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Francesco Barone, azioni concrete per sconfiggere la povertà

Il professore Francesco Barone spiega così la povertà e le azioni concrete per sconfiggerla. Entro il 2030 l’Onu, con l’obiettivo 1 dell’Agenda 2030, si è prefissata di sradicare la povertà estrema in tutto il mondo.

“Che cos’è la povertà e cosa di può fare per sconfiggerla”. Queste le domande a cui cerca di dare risposta il professore Francesco Barone, docente del dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila.

Il professore Francesco Barone ai microfoni di i404.it prova a dare un spiegazione, lui che la povertà l’ha vista molto da vicino durante le 53 missioni umanitarie in Paesi del mondo dove la gente vive con meno di un dollaro al giorno.

Il professore è stato a contatto con realtà dell’Africa subsahariana dove milioni di persone ogni giorno non riescono ad avere accesso alle più basilari ed elementari forme di sussistenza. Non hanno cibo, acqua, soldi, medicine, non possono accedere all’istruzione di base e sono milioni di persone in tutto il mondo. Spesso dimenticate.

Le stime parlano di 800 milioni di poveri, di questi solo il 40% vive in Africa, ma sono tanti i Paesi in difficoltà, soprattutto in questo periodo storico caratterizzato dalla pandemia.

Durante i suoi viaggi umanitari nel “continente nero” il professore Barone ha conosciuto il dottore e attivista congolese Denis Mukwege, premio Nobel per la pace nel 2018, di cui oggi è portavoce.

Sconfiggere la povertà è l’obiettivo 1 dell’Agenda 2030, sottoscritta nel 2015 dagli Stati membri delle Nazioni Unite.

Entro il 2030 l’Onu, con l’obiettivo 1 dell’Agenda 2030, si è prefissata di sradicare la povertà estrema in tutto il mondo, aumentando anche sistemici sicurezza e protezione sociale, garantendo un uguale accesso alle risorse che siano esse servizi di base o tecnologiche.

La povertà insegna a convivere con l’ingiustizia – spiega il professore Barone – ci sono milioni di persone nel mondo che vivono in condizioni di indigenza estrema e poi 30/40 ultra miliardari che detengono fortune incredibili”.

“Dobbiamo tener presente che Paesi come il Congo non sono poveri, anzi, detengono grandissime ricchezze e risorse che vengono però deviate fuori. La ricchezza non resta in Congo e questo genera una povertà estrema”.

In questo contesto è utile capire se gli obiettivi stabiliti dall’Onu aiuteranno a risolvere il problema e, soprattutto, se si è ancora in tempo per mantenere la promessa fatte con l’Agenda 2030.

“Il 2030 è vicino, adesso servono azioni concrete, per non rendere tutto vano e inutile. L’unione di intenti deve essere produttiva e concreta, il prima possibile”.

“Il problema della povertà è legato a diversi fattori, il primo è che la distribuzione delle ricchezze non è equa, poi c’è la questione dello sfruttamento delle risorse e tutti quei fattori che non permettono di garantire un futuro a milioni di persone nel mondo. Bisogna trovare soluzioni insieme“.

“Abbiamo bisogno inoltre di interventi massicci da parte dei Paesi più ricchi. Nei progetti di cooperazione gli aiuti devono arrivare ai bisognosi e non fermarsi ai governanti di turno come accade nella maggior parte dei casi”, conclude.

Link al video con l’intervista integrale

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