Cronaca

L’Aquila, infermieri obbligati a mansioni alberghiere: Asl1 condannata

Condanna per la Asl1 Avezzano-Sulmona-L'Aquila. L'azienda sanitaria ha "demansionato gli infermieri, ledendone la dignità professionale". 

Condanna per la Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila. La Asl1 Abruzzo ha “demansionato gli infermieri, ledendone la dignità professionale”.

Alcuni lavoratori, avvalendosi dell’Avvocato Deborah Di Pasquale e di tutto il sostegno della FIALS, sono riusciti a far valere i loro diritti dinanzi alla Corte d’Appello de L’Aquila. La ASL ha violato l’obbligo del datore di lavoro di adibire il lavoratore alle mansioni per le quali è stato assunto o alle mansioni considerate equivalenti, nell’ambito della classificazione professionale prevista dal contratto collettivo di riferimento.

La ASL ha fatto svolgere agli infermieri anche mansioni lavorative inferiori in modo sistematico, quasi ordinario e normale, adibendoli ad attività prettamente alberghiere e manuali alla presenza di tutti i pazienti, che li hanno visti svolgere anche compiti propri di lavoratori inquadrati in categoria inferiore, ledendone la dignità e mortificandone l’immagine lavorativa e l’identità professionale.

La Segreteria Provinciale FIALS è orgogliosa di aver sostenuto i temerari lavoratori che hanno avuto il coraggio di dire basta a sistematiche mortificazioni e di essere riuscita a far riconoscere loro il diritto ad “essere infermieri” e un risarcimento per il danno subìto pari all’incirca di 15000 euro per ogni lavoratore che ha fatto ricorso.

I lavoratori che si sentano umiliati nello svolgimento del loro lavoro troveranno sempre l’appoggio di questa O.S. nella loro battaglia per il rispetto dei diritti, fondamentali e non. Si diffidi di tutti quegli individui che fino ad ora, all’interno della ASL 01 Abruzzo, non hanno fatto nulla in merito alla dequalificazione professionale ma che sicuramente saranno pronti, da ottimi DIROTTATORI, a fornire (solo ora!) il loro sostegno.

LA Segreteria Provinciale della FIALS diffida immediatamente la Asl a porre termine a tali comportamenti vessatori, incrementando la dotazione organica delle figure mancanti, anche in considerazione del fatto che gli organici di personale infermieristico, in molti casi, sono quelli strettamente necessari a garantire le urgenze come si può tranquillamente desumere dal numero di unità lavorative che viene precettato in caso di sciopero.

La FIALS di L’Aquila ha in programma, tra le altre rivendicazioni, di fare chiarezza con la Dirigenza della ASL sugli innumerevoli spostamenti di personale, giustificati, non se ne dubita, da motivate esigenze di servizio ed attuati, si presume, in ragione dell’istituto della mobilità d’urgenza dovuta all’emergenza epidemiologica in atto, ma che non paiono fondati, almeno alla scrivente segreteria, su criteri caratterizzati da apodittica evidenza. Per meglio dire, non si comprende se le adottate misure di mobilità interna si basino su parametri relativi all’anzianità di servizio o piuttosto sulle valutazioni delle performances o su particolari professionalità acquisite nel tempo attraverso apposita formazione e informazione.

Sono innumerevoli le segnalazioni che ci giungono di lavoratori neo-assunti o addirittura con contratti a tempo determinato che operano in ambulatori o che vengono utilizzati come fuori-turno, mentre altri che lavorano da decenni con compostezza ed abnegazione restano in unità operative con carichi di lavoro elevati. Al fine di dissipare qualsiasi dubbio occorre una chiara revisione della pianta organica e creare un regolamento di mobilità interna fondato su chiari criteri oggettivi.

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