Ospedale l'aquila

Ospedale L’Aquila, un anno senza logopedista

San Salvatore, da oltre un anno non c'è più un logopedista. Due le opzioni: rivolgersi al privato o aspettare mesi.

Pazienti senza logopedista. Questa la situazione all’ospedale San Salvatore dell’Aquila da più di un anno e, a quanto pare, per ora non c’è soluzione.

La dottoressa Paola Angelilli, logopedista in servizio presso l’unità di Otorinolaringoiatria del San Salvatore, è andata in pensione e il posto non è stato riassegnato.

Come conseguenza, le visite e le terapie dei pazienti sono state sospese. Nel mezzo, anche l’emergenza Covid a complicare la situazione.

Le vecchie visite, o quantomeno tutte quelle programmate nell’ultimo anno, dovevano essere compensate da una fisioterapista ma ad oggi non c’è assolutamente nulla.

Il Capoluogo ha voluto approfondire la questione, dopo aver raccolto diverse segnalazioni.

Ospedale L’Aquila, logopedista in pensione da un anno e terapie sospese

Il problema da ottobre a oggi è sempre lo stesso: prima ancora che la dottoressa Angelilli andasse in pensione dal reparto era stata fatta la richiesta per avere una nuova unità. Ma a oggi non è stato ancora bandito neanche l’avviso.

Quando la dottoressa Angelilli è andata via è stata inserita la figura di una fisioterapista che ha portato a termine le terapie in corso, ma non è bastata. A oggi tantissime persone sono ancora in attesa e se si prova a prenotare, la prima data disponibile è ad aprile.

Una situazione difficilissima per tanti pazienti che vedono nelle terapie con il logopedista un supporto fondamentale, qualsiasi sia l’età di chi ne ha bisogno: dai bambini in difficoltà agli anziani per i quali la logopedia è l’unica salvezza per avere una vita quasi normale dopo interventi delicatissimi e anche invasivi della laringe.

I bambini seguiti da un logopedista hanno in media un’età che va dai 4 agli 8 anni ed è una figura fondamentale per la loro crescita.

In mancanza del logopedista, al San Salvatore la fisioterapista avrebbe dovuto “tamponare” l’assenza della dottoressa Angelilli e doveva fare da supporto per azzerare per quanto possibile la lunga lista di pazienti in attesa che si era formata nel tempo.

Attualmente, l’unica soluzione è rivolgersi al privato. A Pile c’è un centro convenzionato ma anche lì c’è da attendere almeno un paio di mesi.

Una soluzione che ovviamente non è alla portata di tutti e, soprattutto, non è giusta.