Gli auguri dei Lettori di Il Capoluogo

L'intervista

Auguri a Piero Taffo, i suoi primi 50 anni

Mezzo secolo per Piero Taffo, amministratore della Taffo Onoranze Funebri e già 35 anni di attività alle spalle. Professionalità e sana ironia per l'imprenditore con L'Aquila nel cuore

Piero Taffo, 50 anni e una storia piena, cominciata da un abito appeso ad un armadio. Non solo ordinaria amministrazione imprenditoriale. Piero Taffo – amministratore della Taffo Onoranze Funebri – si è ritrovato davanti situazioni difficili e imprevedibili nei suoi 35 anni di attività: dal terremoto dell’Aquila ad Amatrice, fino all’Emergenza Covid 19, vissuta sempre sul campo.

Un giorno per sorridere, almeno fino a quando non squillerà di nuovo il telefono. Festeggiamenti intimi e ridotti, “solo con la mia famiglia: con loro spegnerò 50 candeline”, ci spiega Piero Taffo. “Purtroppo abbiamo poco da festeggiare, ma spero che le festività natalizie portino un po’ di serenità a tutti. Questo è il mio augurio. Anche e soprattutto a chi resterà lontano e non potrà tornare ed abbracciare i propri cari. Nel mio caso, il pensiero va a mia sorella Dina, che vive in Francia e che non vedo da tanto tempo”.

Piero Taffo si racconta e ci racconta.

Non è semplice lavorare in mezzo al dolore, quello più forte, a contatto di chi ha appena perso una persona cara. Non ci si fa mai l’abitudine, nemmeno dopo 35 anni. Piero Taffo lo sa bene e, tagliato il traguardo dei 50 anni, ripensa a quando tutto è iniziato.

Una storia, quella lavorativa legata all’agenzia Taffo Onoranze Funebri, che ha attraversato molti momenti critici della cronaca recente, soprattutto aquilana.

“Ripensando agli inizi – ci racconta Piero Taffo – il primo a introdurmi nella realtà delle agenzie funebri fu mio padre. Dopo aver superato gli esami di terza media, infatti, non mi regalò un motorino – come fu per molti miei compagni di classe – mi disse, invece, che il mio regalo era appeso nell’armadio. E, ovviamente, dentro l’armadio trovai ad attendermi l’abito che, oggi, nel settore chiamiamo ‘da lavoro’. Un completo elegante e sobrio, per farmi capire che se non avessi dedicato tutto il mio impegno allo studio, l’alternativa sarebbe stata l’attività di famiglia“.

E così ha scelto Piero, seguendo le orme di suo padre, al fianco dei suoi fratelli Luciano e Giuseppe. La storia delle Onoranze Funebri Taffo, tuttavia, inizia da più lontano…”da mio nonno – spiega Piero – che decise coraggiosamente di aprire una prima agenzia a Roma, dopo la primissima attività di Poggio Picenze“.

Guardandosi indietro, Piero Taffo ricorda i moltissimi viaggi di lavoro, in tutta Italia e anche oltre confine, per riportare a casa chi si era spento lontano dalla sua terra. Ricorda i momenti difficili e delicati di una professione mai facile.

Piero Taffo

Piero Taffo, la ferita del terremoto dell’Aquila del 2009

“In anni di esperienza nel settore, purtroppo, ci ritroviamo ad assistere a tanto dolore. Non dipende da noi e non dipende da nessuno, non lo si può fermare. E noi dobbiamo sempre cercare di sapere cosa dire o se la situazione richiede il silenzio. Tante vite spezzate, anche giovanissime, senza un perché né una forma possibile di consolazione. Il momento più duro per me, tuttavia, è stato l’aprile del 2009, quando il terremoto ha distrutto L’Aquila”.

“Sono giunto ad Onna la mattina del 6 aprile, di ritorno da Catelnuovo di San Pio delle Camere. Quando sono arrivato c’era il sole sulle macerie di quanto rimasto…era buio, ed era ormai il 7 aprile, quando ho lasciato quell’apocalisse. Pioveva a dirotto e il freddo ti tagliava il volto. All’improvviso scoprii di aver perso un caro amico, un falegname del posto, con sua moglie e i suoi figli. Mi ritrovai uno dei bambini in braccio e scoppiai a piangere, non riuscivo a smettere. Non si può spiegare“.

Un dolore simile è stato quello visto, sempre con i propri occhi, ad Amatrice, dopo il terremoto del 2016. Abituarsi alla sofferenza degli altri è impossibile. “Cercare di aiutare, però, spesso aiuta in primis noi stessi”.

Come? “Innanzitutto offrendo competenza nel proprio campo. Bisogna conoscere tutte le leggi che regolamentano la nostra professione. Perché chi ha perso un proprio caro non può ritrovarsi persone inesperte su cosa fare o non poter fare. Bisogna precisare, poi, che la nostra professione nel tempo ha avuto modo di evolversi, quindi occorre offrire un servizio che sia il più possibile completo e adatto alle esigenze di chi ti contatta, affidandoti il rito funebre di un proprio caro”.

La Taffo Onoranze Funebri è attiva con le sue agenzie a L’Aquila, Montereale, Poggio Picenze, Paganica e Navelli. A Roma con tre agenzie e sulla costa laziale, a Nettuno, Anzio e Lavinio.

Piero Taffo, l’emergenza Covid 19

Il Covid 19 è solo l’ultima emergenza che mette a contatto chi lavora nel campo delle onoranze funebri con il dramma di chi perde un proprio caro, a causa del contagio dal virus. “Incontriamo persone che da mesi non vedono più un proprio caro, perché ricoverato in quanto positivo al Covid 19. Fino a ricevere la notizia drammatica, quella della scomparsa del persona amata. Tutto senza possibilità alcuna di dare l’ultimo saluto, né di prendere parte ad un ipotetico funerale, se anche loro stesse sono state contagiate. Un senso di vuoto e di sofferenza profonda con cui siamo entrati a contatto troppe volte, nel corso di quest’emergenza”.

“In questi casi cerchiamo di esaudire tutte le richieste di chi sta soffrendo, continuando a svolgere professionalmente il nostro lavoro. Cerchiamo sempre di fornire quel supporto di cui le persone hanno bisogno in momenti come questi, altrimenti sarebbe impossibile fare questa professione“.

Piero Taffo, l’importanza di sorridere

Un vortice del dolore dal quale la grande realtà di Taffo cerca di prendersi qualche momento di pausa. Esorcizzando con battute di spirito, ma mai di cattivo gusto, l’attualità attraverso il balck humour.

“Fa parte della sfida. Siamo tre fratelli – io, Giuseppe e Luciano – che hanno deciso di garantire un servizio puntuale, preciso e innovativo. Perché inevitabilmente anche i riti funebri cambiano nel tempo. E cercare di puntare su una campagna marketing, che susciti spesso ilarità, è un modo per rendere meno buio il contesto tetro in cui ci troviamo a lavorare. Far sorridere e farci conoscere, garantendo servizi completi, che non tutti offrono. Abbiamo voluto differenziarci, sempre con estremo rispetto“.

Ed è importante per Piero avere una solida famiglia alle spalle, perché non è semplice vivere da reperibili h24. “Mi sento giovane dentro e fuori. Spero di poter dare ancora tanto a L’Aquila e al suo territorio. In generale, a tutte le persone che mi cercano e a chi torna, dopo averci affidato il rito funebre di un caro familiare. La mia unica grande soddisfazione è capire di essere stato di conforto nei momenti difficili. Solo questo può aiutarci a lavorare così vicini a chi soffre. E alla prima chiamata ci si mette in marcia, anche a costo di far saltare la gita in montagna della domenica, con la mia famiglia. Il senso del dovere non può mancare“.

Auguri a Piero Taffo!

 

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