Montagna in crisi

Campo Imperatore, non basta la neve: “Riaprire in sicurezza o ristori, il Covid non esiste solo d’inverno”

Campo Imperatore, il Covid si abbatte come una valanga sul comparto montagna, già alle prese con una cronica crisi da mancanza di servizi e infrastrutture. "Non lavoriamo dall'8 marzo scorso, quali tutele per noi? Il Covid non esiste solo d'inverno".

CAMPO IMPERATORE – Attività essenziali o non essenziali, solo in base a chi guarda. La montagna e il suo indotto, quello che va avanti di turismo invernale, stanno attraversando l’inverno più freddo degli ultimi anni. Un gelo, causa Covid 19, che ha immobilizzato il settore.

“La montagna è un’industria turistica, guai a parlare di attività non essenziale”.

Nel mezzo di una stagione turistica invernale già compromessa per l’intero comparto, Il Capoluogo raccoglie la posizione di Luigi Faccia, direttore della Scuola di Sci Assergi-Gran Sasso. “Ognuno ha la sua idea di non essenziale, ma il comparto montagna è un’industria turistica al giorno d’oggi. E come si cerca di salvaguardare le industrie in generale, è nostro diritto che qualcuno pensi a come sostenere un settore in difficoltà”. E Il comprensorio di Campo Imperatore ne sa qualcosa. 

Come intervenire? 

“O mettendo a punto delle norme che regolamentino l’attività invernale in montagna, portando ad una riapertura delle stazioni sciistiche in sicurezza, secondo le norme anti contagio; oppure si eroghino fondi che sopperiscano alla perdite di una stagione già quasi persa. Quantomeno, ad oggi, pesantemente compromessa”.

La riapertura annunciata – ma già in bilico – il prossimo 18 gennaio, non soddisfa chi di montagna ci vive, ogni giorno. E nemmeno è sicura. “Neanche ci credo”, commenta amareggiato Luigi Faccia. “Le scuole in Abruzzo prenderanno in media 5/6 mila euro, come indennizzo per i mancati incassi dei mesi di novembre/dicembre/gennaio. Non è questo il ristoro di cui c’è bisogno: il ristoro deve essere personale, per permettere – a chi fa di queste attività la propria fonte di sostentamento – di andare avanti dignitosamente“.

“Negli altri settori, quali quello pubblico, ci sono tutte le tutele del caso. Non si può lavorare in ufficio? Si passa alla modalità in smart working. Per le aziende private scatta la cassa integrazione. Qualcuno, però, viene dimenticato: chi vive del proprio senza dar fastidio a nessuno. E se si alza la voce si è tacciati di superficialità o incoscienza, per la tipologia di attività esercitata. Ovviamente, comprendiamo la situazione e, nonostante il mio ruolo, non direi mai che l’attività sportiva legata alla montagna sia esente da rischi epidemiologici. Ogni ambito lavorativo, ogni settore e contesto pubblico-sociale può avere i suoi rischi e i suoi problemi di sicurezza. Quindi mi affido al parere degli esperti, che ha portato alla decisione di lasciare chiusi gli impianti sciistici, almeno fino al 18 gennaio. Posso affermare, però, con convinzione che è fondamentale dare a tutti la possibilità di vivere o sopravvivere a questa crisi, cosa che non si sta affatto facendo”.

Campo Imperatore, la riapertura del 18 gennaio potrebbe essere vista come una ripartenza?

“Ci credo poco. Già riaprire dal lunedì al venerdì significa annullare il 90% degli incassi del comparto, ovviamente concentrati proprio nei giorni del fine settimana. Inoltre, c’è da considerare che a Campo Imperatore abbiamo ingressi contingentati anche per la funivia“.

Per Campo Imperatore è una ferita che si riapre – semmai si fosse chiusa – dopo gli anni difficili a causa della neve arrivata in ritardo e dei servizi che continuano ad essere assenti ingiustificati. 

“Il nostro comprensorio turistico quest’anno non si ritrova a fare i conti con l’assenza di neve, ma con misure che danno un’ulteriore mazzata al comparto montagna. La stagione si è interrotta dall’8 marzo scorso e non è mai ripresa. Nonostante quest’estate la stessa emergenza epidemiologica abbia portato grandi afflussi turistici in montagna. Il Covid, però, non esiste solo d’inverno. La situazione è veramente difficile per la nostra realtà: noi non lavoriamo più da quasi un anno ormai. Come dobbiamo andare avanti? Tireremo a campare, ma di certo non ci sarà la possibilità di recuperare a breve. Servono aiuti certi e servono subito: finora ci sono state solo chiacchiere“.

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