Turismo

Santo Stefano di Sessanio, arriva la tassa di soggiorno

SANTO STEFANO DI SESSANIO - In Consiglio comunale l'istituzione della tassa di soggiorno. Il sindaco Santavicca: "Turismo di qualità e tutela dei nostri operatori".

SANTO STEFANO DI SESSANIO – In Consiglio comunale l’istituzione della tassa di soggiorno. Il sindaco Santavicca: “Turismo di qualità e tutela dei nostri operatori”.

Arriva in Consiglio comunale la proposta per l’istituzione della tassa di soggiorno a Santo Stefano di Sessanio. Il provvedimento ha suscitato perplessità tra alcuni operatori turistici del posto che temono che “con l’istituzione di tale tassa si penalizzerebbero ulteriormente gli operatori che con estremo sacrificio hanno investito, spesso indebitandosi, nel nostro paese, creando movimento turistico e significativi posti di lavoro. Certo la tassa è a carico dei turisti ma, chi verrebbe a Santo Stefano se il soggiorno nei borghi vicini, distanti pochissimi chilometri, costasse qualche decina di euro di meno con maggiori servizi?”.

D’altra parte, però, come spiegato dal sindaco Fabio Santavicca a IlCapoluogo.it, si tratta di una tassa di soggiorno quantificata di 1 euro, “a fronte di un prezzo medio per pernotto di circa 50/60 euro e non parliamo di alta stagione e soluzioni più esclusive; non credo che qualcuno che spende una cifra del genere, che può arrivare anche a diverse centinaia di euro, possa scegliere di non venire a Santo Stefano per l’euro della tassa di soggiorno”.

Inoltre, “con la tassa di soggiorno riusciamo a controllare meglio anche le piattaforme online, in quanto in alta stagione qualcuno si improvvisa operatore, affittando a prezzi anche spropositati le proprie abitazioni, e questo sì danneggia il turismo e l’immagine del borgo”.

Insomma, un provvedimento che per l’amministrazione comunale non danneggia il turismo e sostiene anche la comunità: “Tutti i proventi della tassa di soggiorno – spiega infatti il sindaco – verranno reinvestiti sul territorio, con la manutenzione del verde, delle strade e arredo urbano. Si tratta di un salvadanaio al fine di reinvestire il 100% sul borgo”.