La polemica

Procida capitale della Cultura, L’Aquila non sia capitale del Complotto

Dubbi sull'imparzialità della commissione per la Capitale della Cultura 2022, Silvia Costa respinge le accuse. Palumbo: "Non diventiamo Capitale del Complotto".

L’AQUILA – Dubbi sull’imparzialità della commissione per la Capitale della Cultura 2022, Silvia Costa respinge le accuse. Palumbo: “Non diventiamo Capitale del Complotto”.

“Ho cercato in rete, ma solo da noi è stata rilanciata questa polemica, che sinceramente non mi pare abbia molto senso”. Così il capogruppo PD in Consiglio comunale a L’Aquila, Stefano Palumbo, sulla vicenda rilanciata da La Verità nei giorni scorsi, secondo cui alcuni membri della commissione sarebbero stati “vicini” all’ex eurodeputata PD, Silvia Costa, che ha subito precisato: “Non solo non ho mai affrontato con i detti professionisti, che da diversi anni fanno parte di quella Commissione con competenza e onore, alcun argomento che potesse anche lontanamente influenzare il loro operato di componenti della giuria – peraltro composta da un numero ben superiore di soggetti – ma non è dato comprendere perché proprio L’Aquila sarebbe stata danneggiata e non anche tutte le altre città che hanno partecipato alla selezione. Così come l’articolo non si premura di precisare quali sarebbero i collegamenti con l’operazione di recupero della vicina Ventotene, affermazione che resta, a questo punto, anch’essa una mera illazione dal carattere diffamatorio per la mia persona e il ruolo istituzionale che mi è stato affidato”.

“Mi sembra singolare – sottolinea il consigliere aquilano del Pd Palumbo a IlCapoluogo.it – che la polemica sia stata sollevata proprio da quei giornali che si sono dimostrati in qualche modo vicini a qualche politico aquilano e ripresa appunto proprio qui, quando 10 erano le città finaliste e da nessun’altra parte risultano polemiche del genere. Evidentemente ognuno dal suo punto di vista potrebbe costruire un complotto, ma complotto dopo complotto non ne usciamo più. Inoltre, quale sarebbe l’automatismo secondo cui se non avesse vinto Procida avrebbe vinto L’Aquila? La verità è che in ogni prova il cui esito è rimesso al giudizio di una commissione, il risultato inevitabilmente soggettivo non può che essere accettato. A meno che, persa la chance di diventare capitale della Cultura vogliamo conquistare il titolo di capitale del Complotto”.

“D’altra parte – prosegue Palumbo – a domanda di un giornalista lo stesso sindaco Biondi, quando è stata proclamata la città vincitrice, ha detto che non credeva in ingerenze di tipo politico, anche perché nel caso c’erano diverse città guidate da esponenti del PD che da questo punto di vista sarebbero dovute essere molto più avvantaggiate rispetto a Procida, a cominciare dalla Bari del sindaco De Caro che è anche presidente nazionale dell’ANCI. Quindi non vedo motivo per scatenare certe polemiche. Sarei stato felicissimo che se avessimo vinto il titolo, ma non è che quando non si vince significa che gli altri imbroglino”.

“Non faccio valutazioni tecniche sui dossier presentati, – conclude Palumbo – perché dovrebbero essere studiati approfonditamente, ma dalla presentazione del dossier di Procida ho apprezzato l’idea che esprimeva di una cultura aperta rispetto alle difficili sfide della società contemperonea. Il messaggio dell’Aquila era invece più concentrato sul racconto della nostra storia, soprattutto del periodo post sisma, della capacità di essere arrivati al punto in cui siamo nonostante la tragedia e la distruzione da cui partivamo. È una cosa che certo fa bene al morale interno, ma c’è da chiedersi, senza alcuna polemica, se paga ancora, dopo 12 anni, nel rapporto con il mondo esterno”.

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