La commemorazione

L’Aquila, un altro 6 aprile senza fiaccolata: “Il ricordo unirà la comunità nazionale”

Sarà un 6 aprile diverso, ancora una volta. Il Covid cancella la fiaccolata tradizionale a L'Aquila per il secondo anno consecutivo. Il dodicesimo anniversario del sisma, però, avrà un significato profondamente evocativo.

Sarà un 6 aprile diverso, ancora una volta. Il Covid cancella la fiaccolata tradizionale a L’Aquila per il secondo anno consecutivo. Quello di quest’anno, però, il dodicesimo anniversario dal sisma, avrà un significato profondamente evocativo.

Un enorme fascio di luce ha illuminato L’Aquila lo scorso anno, nel silenzio di un 6 aprile di ricordo e di paura per l’emergenza Covid, ancora poco conosciuta. Anche quest’anno la fiaccolata non ci sarà nel capoluogo, almeno non nella forma tradizionale a cui tutti erano abituati per commemorare le vittime del terremoto del 2009.

Che ricordo sarà questo 6 aprile? Lo abbiamo chiesto al sindaco Pierluigi Biondi. 

«Un momento di profonda riflessione. Oltre alle manifestazioni pubbliche, che in ragione della pandemia lo scorso anno non si sono potute svolgere e che molto difficilmente sarà possibile attuare quest’anno, esiste una dimensione intima e personale di ognuno nell’elaborazione del lutto e cura del ricordo. Le istituzioni saranno presenti non solo per commemorare le vittime e rammentare che il completamento dei processi di ricostruzione, come sottolineato lo scorso anno dal presidente della Repubblica Mattarella è un “impegno inderogabile dello Stato”, ma per testimoniare come la conservazione della memoria sia un valore imprescindibile per il Paese».

Manca meno di un mese al giorno della commemorazione e non c’è, ad oggi, un programma definito. Ad oggi a che punto è l’organizzazione di un 6 aprile obbligatoriamente diverso?

«Abbiamo già avuto contatti con la Prefettura e stiamo dialogando con alcuni dei rappresentanti dei familiari delle vittime, ma è inevitabile che si debba tenere conto delle disposizioni contenute nell’ultimo Dpcm, in vigore proprio sino al 6 aprile, e valutare come procedere sempre che nel frattempo non intervengano ulteriori restrizioni in virtù dell’andamento epidemiologico del Covid. Stiamo valutando una celebrazione dalla forte valenza evocativa, con l’obiettivo di individuare un percorso che unisca la comunità nazionale per stimolare l’esercizio del ricordo. Ma sarà altrettanto importante scegliere un momento per raccontare il cammino che L’Aquila ha intrapreso in questi anni, integrando la narrazione di una terra che commemora coloro che hanno perso la vita a causa del sisma con elementi connotativi di rinascita.

L’Aquila che ricorda quel maledetto 6 aprile è passata dal decennale – con un ricchissimo programma di eventi – ad una fiaccolata con pochissime persone, quella del 2020, causa Covid. Un momento drasticamente condizionato dall’emergenza pandemica.

Il ricordo non è mai mancato, tanto che potremmo definire il percorso fatto dall’Aquila come il Cammino del ricordo. Un cammino che, a breve, vedrà l’ultimazione del Parco della Memoria, a Piazzale Paoli.

Piazzale Paoli, verso l’ultimazione del Parco della Memoria: anche così si ricostruisce una comunità

«I lavori sono a buon punto, nei prossimi giorni sarà posizionato l’obelisco in memoria delle vittime e, se non ci saranno contrattempi legati al maltempo, come l’improvvisa nevicata dell’altro ieri, mi è stato assicurato dal dirigente del Settore Opere pubbliche, che sta seguendo gli interventi con sopralluoghi in cantiere, che saremo in grado di consegnare alla città il Parco della memoria in concomitanza con l’anniversario del terremoto. Pur comprendendo le difficoltà legate al blocco totale delle attività dello scorso anno a causa del lockdown e agli imprevisti che come in ogni cantiere possono essere rilevati in corso d’esecuzione dei lavori, ho ribadito a più riprese la necessità, non mia o di questa amministrazione, ma della comunità aquilana, di poter avere un luogo 2009, dove contemplare ed essere uniti nel ricordo di chi ci ha lasciati in quella terribile notte di dodici anni fa», ha concluso il sindaco Biondi.

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