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Vaccino Covid19, ricerca e speranza: le tappe

Corsa serrata in tutto il mondo per la produzione di un vaccino contro il Covid-19. L'importanza della ricerca e di vaccinare una larga parte della popolazione

Corsa serrata in tutto il mondo per la produzione di un vaccino contro il Covid-19.

Mentre il traguardo è molto vicino per Pfizer e BioNTech, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che coordina gli sforzi collettivi per l’ottenimento di uno strumento efficace nella lotta contro la pandemia, conta ad oggi oltre 200 vaccini in fase di sviluppo, dei quali circa una cinquantina sono attualmente in fase di sperimentazione sull’uomo. La speranza è quella di somministrare 2 miliardi di dosi entro la fine del 2021.

Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases e membro della Task Force della Casa Bianca per l’emergenza Covid, ha affermato in un’intervista che il vaccino in fase di sperimentazione da parte di Pfizer/BioNTech ha “uno straordinario grado di efficacia – più del 90%, vicino al 95%. Questo può essere un fattore fondamentale nel soprassedere alle riserve che si possono avere nel somministrare vaccini sviluppati in così poco tempo”. Riguardo l’importanza della vaccinazione, il professore americano ha affermato: “Dobbiamo convincere la gente a vaccinarsi, perché se si ha un vaccino altamente efficace e solo il 50% della popolazione lo fa, non si avrà un effetto necessario a relegare la diffusione della pandemia ad un livello talmente basso da non costituire più una seria minaccia per l’intera società. E questo è esattamente l’obiettivo di un simile vaccino”.

Quanto invece all’efficacia nel tempo da parte del vaccino, Fauci si è espresso in questi termini: “La durata della sua protezione, come quella di un qualsiasi altro vaccino anti-Covid, è ancora ignota. I vari tipi di Coronavirus generalmente non generano una risposta immunitaria della durabilità di decenni, per questo le persone solitamente vengono contagiate anno dopo anno da uno o più dei 4 Coronavirus, i quali possono causare effetti anche molto lievi come il comune raffreddore”.

Se l’effetto del vaccino ha “uno o due anni di durabilità, per me può andar bene comunque, perchè noi in tal caso semplicemente ci sottoporremo alla dose di richiamo a tempo dovuto, riottenendo così la piena immunità”. In ogni caso, “è necessario mantenere sempre un livello massimo di attenzione nel momento in cui si ha a che fare con vaccini che andranno somministrati a centinaia di milioni di persone. Questa deve essere la priorità per tutti. La sicurezza è fondamentale”.

Vaccino Covid19: il ritorno alla normalità

Il forte impatto del nuovo vaccino si verificherà significativamente la prossima estate e la vita dovrebbe “tornare alla normalità entro l’inverno del prossimo anno”, dice uno dei suoi creatori, il professor Ugur Sahin, cofondatore di BioNTech. In un’intervista alla BBC, Sahin ha affermato: “Ho molta fiducia in una riduzione del contagio grazie a questo vaccino, forse non del 90%, ma almeno del 50%. Non dobbiamo però dimenticare che anche una simile percentuale può determinare una drastica riduzione della diffusione della pandemia”. Il professore ha poi aggiunto: “Se tutto andrà come deve andare, la distribuzione del vaccino comincerà nel periodo tra la fine di quest’anno e l’inizio dell’anno prossimo. L’obiettivo è quello di somministrare più di 300 milioni di dosi in tutto il mondo entro il prossimo aprile. Questo ci consentirà di iniziare a vedere effetti molto importanti”. Effetti destinati a divenire ancor più evidenti in seguito: “L’estate ci sarà di grande aiuto perché l’indice di contagio rallenterà in quel periodo e ciò che è assolutamente importante è che avremo un alto tasso di vaccinazione prima dell’autunno/inverno del prossimo anno”. Periodo nel quale, a ben sperare, la normalità dovrebbe essere quasi del tutto recuperata.

Covid19, il percorso di un vaccino

Possono servire dai 10 ai 15 anni per portare un vaccino sul mercato; il più veloce – il vaccino per la parotite – richiese 4 anni negli anni sessanta. I vaccini sono sottoposti ad una rigorosa sperimentazione clinica di 3 fasi, che andiamo brevemente ad illustrare:

Fase 1: Viene testata la sicurezza di un vaccino e la conseguente risposta immunitaria in un piccolo gruppo di soggetti sani.

Fase 2: La sfera dei soggetti testati viene allargata, arrivando ad includere gruppi di persone che hanno la malattia in questione o che possono essere esposte a prenderla, con l’obiettivo di determinare ulteriormente l’efficacia del vaccino.

Fase 3: Vengono coinvolti migliaia di soggetti per assicurarsi che il vaccino sia sicuro ed efficace nei confronti di un numero elevato di persone, tenendo conto che la risposta immunitaria può variare in base ad età, etnia o a condizioni di salute contingenti.

Dopo il completamento della terza fase, si passa al vaglio delle agenzie di regolamentazione per l’approvazione. Quest’ultimo processo può in alcuni casi richiedere anche molto tempo. Anche dopo aver ottenuto l’approvazione, il percorso di un vaccino può subire ulteriori ostacoli nel momento del passaggio alla produzione ed alla distribuzione. Senza dimenticare che alcuni vaccini possono addirittura rimanere nel limbo della cosiddetta “fase 4”, cioè una fase di ulteriore studio, per effetto della quale il vaccino viene “trattenuto”, continuando dunque a non arrivare sul mercato.

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