura cautelare in carcere per l’indagato, sarà la Cassazione ad esprimersi sul ricorso presentato dall’avvocato Ceci. L’udienza in Cassazione è prevista per il prossimo 16 giugno.

ris barisciano

Omicidio Barisciano, le evidenze all’analisi della Cassazione.

La Prima Sezione di Corte di Cassazione si dovrà esprimere sul ricorso presentato al fine di modificare la misura cautelare in carcere a carico dell’indagato. L’ordinanza di custodia cautelare si basava principalmente su alcuni fattori, a cominciare dalla presenza di DNA dell’indagato sui pantaloni della vittima. Il DNA è stato refertato all’altezza delle caviglie e per gli investigatori sarebbe compatibile con un’azione di trascinamento, effettuata dopo l’omicidio. Il DNA dell’indagato era stato prelevato, in fase di indagine preliminare, sottoponendo il 25enne ad alcooltest, metodo utilizzato anche in altri casi saliti alla ribalta della cronaca nazionale, come nel caso dell’arresto di Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio. La difesa si riserva di contestare l’esito dell’accertamento, ma intanto è evidente che al momento sia proprio il DNA a trattenere in carcere il 25enne, anche perché sulle altre contestazioni c’è ancora molto da chiarire.

Da chiarire, per cominciare, l’univocità della corrispondenza della cella telefonica aggangiata dal telefonino dell’indagato, compatibile con quella dov’è situata l’abitazione della vittima. Per la difesa non si tratterebbe di una prova incontrovertibile, in quanto nel momento in cui le celle circostanti risultino piene, un telefonino potrebbe attaccarsi anche a una cella più lontana.

Altro dibattito aperto sulla “mano dell’assassino”; secondo la relazione del medico legale, ad uccidere D’Amico sarebbe stato un destrimane, mentre Paolucci si è sempre dichiarato mancino, così come confermato da fidanzata e amici. Lavorando nella macelleria di un supermercato, però, l’indagato effettuava mansioni anche con la destra e c’è la testimonianza di un appartenente alle forze dell’ordine che lo avrebbe visto firmare proprio con la destra.

Da analizzare, inoltre, anche una seconda impronta di scarpe rilevata sul luogo del delitto, a Barisciano, su indicazione della difesa. L’impianto accusatorio, infatti, è basato sulla sola presenza di vittima e assassino e non di una terza persona. D’altra parte, il Riesame aveva ritenuto che la presenza di un’altra persona non escludesse quella dell’indagato, per questo il ricorso era stato respinto. Da verificare cosa stabilirà la Cassazione.

Infine la presenza di tracce di sangue: sulle scarpe sequestrate al giovane, che pure avrebbero dovuto venire a contatto con il sangue della vittima, così come appare nelle orme, non sono state trovate tracce di sangue. Altre tracce per cui sono in corso accertamenti per stabilirne l’esatta natura, sono state invece ritrovate nell’auto e nel bagno dell’abitazione in uso al giovane.

Insomma, i fattori da valutare per la Cassazione sono molteplici e la settimana prossima se ne aggiungerà anche un altro, quello relativo alle ulteriori analisi sulle scarpe sequestrate.

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