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Covid 19, distanziamento e dipendenza da internet: come aiutare i ragazzi

L'emergenza Covid 19 ha portato distanziamento sociale e alla dipendenza da internet, Silvia Marinelli: "Ascoltiamo i nostri ragazzi".

Il Covid 19 ha portato distanziamento sociale e internet addiction, Silvia Marinelli: “Ascoltiamo i nostri ragazzi”.

“A più di un anno dall’inizio della pandemia Covid 19 ormai tutti noi ci siamo “abituati” alle restrizioni, il tempo trascorso in casa per una parte consistente della popolazione è più che raddoppiato. La fascia di età che più sta risentendo delle suddette restrizioni è quella in età scolare, in particolar modo gli adolescenti“. Lo sottolinea Silvia Marinelli, psicologa e psicoterapeuta, nonché consigliera comunale a Castel di Sangro, spiegando: “Questa condizione costringe i ragazzi a passare ancora più tempo davanti ad uno schermo, che sia per seguire le lezioni o per riempire i momenti liberi. Era una tendenza già prima della pandemia, ma non possiamo negare che la situazione attuale abbia avuto un ruolo determinante per l’emersione di nuovi fenomeni legati alla dipendenza da internet (Internet Addiction)”.

“Per quanto queste problematiche si riscontrino anche negli adulti, – sottolinea la dottoressa – esiste una differenza di fondo con gli adolescenti ‘nativi digitali’. Noi adulti, ‘immigrati digitali’, sappiamo perfettamente che le relazioni virtuali sono totalmente diverse da quelle reali. Siamo in grado di comprenderne le differenze. Tale consapevolezza deriva dall’essere cresciuti in una società in cui ad essere predominanti erano le relazioni con il corpo. Le piazze, i giardini, i cortili, i muretti erano i luoghi della socializzazione. È in quei luoghi che abbiamo imparato a valutare gli effetti dei nostri comportamenti sull’altro. Per i nostri ragazzi è diverso. Solitamente all’incontro faccia a faccia si sostituisce l’incontro virtuale da cui si elimina il corpo e tutti i suoi significati. La comunicazione non verbale va totalmente persa e si cresce con meno capacità di osservazione, di comprensione e convivenza con le proprie emozioni e con quelle degli altri. Quest’ultimo aspetto è fondamentale perché le emozioni ci comunicano qualcosa di importante su di noi e su quello che sta accadendo offrendoci l’opportunità di crescere”.

silvia marinelli

Che ruolo ricoprono i modelli sociali di oggi?
“Inutile dirlo, un ruolo importantissimo. La società attuale propone modelli diversi rispetto al passato, spinge ad ottenere la popolarità e il successo a tutti i costi. Se non si è popolari e non si ha successo non si è nessuno. Questo modello ha come conseguenza un senso di vergogna e di inadeguatezza diffuso come mai prima d’ora. Ciò sottende un forte desiderio di apparire e di mostrare il meglio di ciò che si è o di ciò che si vorrebbe essere, tanto da costruirsi una vita ideale, meritevole di approvazione. Tutto ciò che viene condiviso è indispensabile che venga sottoposto al giudizio altrui, espresso attraverso il ‘mi piace’. Un altro elemento fondamentale è la scarsa consuetudine degli adolescenti con il concetto di attesa. Sui social, ma in generale nel web, la gratificazione è immediata, a portata di un click. Da ricerche effettuate emerge che ricevere un like su Facebook o su Instagram produce nel cervello le stesse risposte cerebrali che si osservano nei soggetti dipendenti da droghe. Nel cervello si attiva il centro della ricompensa, di cui fanno parte delle regioni profonde del cervello, che rilascia una sostanza chiamata dopamina che legandosi ad alcuni recettori produce un’intensa scarica di piacere. Ciò che cambia è che la stimolazione cerebrale prodotta dalle droghe è più intensa e quindi più pericolosa nel determinare la dipendenza. Un comportamento non è di per sè così coinvolgente da determinare dipendenza fino a quando non iniziamo a metterlo in atto per alleviare i nostri stati di sofferenza. Se si è ansiosi e tristi si può ricorrere al cibo e al gioco per trovare sollievo. Se ci si sente non apprezzati ci si rivolge alla rete e ai social network per ricevere approvazione. Se non sei in grado di interagire dal vivo con gli altri si possono utilizzare i videogiochi per costruire nuove reti sociali. Affinchè si sviluppi dipendenza occorre ‘assumere’ diverse volte quel comportamento che induce sollievo emotivo”.

“Dipendenza da internet, tra gli adolescenti che utilizzano in modo disfunzionale la rete e che accedono allo spazio di psicoterapia – aggiunge la dottoressa Marinelli – ci sono:

  • I “Sovraesposti sociali”. Questa categoria definisce quei ragazzi che esprimono e mettono in scena  le loro fragilità attraverso degli agiti virtuali, ovvero dei comportamenti che hanno le stesse caratteristiche degli agiti adolescenziali, ma che vengono esercitati nella realtà virtuale. Tra questi fenomeni i più evidenti sono:
    1.            Il SEXTING, ovvero l’esibizione di parti del proprio corpo, più o meno svestito, postate in rete attraverso filmati e fotografie. Il proprio corpo diventa bersaglio dell’insoddisfazione e della sofferenza.
    2.            Il CYBERBULLISMO. L’atto di deridere, minacciare e svergognare l’altro in rete, senza esporsi direttamente. Il corpo dell’altro diventa bersaglio delle proprie difficoltà evolutive.
    3.            “VAMPING”. Il termine viene tradotto con “vampireggiare” poiché, proprio come i vampiri, i ragazzi attendono la notte per rimanere svegli fino alle prime ore del mattino per socializzare, chattare e tenere contatti con gli altri utenti della rete.
    4.            “GAMING DISORDER”. Disturbo dovuto all’abuso di playstation e giochi online.
  • I “Ritirati Sociali”. Questa categoria definisce quei ragazzi che esprimono la propria fragilità attraverso il rifiuto del contatto con gli altri, fino al ritiro del proprio corpo dalle scene scolastiche e sociali. Il mondo virtuale per questi ragazzi diventa l’unico mezzo per accedere alla realtà. Il fenomeno più evidente è quello degli HIKIKOMORI, termine coniato in Giappone. Questa espressione definisce il dilagante fenomeno dei giovani che si isolano dal contesto sociale e delle relazioni per vivere perennemente chiusi in casa, spesso senza uscire dalla propria camera.

Come è possibile aiutare i nostri ragazzi e liberarli dalla dipendenza da internet?

  • Interessarsi autenticamente alla vita virtuale dei propri ragazzi
  • Ampliare la rete di supporto sociale e le possibilità di relazioni interpersonali nel mondo reale (inizialmente protette). La scuola, a tal proposito, può offrire una grande possibilità. La scuola è il luogo in cui il corpo rientra in scena è il luogo delle relazioni con persone in carne ed ossa. La scuola, inoltre, favorisce un’esperienza di gruppo. Un gruppo classe ben organizzato fornisce un’importante funzione di sostegno ed è capace di trasformare anche le situazioni di crisi più drammatiche in occasioni di crescita per gli studenti. E’ il luogo in cui si possono attivare esperienze di confronto, di cooperazione di rispecchiamento. Il gruppo classe è in grado di offrire risposte empatiche. ci si allena a leggere, riconoscere le emozioni negli altri e in noi se stessi.  A questo proposito non possiamo che fare un piccolo passaggio sulla DAD. Da una parte può essere vista come un’occasione per il confronto tra genitori e figli, che nella normalità passerebbero sicuramente meno tempo insieme e avrebbero meno occasioni di confronto, d’altro canto è auspicabile, compatibilmente con la situazione sanitaria, che si ritorni in classe il prima possibile per tutti i motivi che abbiamo trattato fino ad ora.
  • Aiutare i ragazzi a scoprire i propri talenti e utilizzare l’account come mezzo di espressione di se. Un uso della rete più creativo, al servizio del proprio talento, dell’espressione delle proprie abilità e capacità e quindi non un utilizzo passivo. Se non si sentono popolari dobbiamo prenderli sul serio, magari aiutandoli nell’uso di Instagram o di altri mezzi tecnologici.
  • Le amicizie più significative e durature spesso nascono da condivisioni di passioni. Aiutare i ragazzi a trovare le proprie passioni e insegnargli a coltivarle. Sarà, in tal modo, più facile incontrare persone che condividono i loro stessi interessi e aumentare le possibilità che nascano delle amicizie reali, da cui si può apprendere a crescere.
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