Cronaca

Omicidio di Barisciano, spunta un’altra impronta sul luogo del delitto

Il Tribunale del Riesame conferma la misura cautelare in carcere per il 25enne accusato dell'omicidio di Barisciano, ma spuntano nuovi elementi sul caso. Tutti i dettagli.

Il Tribunale del Riesame conferma la misura cautelare in carcere per il 25enne accusato dell’omicidio di Barisciano, ma spuntano nuovi elementi sul caso. Tutti i dettagli.

Si è svolta nella giornata di oggi l’udienza telematica presso il Tribunale del Riesame che ha valutato la richiesta di modifica della misura cautelare a carico di Gianmarco Paolucci, il 25enne aquilano accusato dell’omicidio di Paolo D’Amico, a Barisciano. Il Tribunale ha confermato la misura cautelare in carcere per il 25enne, riservandosi i canonici 45 giorni di tempo per depositare le motivazioni. La misura cautelare era stata eseguita per rischio di reiterazione del reato. Intanto però emergono nuovi elementi.

Omicidio di Barisciano, un’altra impronta sul luogo del delitto.

A seguito dell’analisi del materiale depositato, la difesa del giovane, rappresentata dall’avvocato Mauro Ceci, ha fatto rilevare la presenza – tra le foto scattate dalla scientifica – di un’impronta non ancora attenzionata, differente da quella che si ritiene essere dell’assassino e non appartenente alla vittima. L’impronta, infatti, appare impressa nel sangue ed è evidentemente diversa dall’altra suola rilevata sulla scena del crimine.

D’altra parte non risulta nemmeno credibile che l’impronta sia spuntata a seguito di “inquinamento” della scena del delitto, in quanto il corpo di Paolo D’Amico è stato rinvenuto da un familiare e alcuni operai, che si sono accorti del corpo della vittima, guardando dalla finestra, senza entrare nell’abitazione.

Al momento, quindi, appare verosimile che gli aggressori del 55enne fossero in due, circostanza non esclusa in toto dagli inquirenti, ma non ancora mai avvalorata da elementi concreti.

Omicidio di Barisciano, la mano dell’assassino e quella del sospettato: conferme e dubbi.

Come anticipato da IlCapoluogo.it, una delle contestazioni avanzate dalla difesa si basa sul fatto che il medico legale abbia indicato la mano dell’assassino come quella di un destrorso, mentre il 25enne accusato dell’omicidio ha dichiarato di essere mancino. In fase di interrogatorio, il giovane ha infatti firmato con la sinistra, ma un appartenente alle forze dell’ordine ha invece testimoniato di averlo visto in un’altra occasione firmare con la sinistra. Da qui i dubbi a cui si è tentato di rispondere sentendo la fidanzata, gli amici e colleghi di lavoro. Fidanzata e amici avrebbero confermato che il 25enne sia mancino. Dal posto di lavoro sarebbero emerse testimonianze meno univoche, nel senso che sarebbe stato riferito che il giovane avrebbe svolto mansioni utilizzando entrambe le mani.

Omicidio di Barisciano, le analisi tossicologiche sul capello.

In attesa di chiarire questi gli aspetti, evidentemente importanti, un altro tassello è andato ad arricchire il fascicolo, quello relativo all’esame tossicologico del capello sul giovane accusato. L’esame, riferito agli ultimi 6 mesi, ha dato esito negativo. Il 25enne, quindi, negli ultimi 6 mesi non ha assunto stupefacenti. Un elemento importante per la difesa, visto che il movente principale contestato dagli investigatori si riferisce a un ambito di cessione e consumo di droga.

(In copertina foto di repertorio)

leggi anche
ris barisciano
Cronaca
Delitto di Barisciano, tornano i RIS
omicidio paolo d'amico barisciano: indagini dei Carabinieri
Cronaca
Delitto di Barisciano, niente sangue sulle scarpe del sospettato
omicidio paolo d'amico barisciano: indagini dei Carabinieri
Cronaca
Omicidio Barisciano, ricorso in Cassazione contro la misura cautelare
omicidio paolo d'amico barisciano: indagini dei Carabinieri
Cronaca
Omicidio Barisciano, nuove analisi sulle scarpe e poi l’udienza in Cassazione
ris barisciano
Cronaca
Delitto Barisciano, effettuati gli esami sulle scarpe
omicidio paolo d'amico barisciano: indagini dei Carabinieri
Cronaca
Delitto di Barisciano, inizia il processo: 19 mesi di indagini