Scuola

Covid19, stupidario scolastico 2020/2021: quando alcuni genitori peggiorano la situazione

Covid 19 a scuola. Mentre la maggior parte dei genitori si dimostra equilibrata e collaborativa, non mancano singolari prese di posizione. Lo stupidario scolastico 2020/2021.

L’AQUILA – Da chi si rifiuta di far sottoporre a tampone i figli a chi nega la pericolosità del virus. Mentre la maggior parte dei genitori si mostra equilibrata e collaborativa, anche nella scuola aquilana ci sono i relativisti del Covid 19.

Non hanno vita facile i dirigenti scolastici durante questa seconda ondata Covid 19 che ormai ha lasciato aperta solo la scuola dell’obbligo. Tra chiusure a macchia di leopardo, intere classi in isolamento, comunicazioni lente e tracciamenti saltati, i dirigenti scolastici dividono con i sindaci la pesante responsabilità delle chiusure. In questa drammatica situazione emergenziale, ci si mette anche qualche genitore che “non si fida del sistema” e mette in croce il povero dirigente di turno con singolari prese di posizione che, dal locale al nazionale, ricalcano purtroppo consolidati “modelli” di “contestazione” alle normali prassi di contenimento del Covid 19.

L’inventario, come capita di ascoltare confidenzialmente dai dirigenti scolastici del territorio, è purtroppo ampio e variegato. Si parte con le mamme che si rifiutano di far sottoporre a tampone i propri pargoli: “Il bambino è mio e lo gestisco io”, tanto per parafrasare vecchi slogan. Ci sono genitori che pur di non far “violare” il proprio bambino, preferiscono fargli fare due settimane di isolamento. C’è da dire che in questo specifico momento, se la Asl riesce a risparmiarsi qualche tampone è tanto di guadagnato, visto che ormai non si riesce a star più dietro ai tracciamenti, ma è singolare l’atteggiamento di chi, pur potendo avere una diagnosi precisa e tempestiva, preferisce aspettare che eventualmente compaiano i sintomi durante la quarantena piuttosto che mettere uno stecchino nel naso del bambino. Eppure la comunità scientifica è concorde sul fatto che prima si diagnostica il virus e meglio si può curare. E dire che in questa situazione emergenziale, con gente che aspetta settimane, c’è chi pagherebbe per poter fare un tampone.

Poi ci sono i “minimizzatori“, quelli che in fondo “è tipo un’influenza” e pretendono che il sistema scolastico si adegui alla loro percezione: scuole aperte, mascherine “a discrezione” e via, che tanto ha fatto la “mani/piedi/bocca”, ci vogliamo far spaventare dal Covid 19? Che poi, quanti bimbi avrà mai ammazzato ‘sto Coronavirus?

In questo particolare inventario, non potevano certo mancare i “relativisti“, che spesso si riconoscono dal sopracciglio alzato e il sorrisetto intelligente a mezza bocca. Sono quelli che “non sono negazionista ma”, quelli che ci tengono a far capire al prossimo che a loro non la si dà certo a bere. Quelli che il virus, se proprio dobbiamo accettarne l’esistenza, “è stato creato da case farmaceutiche che hanno già il vaccino ma aspettano che la situazione si aggravi per venderlo a più caro prezzo”.

A questi si aggiungono i “libertari” che sostengono che tutta l’emergenza sia una “scusa” per scatenare la famigerata “dittatura sanitaria”.

Insomma, il vasto universo che siamo abituati a vedere sui social si riproduce in piccolo anche tra qualche genitore della provincia aquilana: “La maggior parte dei genitori è collaborativa ed equilibrata – confida qualche dirgente scolastico tra una chiusura plesso e una corsa alla sanificazione – ma quando ci capitano queste situazioni assurde, in un momento delicato come questo, diventa difficile mantenere la calma”.

Difficile dargli torto.

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