Una bella storia

Rocca di Mezzo, la stanza degli abbracci: sconfiggere il Covid tra le braccia di chi si ama

Sconfiggere la lontananza da Covid 19 grazie alla vicinanza dei propri cari. Nella Piccola Casa della Divina Provvidenza di Rocca di Mezzo è possibile, grazie alla Stanza degli Abbracci. Così è tornato a splendere il sole.

Sconfiggere la lontananza da Covid con la forza di un abbraccio. Sembra impossibile, invece a Rocca di Mezzo ha vinto l’amore. Quello vero, paziente, che non si può contagiare. Grazie a un muro di plexiglass, gli anziani della Piccola Casa della Divina Provvidenza e San Francesco Di Paola hanno stretto, di nuovo, tra le proprie braccia i loro cari. Immagini che toccano il cuore, senza il bisogno di tante parole.

stanza degli abbracci rocca di mezzo

Occhi commossi (che abbiamo sfocato in segno di rispetto per la privacy e per il momento intimo); un sorriso che, probabilmente, mancava da tempo; mani sagge che tornano a sentire calore. Il contatto con una persona cara: una figlia. Tutto tra le pareti della Stanza degli Abbracci. 

La forza di ritrovarsi e di stringersi anche senza toccarsi. La Casa di Riposo di Rocca di Mezzo ha reso possibile tutto questo, lì dove il Covid si era intrufolato come l’ospite più indesiderato, portando malattia, dolore e perdite. Prima dell’emergenza erano 30 gli ospiti della Piccola Casa della Divina Provvidenza, ora sono venti.

Sei vite sono state spente dal virus, quattro ospiti sono ancora ricoverati in ospedale, in condizioni stabili. Venti sono gli anziani attualmente ospitati, di cui 5 ancora positivi al Covid 19.

Da un’idea di Emiliano Nardecchia, coordinatore amministrativo della struttura, e di tutta la direzione della Casa di Riposo, dopo tanto dolore è tornata un po’ di serenità e di speranza. “Abbiamo pensato a una stanza degli abbracci perché, dopo un anno in cui facciamo i conti con il Covid e con le misure imposte per evitare il contagio, le videochiamate non bastavano più. Così abbiamo deciso di fare qualcosa ed è nata l’idea di una stanza dove i contatti fossero possibili, nella più totale sicurezza“.

Da una settimana la Stanza degli Abbracci è realtà e “abbiamo già vissuto momenti di intensa commozione, mentre i nostri ospiti – sia chi non è stato contagiato, sia chi era definitivamente negativo – hanno potuto rivedere i loro familiari”.

Ma come funziona la stanza degli abbracci?

“Abbiamo scelto, innanzitutto, uno spazio che consentisse l’accesso dei parenti dall’esterno della struttura, senza che passassero all’interno della Casa di Riposo”, spiega Emiliano Nardecchia alla nostra redazione. “Quindi è stato disposto nel mezzo della stanza un muro di plexiglass, con alcune fessure che permettono a parenti e ospiti della struttura di infilare le proprie braccia per abbracciarsi. Braccia, ovviamente, non ‘nude’. Dalle fessure predisposte, infatti, partono dei guanti elastici monouso che proteggono le braccia, garantendo un incontro in assoluta sicurezza“.

Le foto possono aiutare a capire il funzionamento della Stanza degli Abbracci.

stanza degli abbracci rocca di mezzo

“Abbiamo organizzato dei cicli di visite. Ogni ospite ha mezz’ora per poter rivedere i propri cari. Al termine di ogni visita i guanti monouso vengono gettai e sostituiti con guanti nuovi e viene effettuata la sanificazione da entrambe le parti: sia la zona frequentata dall’ospite che quella attraversata dal parente”.

In tutta la struttura sono soltanto tre gli ospiti che sono sfuggiti al contagio. Intorno a loro anche il personale, purtroppo, è risultato contagiato. Problemi nell’organizzazione del lavoro e nell’assistenza agli ospiti, fortunatamente, non ce ne sono stati, in quanto “la società che gestisce la Cooperativa Sociale della struttura ha numerose Case di Riposo in tutta la Regione. Nell’aquilano, ad esempio, gestisce la struttura di Fontecchio. Quindi grazie agli spostamenti di personale siamo riusciti a tamponare le assenze causa Covid. Ora il peggio è passato”.

Un peggio che si scioglie nella forza di un abbraccio, nonostante la vita abbia provato ad allontanarci tutti. Così torna a splendere il sole nella Piccola Casa della Divina Provvidenza e San Francesco Di Paola.

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