L'intervista

Vaccini Covid19, parla Massimo Cialente: “Mancano ancora tanti fragili, poi over 60”

Vaccini, ritardi e nuovi piani: intervista al dottor Massimo Cialente, già sindaco dell'Aquila, impegnato come vaccinatore nella campagna in corso. "Vaccinare i fragili e poi subito over 60, tanti ricoveri e decessi in quella fascia"

Vaccini Covid19, una volta concluse le somministrazioni a Over 65 tutte le età potranno accedere alla vaccinazione. Intanto si studiano diverse opzioni: da Astrazeneca agli under 60, al richiamo a un anno dalla vaccinazione. Abbiamo fatto il punto con il dottor Massimo Cialente, ex sindaco dell’Aquila, impegnato nelle vaccinazioni.

Astrazeneca, si valuta l’uso anche su under 60

Vaccini, a pochi giorni dalle ennesime segnalazioni di ritardi nell’arrivo delle dosi in provincia alla Asl1, arrivano diverse novità sul piano vaccinale nazionale.

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Ne abbiamo parlato con l’ex sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente: in pensione da qualche anno, ma comunque parte del personale predisposto per rispondere alla campagna massiva, impegnato ormai da due mesi nella macchina delle vaccinazioni.

“Oltre ai centri di vaccinazione fissi, io mi occupo dell’attività nei punti mobili. Oggi, ad esempio, saremo a Barisciano”, spiega. “Se ci sono i vaccini noi vacciniamo: se non ci sono iniziano i problemi. Ovviamente effettuare la vaccinazione non comporta tempo, è una pratica veloce e indolore: necessita invece più tempo l’anamnesi che precede la vaccinazione vera e propria”. 

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Ma come sta procedendo la campagna?

“Inizialmente l’Abruzzo ha avuto meno dosi di quanto previsto, sia rispetto ai suoi abitanti sia rispetto ad altre regioni. Nel periodo natalizio, cioè quando l’attività di vaccinazione è effettivamente partita, è impossibile negare che la vaccinazione abbia incontrato più di qualche difficoltà. Perché? Perché i vaccini in Italia erano pochissimi. Una situazione aggravata dal caso Astrazeneca. Così Cialente riassume, ascoltato dal Capoluogo, le fasi che l’attività di somministrazione dei vaccini contro il Covid19 ha registrato, con un focus specifico sull’Abruzzo.

vaccini covid via ficara

Un caso non ancora concluso, considerando che “c’è ancora chi fa resistenza alla somministrazione di Astrazeneca, nonostante sia un vaccino sicuro, che può essere fatto in assoluta tranquillità e che, soprattutto, funziona benissimo”.

Ora, a maggio, partiranno i richiami del personale scolastico che ha ricevuto la prima dose del vaccino Astrazeneca.

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Vaccini Covid19 e ritardi

Se la settimana di stop stabilita a livello nazionale per le somministrazioni di Astrazeneca e le relative incertezze sul tipo di vaccino hanno rallentato la campagna vaccinale in Abruzzo, Cialente sottolinea anche che “inizialmente la Asl1 dell’Aquila ha ricevuto meno dosi rispetto alle altre Aziende sanitarie regionali“. 

Adesso, finalmente, i vaccini ci sono: ma c’è comunque un problema sul fronte della campagna di vaccinazione. In alcune regioni italiane, fra cui l’Abruzzo, non è stata fatta una selezione attenta dei fragili. Nella nostra regione sono stati vaccinati  pochi fragili realmente fragili: questo perché, nella prima programmazione fatta, chiunque poteva prenotare il vaccino, indipendentemente dal grado di fragilità – spiega ancora Cialente – Ciò ha comportato la vaccinazione di persone con patologie meno compromettenti di altre. Risultato? Ora sono ancora tante le persone fragili in attesa di essere vaccinate. Avrebbe dovuto esserci una classificazione dei pazienti fragili, che si sarebbe potuta fare solo con le certificazioni da parte dei medici.

Vaccini Covid ai fragili, ma non per tutti: le patologie che hanno priorità

Non va dimenticato, tuttavia, che si pagano ritardi dovuti, in primis, a una scarsità di vaccini che ha caratterizzato il Paese fin dal principio, condizionando di conseguenza l’andamento della campagna.

I vaccini sono arrivati con il contagocce. Di certo non è cambiato tutto magicamente con Figliuolo: se non si è potuti partire subito con gli anziani è perché all’inizio il numero delle dosi Pfizer era limitato e la scelta politica è stata quella di destinarli a chi è in prima linea nella lotta al virus. Quindi il personale sanitario. Di seguito, le RSA, i docenti, le forze dell’ordine (con Astrazeneca ndr), fino ad allargarsi e a comprendere quelle categorie ‘non in prima linea’. Ora l’obiettivo dovrà essere vaccinare a tappeto gli over 60.

Vaccini, “immunizzare la fascia critica over 60”

“Bisogna, adesso, terminare le vaccinazioni alla categoria dei fragili. Va precisato che si tratta di ben 55mila persone, ognuna con fragilità diverse. Terminata questa categoria l’urgenza vera dovrà essere la vaccinazione degli over 60: questa fascia presenta un numero di decessi e ricoveri rilevante. E il dato sui ricoveri, del resto, penalizza pesantemente l’attività degli ospedali per i pazienti non Covid: ci sono, infatti, il virus, la campagna di vaccinazione e tutta una serie di altre patologie, non dimentichiamolo”.

Capitolo riaperture

“Se si guarda gli Stati che stanno riaprendo e si invocano anche da noi le riaperture – a cui nel nostro paese stiamo assistendo in modo progressivo – ci si preoccupi, allora, anche di essere tutti prudenti e responsabili. Ognuno di noi, soprattutto chi non è vaccinato, deve essere cauto. Quanto accaduto domenica a Milano in Piazza Duomo o quanto viene spesso denunciato nelle nostre piazze e nei nostri centri storici non è ammissibile. La posta in gioco è troppo alta: se mancherà senso di responsabilità si tornerà in zona rossa e non sarà colpa di nessuno, non del Governo che stabilisce le norme. La colpa sarebbe da addossare a ognuno di noi, a ciascun comportamento superficiale adottato dai cittadini. Ormai dovremmo averlo capito. Stia attento il proprietario di un ristorante, di un bar, stiano attentissimi i ragazzi che hanno diritto di uscire e frequentare i propri amici. Stiamo attenti tutti, nessuno escluso, anche perché le forze dell’ordine non sono sufficienti a occuparsi di tutti i controlli di cui ci sarebbe bisogno. Ripartiamo, allora, ma con estrema prudenza”.

“L’obiettivo – conclude Cialente – è vaccinare entro settembre l’80% delle persone, compresi i giovani: solo così si potrà tornare realmente alla normalità. Dopodiché, se ci sarà bisogno di un richiamo si potrà anche valutare se sarà possibile eseguirlo in contemporanea alla vaccinazione antinfluenzale. In quel caso, tempo un altro anno e ci si sarebbe definitivamente liberati del Virus. Non facciamo altri errori: è una pandemia mondiale e abbiamo già pagato caro ogni singolo sbaglio. Guardiamo l’India ed evitiamo situazioni che non sono sicure”. 

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