Post sisma

Progetto Case e balconi crollati, dopo la prescrizione i rilievi del giudice

Crollo balconi Progetto Case Preturo, dopo la prescrizione ecco i rilievi del giudice.

Crollo balconi Progetto Case: dopo la prescrizione per la maggiorparte degli indagati, ecco i rilievi del giudice.

Il crollo dei balconi del Progetto C.a.s.e. risale al 2014 quando a Cese di Preturo il cedimento ha portato al sequestro di 800 balconi in 494 alloggi. Le persone indagate erano 21. La Procura aveva anche disposto il sequestro di beni per oltre 18 milioni equivalenti al valore dell’appalto vinto da Futuraquila, costituita da tre imprese napoletane, per la realizzazione di uno degli insediamenti.

Un caso giudiziario post sisma che destò molto clamore anche a livello nazionale. L’inchiesta relativa al crollo dei balconi negli anni si è sgonfiata arrivando, circa 2 settimane fa, a una prescrizione per quasi tutti i 28 indagati.

Chiesto il proscioglimento anche per la posizione del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, tra i 21 indagati per il suo ruolo di componente della Commissione di collaudo statico.

Assolti dal reato di non aver effettuato le manutenzioni i funzionari comunali Mario Di Gregorio, Vittorio Fabrizi, Enrica De Paulis, Carlo Cafaggi, Marco Balassone e Mario Corridore, “tenuto conto che il balcone collassato non minacciava di rovinare non avendo palesato come imminente il pericolo di crollo”, si legge nei rilievi.

Progetto Case, balconi crollati e reati prescritti

“Il balcone interessato dal crollo – si legge nei rilievi del gup Guendalina Buccellavenne realizzato in modo difforme dal progetto perché il rivestimento inferiore, frontale e laterale non venne realizzato in legno trattato per esterni, non venne realizzato lo strato isolante, e il solaio venne chiodato e rivestito con massetto alleggerito. Tali difformità di esecuzione consentivano all’acqua piovana di infiltrarsi senza avere una naturale via di fuga restando confinata all’interno del rivestimento del balcone con rapido sviluppo degli agenti xilofagi“.

Secondo il Gup nella frode delle pubbliche forniture, “è necessario un concerto tra Rup e soggetto tenuto alla prestazione o sussistenza in capo Rup medesimo di un obbligo di verifica e controllo, violando il quale egli consapevolmente e volontariamente abbia agevolato la prestazione fraudolenta dalle indagini”.

“Nessun concerto è stato dimostrato tra il Dolce ed i titolari delle ditte che ebbero a fornire il materiale e ad eseguire la posa in opera con riferimenti ai balconi”.

Mauro Dolce (Rup) e Sergio Sabato (rappresentante del Rup) sono stati assolti dal reato di omessa vigilanza e controllo sulla qualità e prezzo del legno utilizzato e difformità materiali forniti rispetto a quelli indicati nel contratto, falsa attestazione di collaudo.

Come riporta Il Messaggero, in relazione alla posizione del Rup, “Il potere-dovere di controllo e vigilanza del Rup attiene soltanto alla verifica della regolarità ex post della fase esecutiva”.

“In relazione al falso collaudo, il Gip ha evidenziato inoltre, “Come al Rup spetta la vigilanza sulla tempistica delle operazioni sulle discordanze tra la contabilità ed i lavori eseguiti, né consegue che non sussistendo una posizione di garanzia sulla conformità dei materiali e loro messa in opera rispetto al progetto, non si ipotizzare il concorso dello stesso nel falso contestato”.

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