Sui binari della Transiberiana d’Italia torna il fischio del treno storico che percorre, con il suo incedere lento e affascinante, i panorami dell’Abruzzo interno e del Molise.
Prima corsa post covid sabato 1 agosto: partenza alle ore 08.45 per il treno storico Sulmona – Castel di Sangro: si riparte dopo la pausa forzata e 27 partenze annullate tra marzo e luglio, con un flusso atteso di oltre 10.000 viaggiatori.
Un viaggio alla scoperta di piccoli borghi, storia, cultura, tradizioni e gastronomia in sicurezza.
Recependo le norme relative al Covid-19 e le disposizioni del Gruppo FS, tutti i viaggi osservano misure pratiche e obbligatorie per garantire il rispetto della distanza interpersonale, a bordo e a terra: disponibilità del 50% dei posti, accesso da percorsi specifici, misure igienico-sanitarie obbligatorie sul treno e nelle stazioni.
È stato limitato il numero massimo di posti acquistabili online per garantire una partecipazione diffusa.
“Con un grande lavoro e sforzo da parte di Fondazione FS Italiane, agenzia viaggi Pallenium Tourism e la nostra associazione – informa ‘Le Rotaie’ – si riparte dopo la pausa forzata e 27 partenze annullate tra marzo e luglio, con un flusso atteso di oltre 10.000 viaggiatori. Ricominceremo con sacrificio, ma anche con maggiore entusiasmo”.
Transiberiana d’Italia: dal taglio ad una grande opportunità
La Transiberiana d’Italia, la Sulmona – Carpinone – Isernia, inaugurata nel 1897 e abbandonata definitivamente dal 2011: la politica italiana la definì, insieme a molte altre linee interne, un ramo secco da potare per il modesto traffico di passeggeri e merci che via via, dagli anni 80 in poi, hanno usufruito di questa linea ferrata. Ma da una ‘potatura’ è nata una grande possibilità.
Una linea incredibilmente bella dal punto di vista paesaggistico, che affianca lunghe distese di neve – proprio come la Transiberiana, quella vera – a paesaggi mozzafiato, ripresi dall’alto come se li stessimo sorvolando a bordo di un aeroplano. Eccezionalmente all’avanguardia per l’epoca in cui fu costruita: inaugurata il 18 settembre 1897, viene considerata un capolavoro di ingegneria ferroviaria con una pendenza massima del 28 per mille. La stazione di Pescocostanzo, a 1268 metri s.l.m., è la seconda più alta d’Italia, dopo quella del Brennero.
Dal 2011 non passano più treni ‘normali’ su questi 128 km: troppo poco rilevante il traffico di merci e persone, con la maggiore disponibilità di mezzi privati e il progressivo spopolamento dell’Abruzzo interno. Troppo alte le spese da coprire con il semplice prezzo del biglietto dei viaggiatori e i sempre meno contributi statali, che servono a malapena a manutenere una linea che passa dai 328 metri di Sulmona ai 1200 di Rivisondoli per scendere poi, a Castel di Sangro a 793 metri slm, risalire fino a San Pietro Avellana per poi scendere nuovamente ai 423 metri slm della stazione di Isernia.
A riscoprire e rivalutare la linea ci ha pensato allora la Fondazione FS Italiane che, sensibile alla tematica, ha tutelato la ‘nostra’ Transiberiana all’interno del proprio progetto denominato Binari senza tempo: quattro spettacolari linee ferroviarie, che diventano un vero e proprio “museo dinamico” che la Fondazione stessa intende preservare e valorizzare. Con loro collaborano, dal 2012, i volontari dell’associazione Le Rotaie che fanno una scommessa: far rivivere la Transiberiana, portando turismo lento e esperienziale, legato alla valorizzazione del territorio e dei piccoli e grandi borghi che si snodano lungo il percorso. Farne conoscere la storia, i prodotti tipici, la natura, le attività commerciali.
Una scommessa senza dubbio vinta, visti i successi di pubblico e i sold out registrati a poche ore dalla messa in vendita dei biglietti.