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Assegno unico universale per ogni figlio, come funziona la nuova legge

Da luglio in vigore la norma che assegna un massimo di 250 euro per ogni figlio, come funziona la nuova legge sull'assegno unico universale.

Da luglio in vigore la norma che assegna un massimo di 250 euro al mese per ogni figlio, come funziona la nuova legge sull’assegno unico universale.

Martedì prossimo il passaggio definitivo in Senato e dal 1° luglio la nuova legge sull’assegno unico universale per ogni figlio entrerà effettivamente in vigore, prevedendo un assegno per i figli che può arrivare a un massimo di 250 euro mensili. “È stato un iter complesso – ha sottolineato la deputata PD Stefania Pezzopane, iniziato la scorsa legislatura, senza però essere concluso. Durante il Governo Conte la Camera aveva approvato il Family Act che contiene anche l’assegno unico universale, ma questo provvedimento camminerà sul testo a prima firma Graziano Delrio, approvato alla Camera il 21 luglio 2020″. Martedì prossimo, invece, il passaggio conclusivo in Senato.

“Prevedendo la conclusione dell’iter nei primi mesi del 2021 – prosegue la deputata dem Stefania Pezzopane – abbiamo previsto le somme necessarie in Bilancio, che saranno a disposizione dal 1° luglio: ci sono 20 miliardi a disposizione per le annualità; non rappresenta infatti una misura una tantum, ma uno strumento permanente.

Assegno unico universale per ogni figlio, chi può accedere ai benefici di legge.

“L’assegno unico universale – spiega Stefania Pezzopane – prevede il superamento delle indennità, bonus e sovvenzioni elargite occasionalmente, attraverso un salto di qualità che non esito a definire rivoluzionario rispetto all’estemporaneità dei contributi alle famiglie. Si tratta quindi di un assegno unico, che comprende varie tipologie di intervento sulla famiglia, che raggiunge al massimo la somma di 250 euro mensili, che però possono aumentare per situazioni particolari, come in caso di disabilità. L’assegno spetta a tutti i figli e nelle famiglie con più figli il contributo viene moltiplicato per il numero degli stessi, fino ai 21 anni, quindi copre tutta la fascia delle scuole elementari, medie, superiori e li accompagna fino all’inizio dell’università. È a carattere universale, quindi non solo indirizzato ai pubblici dipendenti, ma anche a precari, autonomi, disoccupati. Tocca ai figli di tutti. Diventa un diritto universale che spetta ai figli in quanto tali. Si tratta di un salto di qualità di cui sono molto contenta, anche perché ha già la copertura per le prossime annualità. Non è un intervento limitato nel tempo, ma una legge permanente, importante in un periodo storico in cui le statistiche sulle nascite sono drammatiche, soprattutto nel differenziale rispetto ai decessi”.

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