Gagliano Aterno, 1943. Igino Paolone è in campagna: ha solo 17 anni. Vede arrivare una squadra di nazisti, ha paura e reagisce di istinto: scappa. Brutalmente, viene fucilato.
Una storia di dolore e violenza che viaggia di generazione in generazione, ma solo oralmente, e arriva al 2021. Oggi, 25 aprile, il sindaco di Gagliano Aterno, Luca Santilli, ricorderà per la prima volta in pubblico, la figura di questo giovane.
“Quella di Igino Paolone è una storia che mi è stata raccontata dai miei nonni: ma è sempre rimasta sotto traccia, poco conosciuta. Nessuna amministrazione lo ha mai ricordato, tanto che mi ero promesso che, qualora fossi diventato sindaco, lo avrei fatto io”.
Ogni promessa è debito. Oggi Luca Santilli deporrà una corona al Monumento ai Caduti nel centro di Gagliano Aterno: ci sarà solo lui, a causa delle restrizioni imposte dal Covid19.
“Qui parliamo del bene del e male: al di là dell’essere partigiano o meno, Igino è un ragazzo ucciso dalla violenza nazista e va ricordato. È solo il primo di altri passi che faremo: c’è una scheda dedicata a lui anche nell’Atlante nazionale delle stragi nazifasciste, nonché delle comunicazioni presenti nell’archivio del Comune. Andremo a fondo per capire come andò la vicenda”
Nella scheda dedicata a Igino Paolone sono molto poche le informazioni disponibili: c’è solo una data, il primo ottobre 1943, e le generalità del giovane venuto a mancare.
“Paolone Igino, di Paolo e di Verticchio Albina, nato a Gagliano Aterno (AQ) 01.12.1925”.
Nella stessa occasione, verrà ricordato anche un altro gaglianese: si tratta del sottotenente Giovanni Nusca, che fu ucciso a Cefalonia dai nazisti all’indomani dell’Armistizio. In forza al 317 Reggimento Fanteria Divisione Acqui, “incitò con la parola e con l’esempio i reparti italiani alla più strenua resistenza contro l’aggressione di preponderanti forze tedesche”, recita una targa dedicatagli.