Il ricordo

Chi era Luciano Ventrone, il Caravaggio del XX Secolo che aveva scelto l’Abruzzo

Luciano Ventrone, 'Il Caravaggio del XX secolo': l'artista è scomparso tragicamente nella sua casa a Collelongo. Il maestro delle Nature morte che amava l'Abruzzo.

Luciano Ventrone, l’artista che aveva scelto l’Abruzzo aquilano, è scomparso in circostanze tragiche questa notte, nella sua casa di Collelongo.

Aveva 78 anni Luciano Ventrone e si divideva tra Roma e Collelongo, meta marsicana scoperta grazie all’ex senatore Ottaviano Del Turco, suo carissimo amico, pittore e appassionato d’arte. Proprio a Collelongo, fin dal 1995, Luciano Ventrone aveva cominciato a trascorrere prima le estati, poi lunghi periodi dell’anno, in compagnia di sua moglie. Trascorreva le sue giornate in un’abitazione nella zona più bella del paese, ai piedi della montagna.

Luciano Ventrone

Stimato artista di fama internazionale, noto per le sue Nature morte, era stato definito il “Caravaggio del XX Secolo” dal critico d’arte Federico Zeri.  Tante volte dal Mercato contadino dell’Aquila, era stato proprio Ottaviano Del Turco a portare in dono a Ventrone alcuni tra i prodotti più belli, che sarebbero ben presto diventati fonte d’ispirazione per la mano esperta dell’artista adottato dall’Abruzzo. Non è un caso se, nella mostra permanente esposta all’Emiciclo, sono esposte diverse opere di Luciano Ventrone.

L’artista è deceduto tragicamente, all’interno della sua abitazione di Collelongo, in seguito all’esplosione improvvisa di una bombola d’ossigeno. Domani, sabato 17 aprile, ci sarà la tumulazione nel cimitero di Collelongo. Sarà lì che Ventrone riposerà.

È morto Luciano Ventrone, esplosa bombola d’ossigeno nella sua abitazione

Chi era Luciano Ventrone

“Lo studio della pittura non è la mera rappresentazione dell’oggetto ma è colore e luce: i giusti rapporti fra le due cose danno la forma nello spazio. Il soggetto non va visto come tale, ma astrattamente”

Nato a Roma il 17 novembre 1942, Ventrone frequenta il liceo artistico della Capitale e dopo il diploma, conseguito nel 1964, si iscrive alla Facoltà di Architettura che frequenterà sino al 1968, anno in cui decide di abbandonare gli studi per dedicarsi interamente alla pittura.

Il percorso della sua pratica artistica, lungo quasi sessant’anni di attività, parte dagli esordi con le sperimentazioni geometriche, passando per l’informale e l’arte programmata, fino alla sua lunga ricerca sui vari aspetti della Natura con il suo personale “realismo-astrattismo”, per il quale è diventato famoso in tutto il mondo.

La sua ricerca dell’invisibile ha destato nei decenni l’attenzione di critici e storici dell’arte, da Zeri a Giorgio Soavi, Roberto Tassi, Achille Bonito Oliva, Vittorio Sgarbi, Marco Di Capua, Antonello Trombadori, Edward Lucie-Smith, Angelo Crespi, Beatrice Buscaroli, Evgenia Petrova, a Victoria Noel-Johnson.

Ha esposto nei più importanti musei e gallerie internazionali, da Roma a Londra, da Montréal a Singapore, da New York a Mosca, da Tokyo a San Pietroburgo.

Da pochi giorni si è conclusa la sua ultima personale mostra “Luciano Ventrone. La grande illusione”, al Mart-Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Appena l’emergenza sanitaria in atto lo avesse consentito, sarebbe stata inaugurata la sua mostra “Luciano Ventrone. Il pittore dell’iperbole”, a cura di Vittorio Sgarbi, presso le sale del Castellare di Palazzo Ducale a Urbino.

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