Chiusure "economiche"

Roccaraso, tremano 1400 posti del turismo in montagna

Roccaraso si mobilita: il Decreto Montagna ignora le partite IVA. Si richiede un incontro urgente in Regione. La denuncia dell'Associazione albergatori Altopiani Maggiori d'Abruzzo.

Roccaraso resta fuori dagli indennizzi previsti dal Governo Draghi: Decreto Montagna e Decreto Sostegni ignorano un’ampia fetta dell’industria del turismo.

Gli invisibili dell’emergenza in corso sono anche loro: gli operatori della montagna che fanno i conti non solo con le chiusure dell’emergenza pandemica in corso, ma anche con gli indennizzi previsti dal Governo Draghi.
«Il Decreto Sostegni e il Decreto Montagna sono provvedimenti tagliati quasi esclusivamente a misura della rete alberghiera dell’arco alpino e dei gestori degli impianti di risalita, lasciando fuori tutto il resto».
La denuncia parte dell’Associazione albergatori Altopiani Maggiori d’Abruzzo che si è costituita lo scorso 12 aprile con l’obiettivo di promuovere un territorio che si è sempre distinto per la qualità dei servizi e per l’ospitalità dei suoi abitanti.

Roccaraso, Rivisondoli, Pescocostanzo, Castel di Sangro, Gamberale e Rocca Pia: un’area decisamente vasta che mette sul piatto della bilancia 42 milioni di fatturato annuo, 11mila posti letto, 480mila presenze, senza considerare il vasto indotto che attorno a tutto questo si muove. Ma soprattutto ben 1.400 dipendenti: una voce forse più delicata delle altre, per i rischi sociali e di coesione territoriale che l’occupazione comporta.

L’associazione racchiude al suo interno i titolari di hotel e strutture ricettive del grande comprensorio sciistico che chiedono a gran voce un incontro urgente al presidente della Regione Marco Marsilio, e all’assessore regionale al Turismo, Daniele D’Amario, per discutere di come correggere i due provvedimenti.

«Il Decreto Sostegni è concepito su una perdita minima del fatturato del 30% registrata nel 2020 rispetto al 2019, mentre al contrario il calo medio per la maggior parte delle attività ricettive montane è di circa il 25%, con un azzeramento del fatturato del primo trimestre del 2021». Questi i dati sconfortanti snocciolati dalla presidente Gloria Di Tola.

Non bastasse, a lasciare insoddisfatti gli operatori sono pure le previsioni del successivo “Decreto Montagna”: una misura, questa, che così come è stata proposta prevede un adeguato sostegno soltanto agli impianti a fune e ai maestri di sci, ma non alle altre partite Iva. «E del resto – aggiunge Di Tola – le dichiarazioni rilasciate dall’assessore D’Amario al termine della Conferenza Stato-Regioni confermano che tra correzioni, modifiche e integrazioni, di tutto si è parlato tranne che delle attività ricettive».

C’è un intero comparto produttivo tagliato fuori dagli indennizzi previsti dal Governo Draghi, si tratta a tutti gli effetti di una filiera che ruota attorno agli impianti di risalita: dalle imprese della ristorazione, a quelle del benessere personale, all’artigianato artistico e tradizionale, fino all’escursionismo.

La richiesta è sul tavolo degli esponenti del governo regionale, ma anche su quello dei gruppi consiliari a Palazzo dell’Emiciclo e dei parlamentari abruzzesi perché “la posta in gioco è alta e va studiata su tutti i fronti”.

#tudachepartestai: i lavoratori abruzzesi del settore turismo scendono in piazza

Anche all’Aquila, lo scorso febbraio, il Comitato spontaneo per i lavoratori Abruzzo è sceso in piazza, davanti all’Emiciclo, per chiedere al governo regionale aiuti concreti nel più breve tempo possibile.

protesta lavoratori montagna

#tudachepartestai è l’hashtag legato alla protesta: presenti albergatori aquilani, gestori di b&b che non vengono solo dal capoluogo ma anche dalle zone intorno: dalla Marsica, da Ovindoli, dall’Abruzzo interno aquilano, o dal Parco Nazionale d’Abruzzo: tutti territori che vivono da sempre di turismo, messi in ginocchio dalla pandemia, dalle lunghe chiusure, dall’impossibilità di spostarsi da una regione all’altra.

Una situazione drammatica per i tanti albergatori, ristoratori e titolari di attività legate al turismo montano abruzzese, dopo mesi di chiusure e guadagni azzerati.

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