Scuola

Scuola primaria, guida ai nuovi giudizi: come leggere la pagella

Tornano i giudizi descrittivi alla scuola primaria al posto dei voti numerici. Per il Ministero si tratta di un passo importante verso una valutazione più trasparente ed esaustiva per ogni alunno.

C’è una novità nel mondo della scuola primaria e riguarda il sistema di valutazione in pagella.

Non ci sarà più il voto numerico ma un giudizio che descrive attitudini e competenze dell’alunno.

Una riforma, voluta proprio per la scuola primaria, che doveva entrare in vigore da settembre, slittata a causa della pandemia e della chiusura delle scuole.

Quando si pensa alla propria esperienza scolastica, tra i ricordi che fanno capolino non mancano mai i voti: alti o bassi, temuti e fonte di delusioni e soddisfazioni, i numeri dall’uno al dieci sono parte integrante dell’idea di scuola che ci portiamo dentro. Difficile quindi immaginare una scuola primaria senza voti.

Si troveranno quindi in pagella giudizi descrittivi che andranno di pari passo con il percorso di apprendimento di ciascuno e con la finalità di fornire ai genitori una valutazione quanto più completa e trasparente possibile.

Per tutti i dubbi e per capire a cosa corrisponde un determinato giudizio, si potrà parlare con gli insegnanti.

Scuola primaria, come si è arrivati al giudizio descrittivo

Il tema della valutazione scolastica risale al Regio Decreto 4 maggio 1925, n. 653, integrato e modificato dal Regio Decreto 21 novembre 1929, n. 2049, secondo cui “in sede di riunione per lo scrutinio finale presieduta dal preside, ciascun docente esprimeva per ogni alunno un giudizio sul rendimento scolastico e disciplinare, giudizio che il Preside traduceva in voto”.

Alla fine degli anni ’70, con la legge 517/1977, si accentuò la differenza tra ordini di scuole: mentre le superiori mantennero il voto in decimi, alle elementari e alle medie furono introdotti i giudizi (ottimo, distinto, buono, sufficiente…) e veniva cancellata, dopo 50 anni di vita, la vecchia pagella con i voti.

A far tornare il voto in decimi nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado fu l’allora ministro all’Istruzione Maria Stella Gelmini nel 2008.

Il mutamento fu accolto molto bene dai docenti, come un alleggerimento delle procedure negli scrutini intermedi e finali ed anche i genitori accolsero l’evento come segno di maggior chiarezza per comunicare il rendimento scolastico.

Da quella data più nessuno ha osato affrontare la questione. Nemmeno la cosiddetta “Buona scuola”, che con il decreto legislativo 62/2017 ha confermato l’uso dei numeri.

L’unica novità è stata la certificazione delle competenze che, prima di questa nuova ordinanza, accompagnava la pagella a conclusione della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione.

L’ultimo intervento è l’ordinanza del 4 dicembre 2020 in cui vengono stabiliti i 4 livelli di apprendimento dei giudizi descrittivi.

Per il Ministero dell’Istruzione il ritorno al giudizio descrittivo per ognuna delle materie scolastiche alla scuola primaria è importante perché permette una valutazione più trasparente ed esaustiva per ogni alunno; il voto numerico non permette di fare una disanima differenziata da studente a studente.

Scuola primaria, le nuove valutazioni

Avanzato: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note e non note, mobilitando una varietà di risorse sia fornite dal docente, sia reperite altrove, in modo autonomo e con continuità.

Intermedio: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note in modo autonomo e continuo; risolve compiti in situazioni non note, utilizzando le risorse fornite dal docente o reperite altrove, anche se in modo discontinuo e non del tutto autonomo.

Base: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e utilizzando le risorse fornite dal docente, sia in modo autonomo ma discontinuo, sia in modo non autonomo, ma con continuità.

In via di prima acquisizione: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e unicamente con il supporto del docente e di risorse fornite appositamente.

Queste nuove valutazioni, chiamate anche livelli di apprendimento verranno riportate dall’insegnante in relazione agli obiettivi di ogni materia.