Terremoto e ricostruzione

Casette post sisma, il Governo impugna la sanatoria

Casette post sisma: il Governo impugna la sanatoria che consentiva di sistemare la situazione dei manufatti temporanei nei territori del cratere.

Casette fai da te post sisma, Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e per le Autonomie Francesco Boccia, ha impugnato alcune misure emanate di recente dalla Regione Abruzzo.

Tra queste c’è la legge numero 29 del 13 ottobre, che riguarda le “casette fai da te” post sisma, dal titolo Modifica della legge regionale 12 aprile 1983 numero 18, norme per la conservazione, tutela, trasformazione del territorio della regione Abruzzo, misure urgenti e temporanee di semplificazione e ulteriori disposizioni in materia urbanistica ed edilizia.

Nella legge c’è la possibilità, per i comuni abruzzesi delle aree che ricadono nei Crateri sismici 2009 e 2016, nell’ambito della propria potestà pianificatoria e regolamentare, di adeguare gli strumenti urbanistici anche in deroga al limite di dimensionamento dei piani, al fine di ricomprendere in aree edificabili i lotti interessati da strutture e manufatti temporanei realizzati a seguito degli eventi sismici, a condizione che gli stessi siano conformi ai titoli autorizzativi.

In sostanza il governo si è opposto alla possibilità di sanare le casette temporanee realizzate dopo il terremoto del 6 aprile 2009 o dopo quelli del 2016-2017.

Come riporta Il Messaggero, si tratta dei manufatti, autorizzati con delibera del consiglio comunale dell’Aquila, con cui dopo l’emergenza è stata data la possibilità ai privati di realizzare delle strutture, appunto a carattere temporaneo, per sopperire alle necessità abitative.

La misura era stata fortemente voluta dal consigliere regionale Roberto Santangelo per tentare di trovare soluzione a una questione che si trascina ormai da tempo, ovvero quella della regolarizzazione delle casette.

Santangelo ha battuto molto sull’aspetto di premiare “chi ha scelto di continuare a vivere in questi territori profondamente colpiti dal terremoto senza abbandonarlo ed è rimasto attaccato alle proprie radici”.

La ratio della norma era quella di consentire ai Comuni di adottare dei provvedimenti in deroga rispetto ai piani.

Secondo il governo le “violazioni risultano invasive della potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dei Beni Culturali e del paesaggio” oltre “a contrastare con norme di principio in materia di governo del territorio”.

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