Emergenza covid 19 l'aquila

Contact center Asl 1 non funziona: continuano le segnalazioni

Contact center Asl 1: continuano le segnalazioni dei disservizi. Una signora è "prigioniera" in casa in attesa di conoscere l'esito del tampone.

Contact center Asl 1: continuano i disservizi per gli utenti. Nessuno risponde al telefono da giorni.

Sono praticamente quotidiane le segnalazioni che la redazione del Capoluogo riceve ogni giorno in merito ai disservizi legati al Contact center della Asl 1, creato per l’emergenza Covid.

Il racconto della lettrice di oggi è semplicemente rappresentativo, in tutta la sua drammaticità.

Contact center Asl 1, mission impossible parlare con qualcuno

“Sto vivendo una vera e propria odissea per conoscere semplicemente lo stato del mio tampone. Chiamo da giorni il Contact center e non riesco mai a prendere la linea: adesso sono non solo arrabbiata, ma esasperata. Voglio sapere che fine ha fatto il mio tampone”, spiega la lettrice al Capoluogo.

La signora sta facendo la quarantena in casa, insieme alla mamma, ultra 80enne e paziente oncologica, al padre ultra 80enne e un fratello disabile.

Dopo il tampone, che tutta la famiglia ha fatto a casa tramite i medici Usca, da cui è risultata positiva la mamma, i referti sono arrivati solo per gli altri membri della famiglia, tranne che per la signora.

“Ho necessità di parlare con qualcuno tramite il Contact center perchè, avendo ufficialmente finito la quarantena obbligatoria per tornare a lavoro ho bisogno della certificazione della mia negatività, senza la quale ovviamente non me la sento di uscire, potrei essere comunque un asintomatico e contagiare altre persone”.

Non solo problemi con il Contact center, la donna non riesce a parlare nemmeno con i medici Usca.

“L’Usca chiama da un numero anonimo, quindi impossibile rintracciarli al bisogno. In una situazione drammatica, in cui la paura e l’incertezza sono quotidiane, siamo stati abbandonati, con la parvenza di un servizio per i cittadini che in realtà non funziona, inutile girarci intorno o cercare di affermare il contrario“.

Dopo ore trascorse al telefono, senza riuscire a parlare con nessuno, per la signora anche la “beffa” delle telefonate che riceve quotidianamente da una voce guida.

“Mi viene chiesto se ho sintomi o febbre, quando poi si può digitare il numero per parlare con un medico, ovviamente cade la linea. Capiamo benissimo la situazione, siamo tanti e probabilmente dietro quel numero sono pochi a lavorare, ma così blocchiamo la gente in casa, alimentando terrore e paure”.

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