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Gennaro Spinelli: “Adesso vi dico io chi sono i veri rom”

Gennaro Spinelli: "Si, noi siamo rom, ma seguiamo la terza via indicata da papà Santino. Studiamo, lavoriamo, veicolando solo cultura e bellezza".

“I rom non hanno mai rubato i bambini. Nella nostra comunità esiste anche una terza via, dove puoi praticare cultura e bellezza”. Si racconta al Capoluogo, con la sua consueta allegria  Gennaro Spinelli, musicista romanes di un’antica famiglia di Lanciano.

Gennaro Spinelli è il figlio di Santino, conosciuto in tutto il mondo: musicista, compositore e insegnante, è stato il primo rom nominato dal presidente della repubblica Commendatore, ottenendo l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Gennaro Spinelli ha deciso di seguire le orme paterne: è un giovane di 29 anni che ha studiato al Conservatorio e studia alla facoltà di Lingue e letterature straniere. Fidanzato con Valentina, una ragazza rom che insegna a scuola.

gennaro spinelli

Papà ha creato per la comunità rom una terza via: è stato un baluardo che ha dimostrato e dimostra ogni giorno quanto la nostra comunità sia ricca di storia e cultura al di fuori di tutti gli stereotipi, che ci vogliono ladri di bambini, assassini, delinquenti”.

Gennaro Spinelli è salito in questi giorni alla ribalta della cronaca, dopo aver portato la solidarietà delle Comunità Romanes a Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, facendo anche un appello alla collaborazione per il ritrovamento della piccola scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo.

Gennaro Spinelli

Per questa misteriosa scomparsa negli anni le indagini hanno seguito anche la pista dei rapimenti da parte dei rom. Anche Gennaro Spinelli, così come la ragazza rom aquilana intervistata pochi giorni fa dal Capoluogo, ha ribadito che “nessun romanes ruba i bambini”.

Contro i pregiudizi: “I rom non rubano i bambini”

L’UCRI (Unione delle Comunità Romanes in Italia), l’associazione di cui Gennaro Spinelli è presidente e coordinatore, si occupa di veicolare messaggi culturali, sociali e positivi.

La comunità romanes all’interno dell’ucri è rappresentata da migliaia di coordinatori e oggi conta tantissimi tesserati. È un gruppo molto grande e strutturato”.

“Con il nostro lavoro cerchiamo anche di sfatare questo antico pregiudizio: i rom non sono un problema sociale. In Italia siamo circa 180 mila. Di questi circa 20 mila abitano nei campi nomadi o vivono ai limiti, gli altri risiedono in insediamenti consolidati da oltre 5 secoli, dove hanno apportato anche elementi culturali importanti”.

Anche nel dialetto abruzzese ci sono dei termini che affondano le radici nella lingua romanes. “La zurla, termine che tutti conosciamo, viene da zurna, un nostro strumento, che si suona durante le feste. È solo un esempio, poi capisco che associarci alla delinquenza sia più facile e fa anche più notizia: noi, almeno la nostra comunità che vive in Abruzzo da anni, ha sempre rispettato le regole, con la sola voglia di contribuire al buon andamento della società civile e sociale”.

Tanti anni fa Santino Spinelli anni fa aveva detto: “Chi è costretto a vivere nel disagio e nella frustrazione, privato dei diritti minimi e indispensabili, è ovvio che aspiri a qualcosa di meglio. Eppure si deve sentir dire che non c’è modo di cambiare le cose, perché in fondo sono gli stessi zingari a voler vivere così, senza costrizioni. Ma è un’atroce falsità. I rom non sono apolidi senza casa e perennemente squattrinati. Ma sono obbligati ad esserlo”.

Gennaro, ancora oggi, ripensa con tristezza alle sensazioni negative provate quando era bambino, andava a scuola e veniva discriminato e additato come “zingaro”.

Sono entrato a scuola come rom e ne sono uscito che mi chamavano ‘lo zingaro’, pur essendo andato sempre bene e senza aver mai dato problemi. Alle superiori eravamo in 20 romanes in tutta la scuola e alla maturità ero rimasto solo io. Se la mia gente non è scolarizzata è colpa anche del sistema. Molti non vanno avanti con gli studi perchè hanno vissuto anni di discriminazioni, sentendosi a scuola emarginati e soli”.

“La nostra associazione è qui anche per questo: per far in modo che nessuno in futuro debba subire delle umiliazioni cocenti come ad esempio non essere invitato alle feste dei compagni durante il periodo scolastico. Ci vuole una rete che aiuti e supporti la scuola, con figure competenti che stiano vicino ai ragazzi e agli insegnanti, tenendoli per mano, veicolando messaggi culturali per tutti”.

Ovviamente, alcune colpe sono anche all’interno. Papà è attivo da sempre nella difesa della comunità Romanì contro il razzismo e discriminazione, allo stesso tempo ha spesso denunciato quelli che ha definito ‘ziganidioti’, e che hanno creato una sorta di Ziganopoli”.

Gente che mistifica la realtà romanì in malafede, con teorie strampalate, solo per ottenere vantaggi personali. Persone senza scrupoli, che vanno a braccetto con chi dice di essere esperto sulla nostra cultura, sedicenti che negli anni si sono arrogati il diritto di rappresentarci con il pretesto di aiutarci e alla fine hanno solo ingenerato una grossa confusione”.

Insieme all’Ucri, Gennaro Spinelli ha collaborato all’apertura dell’Accademia nazionale romanì, “Un sito internet gratuito per tutti dove si insegna lingua, arte, storia, cultura, ci sono corsi, seminari e mostre online, per far conoscere la nostra storia anche solo a chi ha curiosità o voglia di imparare qualcosa di diverso che sui libri di scuola non trovi”.

E tra le tante battaglie che Gennaro Spinelli sta portando avanti con l’associazione, c’è quella di smontare e rivedere il concetto dei campi nomadi.

“Ci sono soluzioni alternative anche meno invasive: in ogni caso lo sgombro non è la soluzione. Costa tantissimi soldi e si spostano da qualche altra parte. Dietro queste operazioni c’è una sorta di ‘racket’: centinaia di migliaia di euro che sicuramente fanno gola a molti”.

Dobbiamo solo imparare che ogni volta che qualcuno usa la parola rom senza sapere cosa stia dicendo, un rom può perdere la sua opportunità”.

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