Cultura

Le nuove stanze della poesia, la Maggiolata ortonese

La Maggiolata ortonese, la magia della cultura abruzzese per l'appuntamento con la rubrica Le nuove stanze della poesia.

Musica e poesia: la Maggiolata ortonese per l’appuntamento con la rubrica Le nuove stanze della poesia a cura di Valter Marcone.

La Maggiolata nasce come festa canora il 3 maggio 1920 a Ortona, nel cosiddetto “lunedì del Perdono” per le feste in onore del patrono San Tommaso apostolo, col nome di “Piedigrotta Abruzzese”; nel 1921 è nota come “maggiolata”, perché il festival nacque in maggio.

Il 6 maggio 1929 nella conferenza presso la Sala Eden (belvedere Francescopaolo Tosti) nacque l’organigramma del festiva di maggio, per volere di Annunciata Spinelli Dommarco. Molte canzoni, che allora erano composte da Luigi Dommarco, Guido Albanese, Antonio Di Jorio, Luigi Illuminati e Cesare De Titta erano rielaborazioni di stornelli e canzonette popolari anonime già esistenti, il fine della maggiolata era dunque quello di conservare le tradizioni popolari creative da una parte, dall’altra di migliorare e rinnovare, senza troppe variazioni, queste canzoni popolari per filoni, quello della serenata, quello malinconico, quello scherzoso degli stornelli, quello celebrativo ed evocativo. L

a coppia Albanese-Dommarco scrisse dal 1914 al 1917 grandi successi, come Campène alligrezze – Chi scià bbindette Urtòne – Ti vuojje bene – Canzone de la guerre per ricordare gli ortonesi caduti al fronte durante la Grande guerra.

Le canzoni venivano cantate lungo il corso Vittorio Emanuele partendo da Largo Farnese, e risalendo sino a Porta Caldari, il coro seguiva un pianoforte con il maestro, trascinato da un carretto, le canzoni ottennero un immediato successo, specialmente famosa, prima della composizione nel 1922 di Vola vola vola, fu la canzone Campène alligrezze.

La canzone Che scià bbindette Urtone fu cantata presso casa Dommarco, persso l’ex hotel Moderno, e riscosse subito successo; Ti vuojje bene fu composta per un ballo nella Sala Eden per il capodanno 1915. Purtroppo, specialmente per il sopravvenire della seconda guerra mondiale, che arrecò gravi danni a Ortona, il festival della Maggiolata venne abbandonato, e non più riproposto.

Fu un momento irripetibile per lanciare la cultura popolare musicale abruzzese fuori dal panorama provinciale e regionale, in quegli anni Ortona divenne il centro pulsante, insieme a Francavilla e Pescara, della tradizione abruzzese, con il favore anche di artisti già affermati, quali Michetti, Cascella, D’Annunzio, e il Tosti, che aveva già introdotto il tema della Maggiolata alla fine dell’800, rimusicando dei pezzi anonimi d’ambito popolare.

Alla cultura popolare musica dette un contributo il fisarmonicista Tommaso Cocion nato nel paese di Poggiofiorito, divenuto comune autonomo nel 1911. Emigrato in America, e tornato in Italia, divenne il fisarmonicista per eccellenza d’Abruzzo perché favorito da Benito Mussolini; fu compositore di varie polke e mazurke abruzzesi, ancora oggi suonate.

Fu il capostipite di una sorta di dinastia di musicisti abruzzesi, composta dal figlio Vincenzo Coccione, titolare di un’associazione musicale, del nipote Camillo Coccione, in rapporti con il poeta, compositore ed editore Luciano Flamminio di San Vito Chietino.

Non molto lontano, a Orsogna, si creò il gruppo della corale “La Figlia di Iorio”, in ricordo di Giuditta Saraceni, la contadina che ispirò D’Annunzio e Michetti per il quadro e la tragedia omonima (il quadro michettiano del 1805, la tragedia dannunziana del 1903).

La corale nacque nel 1921 per volere di Attilio Bartoletti, anche se l’esordio avvenne nel 1923. Negli anni ’60 il coro fu all’avanguardia perché cercò di “modernizzare” la tradizione popolare abruzzese, ragion per cui compì varie turnè in Italia, ad esempio al festival di Caltanissetta, e poi per il mondo, esibendosi anche al Giubileo del 2000.
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