Cronaca

Giornata contro la violenza sulle donne, riflettiamo

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in ricordo del sacrificio delle sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal.

25 novembre 2020: giornata internazionale contro la violenza sulle donne, le riflessioni di Nando Giammarini.

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita nel lontano 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per sensibilizzare tante coscienze.

Scelta non casuale: il 25 novembre 1960 furono trucidate nella Repubblica Dominicana Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, tre sorelle simbolo, impegnate nella lotta non violenta contro la dittatura di Leonidas Trujillo. Despota, quest’ultimo, che alla lunga serie di barbarie aggiungeva un accanimento particolare contro il genere femminile.

Il terribile ed infame dittatore Trujillo – come raccontato nel romanzo del Nobel Mario Vargas Llosa, La festa del Caprone – era solito stuprare le adolescenti, figlie spesso dei suoi stessi collaboratori che erano costretti ad acconsentire sotto la minaccia di torture o sterminio della famiglia.

Una ricorrenza importante per quel che concerne l’affermazione dei diritti delle donne ed il rispetto che meritano in quanto esseri umani. In Italia e in tutto il mondo sono organizzati incontri, dibattiti e tutto quanto può servire per accendere il faro contro quella che è ormai diventata una vera e propria piaga sociale.

Non è più possibile ne tollerabile, nei primi vent’anni del terzo millennio, che vengano bistrattate, offese, violentate, uccise da uomini vili e senza cuore che dicono di amarle; in realtà si erigono a padroni esclusivi delle loro vite. Una vera e propria emergenza nazionale.

Recenti statistiche ci forniscono dati inquietanti con numeri al di fuori di qualsiasi logica di umanità e di ragione, nei primi sei mesi del 2020 in Italia sono state uccise 59 donne è calato il numero degli omicidi, ma è aumentato quello dei femminicidi.

Purtroppo il 77% degli omicidi sono avvenuti in ambito familiare ed affettivo ed hanno riguardato il gentil sesso; in Italia sono indubbiamente aumentate le criticità familiari e le violenze domestiche ma non le denunce alle forze dell’ordine. In numero maggiore però sono state le chiamate d’ intervento alle sale operative delle Questure, con 12.579 richieste di aiuto tra gennaio e aprile 2020. Nella fase acuta della pandemia.

La questione della violenza domestica e di genere e delle sue conseguenze profonde ed a volte efferate sulla sfera dei diritti della persona ha portato al varo della Legge n. 69/2019 cosiddetta “Codice Rosso”, consentendo di affrontare la problematica nei suoi multiformi aspetti di contrasto alle violenze, ma anche di “tutela sociale“ dei soggetti che le subiscono.

La violenza contro le donne è ancora oggi praticata da uomini senza umanità e senza rispetto, indegni. Basti pensare alle bambine dell’India che, con cadenza quasi quotidiana, vengono stuprate e uccise, alle donne acidificate, a tutte quelle donne che in ogni parte del mondo, anche in Italia, subiscono ogni giorno violenze fisiche e psicologiche, a quelle donne che hanno perso la vita per mano di “uomini” che dicevano di amarle.

Questi temi sono stati trattati più volte all’Università di Tor Vergata di Roma, in convegni organizzati dalla grande prof.ssa Livia De Pietro con la partecipazione della prof.ssa Lucia Ceci, originaria di Cabbia di Montereale e mia carissima amica, titolare della cattedra di storia contemporanea dello stesso Ateneo.

Spesso, le violenze si subiscono tra le mura domestiche, in famiglia: nel luogo che dovrebbe rappresentare la certezza degli affetti, del rispetto, della sicurezza.

Nel nostro amato Abruzzo le donne democratiche della provincia dell’Aquila, sono in prima linea nella lotta contro le violenze di genere ed i femminicidi in una battaglia culturale essenziale che vede protagonisti donne e uomini insieme, contro la barbarie, per l’affermazione della civiltà e della cultura del rispetto e della consapevolezza.

Un messaggio forte che urla al mondo la necessità di lottare contro una forma di violenza inaccettabile per ogni società che voglia definirsi civile. In codesto contesto l’informazione è di primaria importanza e la conoscenza di tale fenomeno rappresenta il passaggio principale per la sua prevenzione.

Purtroppo in questi giorni difficili e problematici, a causa della terribile pandemia, troppe donne sono costrette , in un incubo senza fine, a convivere con i loro aguzzini sopportando ogni angheria. A loro va il mio pensiero ed il pressante invito a non cedere al ricatto della paura contattando immediatamente il 1522 numero nazionale antiviolenza, gratuito, attivo nel territorio nazionale in tutto l’arco delle 24 ore.

Tutte le donne vittime di violenza hanno bisogno di sentire la solidarietà, l’abbraccio ed il sostegno della società. Nessuna dovrà più essere lasciata sola nel proprio dramma e nella sua disperazione.

In segno di considerazione e di massima attenzione per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne la Fontana Luminosa, simbolo della forza femminile con le sue due maestose figure di donne che si ergono elevando una grande conca da cui sgorga un forte getto d’acqua. simbolo di vita, e la Caserma dei Carabinieri  dell’Aquila, luogo deputato alla tutela e al rispetto delle persone, delle cose e delle regole del vivere civile, verranno illuminate d’arancio.

Tante inziative si sono svolte nel corso dell’anno con l’inaugurazione delle panchine rosse, contro la violenza sulle donne, quali simboli di equità, giustizia e rispetto. Una per tutti quella inaugurata a Pizzoli il 24 novembre dello scorso anno.

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