Vaccini covid 19 l'aquila

Vaccini Covid 19 L’Aquila, l’obiettivo è di 2500 dosi al giorno

Passare da 1200 a 2500 vaccini anti Covid nel più breve tempo possibile. L'obiettivo della Asl 1 dell'Aquila. L'intervista del Capoluogo al dottor Enrico Giansante.

Da 1200 dosi di vaccini inoculate ogni giorno, a 2500: questo l’obiettivo nel breve periodo della Asl 1 dell’Aquila.

Lo spiega al Capoluogo il dottor Enrico Giansante, responsabile dell’Unità operativa complessa di Igiene, epidemiologia e sanità pubblica della Asl 1.

Un aumento dei vaccini anti Covid che andrebbe di pari passo con l’aumento del personale infermieristico in forze alla Asl.

“Attualmente in tutta la provincia dell’Aquila si vaccinano circa 1.200 persone al giorno – spiega il dottor Giansante al Capoluogo -, ma l’obiettivo, se i rifornimenti saranno regolari, è di arrivare a 2.500 dosi, per poter raggiungere all’inizio dell’autunno il 70% della popolazione e quindi l’immunità di gregge”.

Nell’Asl 1 sono stati conclusi i richiami agli operatori sanitari e la seconda dose è stata somministrata quasi totalmente nelle Rsa dell’Aquila e di Avezzano; ci si avvicina all’ambito traguardo nella corsa verso l’immunità anche a Sulmona.

“Abbiamo bisogno di infermieri: rari e preziosi in questo periodo. Se riuscissimo, come stiamo cercando di fare, ad aumentare il personale in forze, potremmo sicuramente marciare a velocità molto più sostenute”.

Inoltre, per il dottore, “Si tratterebbe di una quota ottimale per raggiungere tutti gli obiettivi prefissati dalla campagna vaccini in Abruzzo. Sperando anche di avere a breve un rifornimento costante delle dosi, saremo in grado di salire con i numeri. Per adesso, delle dosi consegnate, dobbiamo mantenere sia per Pfizer che per il vaccino Moderna, un 30 % circa di scorte per i richiami”.

C’è molta fiducia nella scienza e nelle potenzialità anche dei nuovi vaccini presto disponibili. “Le nuove specialità vaccinali fornite, come il J&J, hanno delle grandi peculiarità: sono monodose e quindi si dimezza la somministrazione, tutto sta a sbrogliare la matassa per i problemi legati alle forniture”. 

Per quanto riguarda invece la vaccinazione di docenti e personale scolastico, in vista della riapertura delle scuole fissata al prossimo 15 marzo, “Stiamo andando di corsa per riuscire ad assicurare l’immunità a quanti operano nel settore scolastico. Dal 20 febbraio sono oltre 1000 solo gli insegnanti vaccinati. Fino a 55 anni all’inizio, e successivamente fino ai 65 anni, poi siamo andati avanti con le somministrazioni a docenti con patologie o disabilità”.

Un passo importante per Giansante, sempre nell’ambito dell’immunità legata alle scuole, sarebbe “vaccinare gli studenti dai 16 anni in sui. I dati sui contagi mostrano un’evidente inversione anagrafica”.

“Si è abbassata l’età dei contagi, anche i bambini sono a rischio, le varianti sono più diffusive e quando siamo costretti a chiudere una classe, accertata la positività anche solo di un alunno, dopo la mappatura arriviamo inevitabilmente a chiudere tutto il plesso scolastico”. 

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“C’è tutto un mondo che brulica intorno alla scuola e che deve andare avanti. Un mondo che si è adeguato a misura di pandemia, facendo cambiamenti e progressi importanti: tutte le misure per evitare i contagi sono state messe in campo fin da settembre, tra distanziamenti, mascherine, igienizzanti, aule pulite e ben areate”. 

“Il problema dei contagi non è tanto interno quanto esterno alla scuola. Preoccupa ciò che succede fuori, meno controllabile e riguarda soprattutto gli studenti delle scuole superiori son una naturale tendenza a una maggiore socializzazione”.

“In questo periodo, le cautele non sono mai troppe: la variante è in circolo, l’età media dei contagi si è abbassata e l’attenzione deve essere ancora massima”.

Anche il dottor Giansante, come i suoi colleghi che stanno aiutando nella lotta al virus, vuole lanciare un monito, attraverso le pagine del Capoluogo. Soprattutto ai più giovani, in questo momento anche più vulnerabili rispetto all’andamento dei contagi .

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“Fare un nuovo lockdown totale è impensabile, anche a livello economico non ce lo possiamo permettere. Portiamo attenzione, stiamo attenti, altrimenti sarà difficile uscirne. Bisogna adottare delle misure di contenimento tali che aiutino la campagna vaccinale, quantomeno fin quando non saremo riusciti a mettere in sicurezza il maggior numero di persone possibile”. 

“Bisogna continuare ad utilizzare tutti i mezzi a disposizione, mantenere i distanziamenti, evitare assembramenti e festicciole, stando attenti anche al contatto con gli occhi, il virus passa attraverso le mucose. Laviamoci spesso le mani e nel week end soprattutto cerchiamo di non lasciarci andare”.

“È un sacrificio, per tutti, ma ognuno, facendo la propria parte, può contribuire alla lotta al virus. Si tratta di restrizioni inevitabili che andranno avanti ancora solo per qualche mese, così facendo potremmo davvero lasciarci alle spalle questo lungo e faticosissimo anno. La scorsa estate c’è stato un naturale calo dei contagi: il Covid 19 è un virus che si ‘nutre’ del freddo, difatti, come certificano anche i dati siamo rientrati nell’ondata con l’autunno”.

“Raccomando attenzione anche alle persone che il vaccino lo hanno già fatto o hanno contratto il virus: è una malattia che non conosciamo alla perfezione. Non diamogli quindi occasione di potersi sviluppare con nuove variazioni, che possono essere più violente e di più facile trasmissione“, conclude. 

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